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Mercati e crisi banche: eToro fa il punto

27 Marzo 2023 10:15

Mercati, banche e market mover: il punto di eToro

Gabriel Debach, market analyst di eToro, fa il punto della situazione dei mercati finanziari, riassumendo quanto avvenuto nelle ultime sessioni e presentando gli eventi market mover più importanti, previsti per la settimana appena inziata.

L’analista fa notare che, a dispetto di diversi “colpi di scena, tra rialzi di tassi per diverse banche centrali (tra cui la Fed), letture sui livelli di inflazione (rivista soprattutto al rialzo nel Regno Unito e in calo in Giappone) e, soprattutto, con le preoccupazioni bancarie che dilagano sui mercati finanziari, i listini” azionari sono riusciti a “chiudere la settimana in rialzo”.

Guardando a Wall Street, il Dow Jones Industrial Average è salito lo scorso venerdì di 132,28 punti (+0,41%) a 32.237,53. Lo S&P 500 è avanzato dello 0,56%, mentre il Nasdaq Composite ha chiuso in rialzo dello 0,3%.

Nonostante lo scossone Deutsche Bank, che ha fatto capitolare l’azionario europeo, contagiando inizialmente anche la borsa americana, e nonostante i continui timori per le condizioni di salute delle banche Usa a seguito del crac di Silicon Valley Bank (SVB), Wall Street è riuscita ad archiviare una seduta positiva.

Positiva per la borsa Usa anche la settimana di contrattazioni, con il Dow Jones che ha guadagnato l’1,2% mentre lo S&P 500 e il Nasdaq hanno incassato rialzi rispettivamente dell’1,4% e dell’ 1,7%.

In primo piano la crisi delle banche, esplosa venerdì scorso con il caso Deutsche Bank .

Il panico si è lievemente smorzato a seguito dell’annuncio della banca numero uno in Germania che, per placare l’ansia sulla sua sopravvivenza, ha deciso di riacquistare alcuni tra i suoi bond più rischiosi .

eToro: mercati emergenti battono mercati avanzati

In questo contesto, eToro ha messo in evidenza la performance dei mercati emergenti, migliore di quella dei mercati dei paesi avanzati:

“Le sfide bancarie più recenti hanno preoccupato gli operatori. Tuttavia, per la seconda settimana consecutiva i listini dei paesi emergenti (misurati dall’ETF EEM) hanno sovraperformato quelli dei paesi sviluppati (ETF IEFA), segno che i nervosismi non sono ancora sfociati in preoccupazioni per un maggior rallentamento economico mondiale”.

Debach ha continuato, spiegando che “le turbolenze bancarie, principale apprensione tra gli investitori, nel complesso evidenziano prevalentemente una crisi di fiducia, situazione che tende a richiedere tempo per attenuarsi”.

Certo, “le grandi banche hanno bilanci solidi, fonti di reddito diversificate e una maggiore regolamentazione oggi rispetto al 2008. Ma non sembra essere sufficiente a prevenire vendite sul mercato. La stessa Credit Suisse riportava un Cet1 al 14,1% e un leverage ratio (rapporto tra capitale tier 1 e totale attivo) al 15,2%, Deutsche Bank a febbraio pubblicava un Cet1 al 13,4% accompagnato da un leverage ratio invece del 4,6%”.

In un’ottica di seek and destroy, gli investitori sembrano da due settimane a questa parte, a seguito del crac di, andare a caccia dell’istituto più vulnerabile. Oggi, una buona notizia riguarda comunque proprio SVB, come ha confermato l’annuncio dell’autorità federale FDIC.

“Gli investitori sono alla ricerca di quelle banche, apparentemente o meno, meno solide e la cui reputazione è, o è stata, non proprio delle migliori. Inutili i commenti di supporto sulla stabilità bancaria da parte degli organi competenti, in quanto oltre a rappresentare frasi ‘di cortesia’ non sembrano nemmeno godere della consueta fiducia degli investitori”.

Detto questo, ha sottolineato il market analyst di eToro, “sebbene da questa crisi possano emergere condizioni di credito più rigide, che possono rallentare l’attività economica, il lato positivo potrebbe essere che anche l’inflazione, in particolare quella più persistente dei servizi, alla fine inizi a moderarsi. Intanto tra le principali banche europee dall’8 marzo si registrano decise correzioni, con valori medi intorno al 19%”.

