Brexit, l’incertezza sull’esito del referendum pesa sui fondamentali del Regno Unito
L’intervista choc rilasciata ieri al Sunday Telegraph da Boris Johnson, ex sindaco di Londra e leader del fronte Brexit (“l’Unione europea – ha detto – è come Hitler”), ha scaldato gli animi e suscitato polemiche, ma non ha certo fatto chiarezza sull’esito del referendum. L’incertezza pesa infatti sui mercati come un macigno. I sondaggi, a sole sei settimane dalla consultazione, danno perfettamente alla pari i due fronti, “Remain” e “Brexit”. “Oltre ai premi di rischio incorporati nei titoli azionari europei, le incertezze politiche hanno iniziato a pesare direttamente sugli indicatori economici“, è il commento di Nadège Dufossé, Head of Asset Allocation di Candriam Investors Group.
Indicatori in peggioramento
L’incertezza sarebbe infatti la causa della perdita di slancio, se non del sensibile peggioramento, dell’economia del Regno Unito. La pubblicazione dei dati relativi al PIL del primo trimestre 2016 mostra che l’economia britannica ha rallentato all’inizio dell’anno, quando il suo tasso di crescita si è fermato al livello più basso dal 2013, cioè 0,4% su base trimestrale e 2,1% su base annuale. “Contrariamente alle recenti tendenze globali, questa debolezza sembra prolungarsi – osserva Dufossé – si manifesta inoltre un deterioramento generalizzato degli indicatori più importanti”. Per la prima volta negli ultimi tre anni, infatti, l’indice PMI manifatturiero di aprile è finito in territorio di contrazione, ben al di sotto delle aspettative di mercato (49,2 rispetto al 51,2 atteso). A marzo, inoltre, la produzione industriale è cresciuta meno del previsto (0,3% rispetto allo 0,5%), segnalando un secondo calo trimestrale consecutivo. “Nel complesso il Regno Unito sta inviando segnali più deboli rispetto all’Eurozona”, sintetizza Dufossé.
Fiducia ai minimi
Al di fuori del settore industriale, che si trova decisamente in fase di recessione, negli ultimi mesi anche i settori dei servizi e delle costruzioni – che restano comunque in espansione – hanno rallentato in maniera significativa. Il mese scorso, infine, la fiducia dei consumatori nel Regno Unito è scesa al suo livello più basso dal dicembre 2014. “Messaggi contrastanti sul mondo post-Brexit hanno alimentato i dubbi dei nuclei familiari riguardo le loro prospettive economiche“, dice Dufossé. Come muoversi quindi in questa fase sul mercato inglese? In termini di asset allocation, secondo lo strategist di Candriam, è necessario prendere in considerazione le incongruenze degli asset trasversali riguardo ai rischi Brexit. “In particolare, riteniamo che nel Regno Unito le piccole e medie imprese non riflettano adeguatamente il deterioramento delle condizioni del mercato interno“, conclude Dufosseé.