Migranti, Merkel: colpo di grazia in arrivo da CSU (e Salvini). “E’ la Germania il vero Cigno Nero”
CDU-CSU: un sodalizio politico storico, trafitto da una crisi altrettanto storica. L’asse tra i cristiano-democratici della cancelliera tedesca Angela Merkel e gli esponenti del partito bavarese del CSU è riuscito a tenere fino a oggi dalla fine della Seconda Guerra Mondiale, governando più volte. Tanto che la sigla CDU-CSU è nota in modo ufficioso come Unionsparteien o Union, come se si trattasse, alla fine, di un solo partito. Di fatto è un’alleanza dei due partiti, quello dei cristiano-democratici e quello dei cristiano-socialisti della Baviera.
Quest’alleanza di centro-destra rischia ora di andare a pezzi, incapace di reggere al peso dell’immigrazione, molto probabilmente anche per i vari paletti che sono stati innalzati dal governo M5S-Lega in Italia nella gestione della crisi dei migranti.
Le tensioni presenti nello storico asse vanno avanti da settimane: almeno da quando il leader del CSU e ministro dell’Interno, Horst Seehofer, ha dato a Merkel un ultimatum di due settimane a metà giugno: venga trovata una soluzione europea, altrimenti sarà Seehofer stesso a respingere i migranti al confine.
La soluzione europea, sulla carta almeno, è stata trovata con la riunione del Consiglio europeo della scorsa settimana: ma a Seehofer non è affatto piaciuta.
Ciò che il ministro voleva, infatti, era che comunque la Germania potesse respingere i migranti registrati originariamente in un altro paese membro dell’Ue, ai confini. Una posizione che Merkel ha rigettato, in quanto interpretata come minaccia alla sopravvivenza di Schengen e dunque dell’Ue: e una posizione che comunque è stata impossibile da attuare all’unanimità a causa della strategia pugno di ferro del governo di Giuseppe Conte.
In un’intervista alla ZDF, la stessa cancelliera avrebbe detto infatti che una politica di respingimenti ai confini non può essere attuata anche perchè “un accordo con Roma non è al momento possibile”.
Allo stesso tempo, Merkel ha riferito allo ZDF che concessioni a Seehofer sono state fatte.
“La somma di tutto ciò che abbiamo concordato vale quanto il CSU ha chiesto. E’ quello che personalmente penso, ma il CSU deve prendere una decisione”. Merkel ha espresso tuttavia la speranza che i due partiti possano continuare a lavorare insieme “in quanto storia di successo per la Germania”.
Stando a quanto riporta la BBC, in base a quanto emerso dalla riunione del Consiglio europeo, Grecia e Spagna hanno accettato di accogliere quei migranti presenti nel confine austriaco-bavarese che risultano registrati rispettivamente nei loro paesi.
In tutto 14 sono i paesi Ue che hanno scelto di adottare questa linea, riaccogliendo i migranti arrivati in Germania.
Tra i paesi che hanno detto no ci sono la Repubblica ceca, l’Ungheria, la Polonia, l’Austria e l’Italia. E’ stato lo stesso premier Conte, tra l’altro, a confermare di non aver preso “nessun accordo specifico con la cancelliera Merkel” sulla questione, confermando la linea dura da sempre auspicata dal leader della Lega e ministro dell’Interno, Matteo Salvini.
Nella serata di ieri, il partito CDU di Merkel ha approvato una risoluzione sostenendo la posizione di Merkel sull’immigrazione, con il segretario Annegret Kramp-Karrenbauer che ha detto di ritenere che una soluzione europea sia necessaria.
Successivamente, sono emerse indiscrezioni secondo cui Seehofer avrebbe offerto le proprie dimissioni, sia da leader del partito CSU che dalla carica di Ministro dell’Interno.
In una riunione con alti funzionari del suo partito, Seehofer avrebbe detto, in particolare, di aver “sentito Merkel senza nessun esito”, riferendosi ai contatti avuti sabato scorso, per discutere sull’accordo sulla crisi dei migranti Ue.
Diversi i funzionari politici che stanno cercando ora di fare pressing su Seehofer affinché torni sui propri passi. Il responsabile del gruppo parlamentare CSU Alexander Dobrindt ha per esempio affermato: “Questa è una decisione che, semplicemente, non posso accettare”.
In tutto questo fa riflettere, nell’attesa di capire quale sarà il risultato delle trattative delle prossime ore tra il CDU e il CSU, un articolo scritto qualche giorno fa da Alan Crawford, per Bloomberg Businessweek.
“L’impegno in discussione verso l’euro da parte del nuovo governo italiano potrà essere al momento causa di costernazione tra i funzionari dell’Unione europea e gli investitori – da Christine Lagarde, numero uno dell’Fmi, a Lloyd Blankfein, AD di Goldman Sachs. Ma il vero Cigno Nero è la Germania, con la prospettiva che si crei un vuoto nel blocco delle 28 nazioni Ue. Non dimenticate il fatto che la Germania, che ha dato il via alla guerra più sanguinosa della storia, siede al centro di un Continente che – a parte gli ultimi tre decenni – ha avuto a che fare con conflitti e tumulti per secoli interi”.
E se Merkel sarà cacciata, e se il populismo trionferà anche in Germania, allora potrebbero saltare i già delicati equilibri che hanno sorretto negli ultimi anni l’Europa.
Gli elettori tedeschi potrebbero decidere di dare la priorità a un’agenda soltanto tedesca.
“Bailout nell’Eurozona? No, grazie. Solidarietà sull’immigrazione? Mai più. Una maggiore integrazione Ue? Scordatevelo. Aiuti alla Grecia? Non pensateci neanche”. E forse sì che a quel punto il sogno europeo potrebbe frantumarsi del tutto.