Notizie Notizie Italia Mazziero, debito pubblico verso nuovi record. Attenzione all’inflazione core

Mazziero, debito pubblico verso nuovi record. Attenzione all’inflazione core

3 Aprile 2023 17:25

“Dopo tre mesi consecutivi di riduzione delle disponibilità liquide di Tesoreria, la loro ricostituzione contribuirà a un forte aumento del debito pubblico a febbraio“. Questo è quello che stima la Mazziero Research che vede vicino un nuovo record storico per il debito pubblico italiano a 2.786 miliardi, con una crescita che continuerebbe mese dopo mese almeno sino a giugno.

L’asticella del debito dovrebbe così portarsi a 2.786 miliardi segnando un nuovo record storico. Ma non solo, da questo livello si dovrebbe gradualmente salire sino a giugno su valori che vengono stimati tra 2.807 e 2.836 miliardi. In tal senso, il grafico qui sotto mostra con una linea rossa i dati ufficiali pubblicati da Banca d’Italia, e prosegue in grigio con i valori stimati dalla Mazziero Research.

Ricordiamo che il prossimo dato ufficiale sul debito pubblico verrà pubblicato il 15 aprile 2023.

Questo enorme ammontare di debito deve essere continuamente finanziato da nuove emissioni di titoli di Stato con rendimenti molto distanti da quelli di un anno fa e che stazionano costantemente al di sopra del 4% per il BTP decennale, avverte Maurizio Mazziero.

Rendimenti all’emissione dei Btp a 10 anni

Come si può osservare dal grafico qui sopra, l’ultima emissione di fine marzo è stata collocata al 4,12%, in leggera diminuzione dal 4,28% e 4,34% rispettivamente di gennaio e febbraio.

“Tuttavia, allo stesso tempo dobbiamo considerare che quel 4,12% deriva da un prezzo di aggiudicazione al di sopra la pari a un prezzo di 102,59, contro un nominale di 100”.

“Le cedole che verranno pagate nel corso dei dieci anni da qui alla scadenza saranno pari al 4,40% annuo, il che significa che se anche i tassi di interesse dovessero scendere i costi di questa emissione, e di quelle avviate negli ultimi tempi, costituiranno un fardello che ci accompagnerà per lungo tempo.”

Spesa per interessi

Sale la spesa per interessi

L’effetto finale è ben visibile nella spesa per interessi, salita dai 63,7 miliardi del 2021 ad 83,2 miliardi nel 2022, con un balzo che sfiora i 20 miliardi in un solo anno.

“Questa maggiore spesa non riguarderà solo il passato, ma si ripeterà ampliando ancor di più i costi man mano che verranno rinnovati i titoli di Stato in scadenza, sino alla completa sostituzione del circolante che attualmente viaggia su una vita media di 7 anni”.

Sicuramente i rendimenti più alti sui titoli governativi fanno la gioia per l’investitore, ma nel contempo i relativi costi sottraggono risorse preziose per fare investimenti e costruire le infrastrutture per rinnovare il Paese.
Nel frattempo… si discute dell’impossibilità di portare a termine i progetti del PNRR.
È l’Italia, bellezza!

 

Scende l’inflazione ma preoccupa la core

Il grafico qui sopra mostra con gli istogrammi blu l’andamento dell’inflazione tendenziale (su base annua) dei prezzi al consumo (indice NIC) relativo alla totalità dei beni, mentre gli istogrammi rossi indicano l’inflazione denominata componente di fondo che esclude i beni energetici ed alimentari (chiamata anche Core); mentre la linea verde e i relativi valori mostrano quanta parte della componente di fondo determini l’inflazione generale.

Come si può notare la componente di fondo è in continuo aumento e ha superato l’80%, segno che ormai l’inflazione è penetrata nella quasi totalità dei beni ed è solamente la riduzione dei beni energetici, in larga parte, e degli alimentari, in misura più contenuta, che determina il calo dell’indice generale.

Questa differenza di andamento tra l’inflazione primaria e quella di fondo è ancora più evidente nel grafico qui sotto che mostra l’inflazione su base congiunturale (mese su mese) e si può notare che l’indice generale ha segnato un valore negativo (abbassamento dei prezzi) mentre la componente di fondo mantiene un discreto progresso.

“L’analisi dell’alternarsi di questi valori ci consente di stimare per il mese di aprile un’inflazione generale su base annua che potrebbe stabilizzarsi, mentre potrebbe iniziare a scendere, per la prima volta, il valore della componente di fondo”.

Rating sull’Italia

Nella seconda metà di aprile dovrebbero pronunciarsi sul rating italiano Standard&Poor’s (BBB Positivo) e DBRS (BBB high Stabile). Il grafico mostra le differenti valutazioni tra le varie agenzie, mentre sotto viene riportato il calendario sino a fine anno.

Calendario dei prossimi rating sull’Italia