Mediobanca, modifiche in vista per il modello duale
Nonostante siano trascorsi solo pochi giorni dall’approvazione da parte dell’assemblea dei soci di Mediobanca del nuovo modello di governance “dualistico”, Piazzetta Cuccia deve rimetterci subito mano. È quanto ha comunicato il governatore della Banca d’Italia, Mario Draghi, in una lettera inviata alla merchant bank milanese. Non certo uan sorpresa perchè questa procedura che era già stata applicata anche nei confronti di altri istituti di credito che avevano in precedenza adottato il modello dualistico, come Intesa Sanpaolo, Ubi Banca e Banco Popolare.
Una missiva nella quale Draghi sollecita Piazzetta Cuccia, sin dal prossimo consiglio di sorveglianza in programma lunedì, a recepire una serie di “indirizzi applicativi”, che si scontrano con l’attuale statuto, in attesa dell’emanazione del regolamento finale. Un monito che non lascia scampo: le modifiche andranno a colpire lo statuto appena approvato. In sostanza, l’idea portata avanti dal governatore di palazzo Koch è quella di rendere, dal punto di vista operativo, autonomo il consiglio di gestione da quello di sorveglianza, far convivere sì le due realtà ma senza il prevalere dell’uno sull’altra.
Inoltre, la lettera giunta a Mediobanca mette nero su bianco altri nodi da sciogliere: a partire dal fatto che il presidente del comitato di controllo interno dovrà essere presente alle riunioni del management board. Ma non solo. Bankitalia ha anche invitato Piazzetta Cuccia a comunicare tutte le partecipazioni strategiche, ovvero quelle che mettono in moto la macchina del comitato delle nomine.
Intanto, il neo presidente del consiglio di sorveglianza di Mediobanca, Cesare Geronzi, principale sostenitore del modello duale, ha presieduto ieri anche l’assemblea di Capitalia, durante la quale ha colto l’occasione per rigettare le accuse di possibili legami “commerciali e industriali” con Generali. “L’indagine dell’Antitrust – ha dichiarato Geronzi – sarà il modo migliore per smentire queste critiche che sono state mosse”. Geronzi ha inoltre precisato che detiene solo una quota del 14% e con questa percentuale non si controlla niente. Ancora una volta è stato ribadito il fatto che sarà ceduta da Unicredit la quota del Leone di Trieste.