Missione Brexit fallita, May annuncia dimissioni e piange. Commento Guardian: ‘smettetela di compatirla’
Cronaca di dimissioni annunciate, ormai mancava solo la data che avrebbe messo definitivamente all’angolo Theresa May. Incapace di concretizzare la Brexit, umiliata per ben tre volte da Westminster, che si è rifiutata di far passare il Withdrawal Agreement, ovvero l’accordo che lei stessa aveva siglato con Bruxelles sui termini del divorzio dal blocco europeo, May ha deciso di gettare la spugna.
E’ stato un discorso accorato, quello con cui la premier britannica ha annunciato le sue dimissioni, che saranno effettive dal prossimo 7 giugno. Un discorso accompagnato dalle lacrime di questa leader, costretta ad ammettere una sconfitta il cui ricordo la perseguiterà per tutta la vita. Questi sono alcuni estratti del discorso che ha proferito:
Nel momento stesso in cui sono diventata premier, ha detto, “ho fatto il possibile per fare in modo che il Regno Unito fosse un paese che funzionasse non solo per pochi privilegiati, ma per tutti. E che onorasse il risultato del referendum Ue. Nel 2016, noi abbiamo dato al popolo britannico la possibilità di fare una scelta. Contro ogni previsione, il popolo britannico ha votato per lasciare l’Unione europea”.
“Sono sicura oggi, così come lo ero tre anni fa, che in una democrazia, se si decide di dare al popolo la possibilità di fare una scelta, si deve poi realizzare quanto è stato deciso. Ho fatto il possibile perché ciò avvenisse. Ho negoziato i termini per la nostra uscita e per una nuova relazione con i nostri vicini (europei), al fine di proteggere il mercato del lavoro, la nostra sicurezza e la nostra Unione. Ho fatto tutto il possibile per convincere il Parlamento a sostenere quell’accordo. Purtroppo, non ne sono stata capace”.
“Ci ho provato tre volte. Credo che sia stato giusto perseverare, anche quando le probabilità di un mancato successo apparivano elevate. Ma ora mi è chiaro che è nel migliore interesse del paese che ci sia un nuovo primo ministro a portare avanti quell’impegno”.
Nelle frasi successive, emerge tutto il senso di frustrazione e di delusione per le umiliazioni ripetutamente incassate.
Per me “è, e rimarrà sempre, un grande rimpianto quello di non essere stata capace di realizzare la Brexit. Toccherà al mio successore cercare un modo per onorare quel referendum. Affinché abbua successo, lui o lei dovranno trovare quel consenso, in Parlamento, che io non ho trovato. Un consenso del genere può essere raggiunto solo se tutte le parti del dibattito mostrano la volontà di fare qualche compromesso”.
Nel discorso che ha accompagnato l’annuncio delle sue dimissioni, May ha citato anche una frase proferita da Nicholas Winton, noto come lo Schindler britannico:
“Per molti anni il grande filantropo Sir Nicholas Winton, che ha salvato centinaia di bambini facendoli fuggire dalla Cecoslovacchia occupata dai nazisti attraverso il Kindertransport – è stato mio elettore nel Maidenhead. In un altro momento di tensioni politiche, qualche anno prima della sua morte (avvenuta nel 2015), Winton mi prese da parte in occasione di un evento locale, per darmi alcuni consigli. E disse: ‘Non dimenticare mai che il compromesso non è una parola cattiva. La vita dipende dal compromesso.’Aveva ragione”.
May ha continuato, ammonendo che “dobbiamo ricordare cosa ci ha portati qui”. Il referendum, ha spiegato infatti la premier, non è stato solo una chiamata per lasciare l’Unione europea, ma uno strumento per avviare un cambiamento profondo nel nostro paese. Un appello per fare in modo che il Regno Unito sia un paese che funzioni davvero per tutti. E io sono orgogliosa dei progressi che abbiamo compiuto nell’arco degli ultimi tre anni. Abbiamo completato il lavoro iniziato da David Cameron e George Osborne: il deficit è stato quasi eliminato, il nostro debito pubblico sta scendendo e stiamo ponendo fine all’austerità. Mi sono concentrata per assicurare che in futuro buoni posti di lavoro vengano creati nelle comunità di tutta la nazione, non solo a Londra e nel Sud est, attraverso la nostra Strategia Industriale moderna (la Modern Industrial Strategy)”.
May annuncia dimissioni, Guardian: ‘Non compatitela
A questo punto, Theresa May rassegnerà le dimissioni dalla carica di leader del Partito conservatore il prossimo 7 giugno, lasciando anche la premiership. Il processo per selezionare il nuovo leader inizierà la settimana successiva, il che significa che, in occasione della visita nel Regno Unito del prossimo 3 giugno del presidente americano Donald Trump, sarà lei a fare gli onori di casa.
Il Regno Unito già guarda avanti, mentre gli opinionisti si affannano a pubblicare il loro verdetto sul discorso di Theresa May. Severo è il giudizio di Owen Jones del Guardian:
“Risparmiatemi questa inevitabile compassione per Theresa May, dopo il suo addio in lacrime. ‘Oh, le è stato dato un compito davvero terribile – qualcuno potrà dire. Oppure – ‘E’ colpa sua se chi l’ha rappresentata in Parlamento non è che un mucchio di estremisti in stile uomo di Neanderthal?. Ancora, si dirà: ‘Non è colpa sua il casino in cui ci troviamo, nevvero?”.
Accettiamo invece la verità, consiglia di fare Owen Jones:
“May è il peggior primo ministro dal regno di Lord North alla fine del 18esimo secolo, quando le colonie americane dichiararono la loro indipendenza. E’ vero, May ha ereditato un compito terribile. Ma ha poi deciso di spargere benzina sul fuoco, fino a provocare una esplosione”.
Tra gli errori peggiori che ha commesso, la famosa frase “No deal is better than a bad deal’. Una frase che è diventata il suo mantra, e che ha alimentato le prospettive di un risultato disastroso sulla Brexit. Per non parlare della sua decisione di nominare ministro degli Esteri Boris Johnson (che ora molto probabilmente le succederà), mettendosi così contro i paesi dell’Unione europea.
A dispetto di tutti coloro che hanno puntato il dito contro i suoi presunti traditori, contro ‘i nemici del popolo’, Owen Jones ricorda che è stata la stessa premier a fomentare una guerra che ora minaccia di consumare il Regno Unito, a causa dei toni demagogici che ha usato in dichiarazioni come quella secondo cui: “Se credi di essere cittadino del mondo, non sei il cittadino di nessun posto”.
Jones continua, sottolineando che “l’inganno e la disonestà sono stati i tratti caratteristici del suo regno, destinato a essere spacciato. Quando i Tories hanno perso la loro maggioranza, May è diventata un primo ministro zombie. E purtroppo, gli zombie provocano diversi danni, che molto difficilmente possono essere poi sanati”.