Mercati europei alla finestra: focus su Grecia e dati lavoro Usa
Mercati europei deboli nell’ultima seduta della settimana nonostante la buona chiusura di Wall Street e della Borsa di Tokyo. Sono due i market mover della giornata: nella zona euro, si guarda alla questione Grecia dopo la decisione della banca centrale europea di non accettare più dall’11 febbraio i titoli di Stato greci come collaterale per ottenere liquidità; negli Stati Uniti, a dominare la scena sono i dati sul mercato del lavoro per il mese di gennaio che verranno comunicati nel primo pomeriggio italiano.
Come ogni primo venerdì del mese occhi puntati Oltreoceano sui riscontri che arriveranno dal mercato del lavoro a stelle e strisce. Secondo gli economisti interpellati da Bloomberg sono attesi 230.000 nuovi posti di lavoro nel settore non agricolo a gennaio contro le 252.000 del mese passato. Il tasso di disoccupazione non dovrebbe riserbare nessuna sorpresa, rimanendo invariato al 5,6 per cento. In attesa delle indicazioni che giungeranno dall’occupazione Usa gli esperti di Ig ricordano che “al di là dei singoli numeri, gli operatori terranno sotto osservazione la crescita dei salari, che se dovesse continuare a rallentare, potrebbe alimentare nuove aspettative su uno slittamento del rialzo dei tassi di interesse”.
Intanto la questione greca, come dicevamo, rimane in primo piano. Ieri l’incontro tra il ministro delle finanze tedesco e del collega ellenico non ha sortito nessun accordo. “Non abbiamo raggiunto nessuna intesa, non è mai stato certo che l’avremmo raggiunta”, ha dichiarato Yanis Varoufakis, ministro delle Finanze ellenico (nella foto), riassumendo l’incontro in una battuta “non siamo neanche d’accordo sull’essere in disaccordo“.
In questo scenario i listini europei si mostrano incerti: dopo le 10 il Ftse 100 e il Cac40 cedono rispettivamente lo 0,30% e lo 0,35%, mentre il Dax perde, invece, lo 0,7 per cento. Piazza Affari oscilla sulla parità, in parte sostenuta dalle buone performance dei bancari: il Ftse Mib viaggia a 20.814,41 punti. Tra i bancari rialzi intorno al 2% per Mps e Bpm, mentre Banco Popolare e Bper che avanzano rispettivamente dell’1,94% e dell’1,55 per cento.