Notizie Notizie Italia Istat, a giugno l’inflazione sale all’1,7%

Istat, a giugno l’inflazione sale all’1,7%

28 Giugno 2007 13:31

Cresce l’inflazione a giugno. La stima preliminare fornita dell’Istat sulla dinamica dei prezzi relativa allo scorso mese ha riportato un incremento all’1,7% a livello tendenziale e dello 0,2% rispetto a maggio. In base alla stima provvisoria, l’indice armonizzato dei prezzi al consumo ha registrato nel mese di giugno una variazione pari a +0,3% rispetto al mese precedente e una crescita del 2% rispetto allo stesso mese del 2006.


 
Stando ai dati che sono pervenuti fino a questo momento gli aumenti congiunturali più significativi dell’indice per l’intera collettività si sono verificati per i capitoli trasporti (+0,8%), servizi ricettivi e di ristorazione (+0,4%) e prodotti alimentari e bevande analcoliche, abitazione, acqua, elettricità e combustibili e ricreazione, spettacoli e cultura (+0,2% per tutti e tre). Stabilità invece  nei capitoli bevande alcoliche e tabacchi e istruzione, mentre sono state negative le variazioni che si sono registrate nei capitoli comunicazioni in calo dell’1,1% e servizi sanitari e spese per la salute in lieve flessione.
 


Dati che il Codacons ha definito “preoccupanti” perché evidenziano “il forte impatto dell’aumento dei prezzi dei carburanti sul tasso d’inflazione, a danno della collettività”. Una preoccupazione avvalorata anche dalle parole del presidente dell’associazione dei consumatori, Carlo Rienzi, che ha dichiarato: “E’ lampante come un intervento sul piano fiscale nel settore dei carburanti non sia più rinviabile, ma debba essere attuato in tempi strettissimi.


 
La pensa diversamente, invece, Confcommercio. “Tale dato – si apprende in una nota dell’ufficio studi della confederazione – non può essere considerato allarmante in quanto è perfettamente in linea con gli incrementi congiunturali dei precedenti mesi del 2007, confermando così la sostanziale stabilità dell’inflazione italiana al di sotto del 2%”. Solo una considetrazione. “Occorre però tenere presente – sottolinea Confcommercio – che da febbraio di quest’anno i prezzi alla produzione si muovono con incrementi congiunturali dello 0,4-0,5%, ovvero circa il doppio rispetto alle dinamiche al consumo”.