Occhio al trend stellare del Bitcoin

Un asset vincente, in tutto questo, c’è, ed è il Bitcoin:

“Turbolenze bancarie e crisi di fiducia riportano in primo piano la funzione del Bitcoin, nata proprio dalle ceneri della crisi del 2008. Con un guadagno da inizio anno di quasi il 70%, lo strumento si posiziona in cima, per l’undicesima volta negli ultimi 14 anni, tra le asset class a maggior rendimento”, scrive nel proprio commento l’analista di eToro.

E, aggiunge Debach, “con una dominance che torna sui massimi di giugno 2022, in una congestione che accompagna lo strumento da quasi due anni, sarà ora interessante vedere se la regina delle criptovalute lascerà o meno la scena ad altre criptovalute minori”.

Il Bitcoin avanza alle 9.50 circa ora italiana di oltre l’1%, ritracciando tuttavia dalla resistenza di $28.000 e oscillando attorno a $27.830.

Nel mondo delle criptovalute fa meglio il Litecoin, che è balzato fino a 93,57 dollari e che è reduce da un balzo del 12,39% su base settimanale.

In generale, nelle ultime 24 ore, la capitalizzazione del mercato crypto è avanzata di oltre l’1%, a 1,17 trilioni di dollari, a fronte di un volume di trading che, nello stesso arco temporale, è sceso del 4,7% circa a $31,46 miliardi.

I market mover della settimana in Usa, Europa, Asia

“In questa settimana – si legge ancora nel commento dell’analista di eToro – non sembra che l’attenzione possa spostarsi. Negli Stati Uniti, il Vicepresidente per la Vigilanza, Michael S. Barr, testimonierà davanti alla Commissione del Senato e della Camera per precisare le evoluzioni assistite nelle diverse banche americane. Diversi saranno inoltre gli interventi dei membri Fed e Bce, tra cui quello del Presidente Christine Lagarde.

L’agenda macroeconomica americana prevede l’inflazione in primo piano, con le letture sul PCE, l’indicatore dell’inflazione preferito dalla Federal Reserve, per valutare l’evoluzione delle pressioni sui prezzi nell’economia atteso per venerdì”.

Dal fronte macro Usa, “altri dati da seguire riguardano la spesa e il reddito privati, la fiducia dei consumatori del Conference Board e l’ultima stima della crescita del PIL nel quarto trimestre”.

Rimanendo in tema di calendario dei market mover, l’analista di eToro ricorda che “in Europa saranno pubblicati i principali rapporti sull’inflazione e sulla disoccupazione dell’Eurozona, compresi quelli di Germania, Francia, Italia e Spagna”.

In particolare, “si prevede che il tasso d’inflazione annuale nell’area Euro rallenti ulteriormente a marzo, raggiungendo un minimo di 13 mesi del 7,2% rispetto all’8,5% di febbraio. Allo stesso tempo, il mercato del lavoro rimarrà probabilmente rigido, con un tasso di disoccupazione atteso invariato ai livelli record del 6,7%. Altrove, le prospettive delle imprese tedesche sono attese in calo a causa delle preoccupazioni per il settore bancario”.

Gli altri dati riguarderanno gli indicatori monetari e l’indagine congiunturale dell’area dell’euro; le vendite al dettaglio della Germania e la fiducia dei consumatori Gfk. Nel Regno Unito, l’ONS pubblicherà i dati definitivi del PIL del quarto trimestre, mentre si terrà conto anche degli indicatori monetari della Banca d’Inghilterra e dell’indicatore CBI del commercio”.

“In Asia – conclude Gabriel Debach – attenzione principale sui PMI cinese di marzo per conoscere l’impatto della riapertura economica del Paese, dopo che a febbraio l’attività delle fabbriche si è espansa al ritmo più veloce in oltre 10 anni. In Giappone, i mercati attendono le vendite al dettaglio, la produzione industriale, il tasso di disoccupazione e l’avvio delle abitazioni per il mese di febbraio. Nel frattempo, l’India renderà noto il saldo delle partite correnti del quarto trimestre, dopo il deficit storico del periodo precedente.”