Notizie Notizie Mondo Materie prime, che succede? Dove conviene investire e cosa è meglio aspettare

Materie prime, che succede? Dove conviene investire e cosa è meglio aspettare

13 Gennaio 2020 15:45

Le previsioni sull’andamento delle materie prime per il 2020 hanno già suscitato l’interesse dell’intero mercato. Con le tensioni tra Usa e Iran di inizio anno abbiamo visto l’oro toccare nuovi massimi, discorso non particolarmente diverso per il petrolio. Ne abbiamo parlato insieme a Carlo Alberto De Casa, chief analyst di ActivTrades, e a Carlo Vallotto di Metalli Preziosi, due dei massimi esperti in materia, durante il live streaming speciale “20 di guerra, proteggersi con le materie prime“.

 

Oro

La quotazione dell’oro ha raggiunto i massimi dal 2013. Cosa c’è da attendersi? “La salita dell’oro arriva da molto lontano – spiega De Casa – e non soltanto da queste tensioni geopolitiche. Non a caso, l’oro all’inizio del 2019 valeva 1.250 dollari l’oncia, chiudendo l’anno a 1.500 dollari. Questo ci fa capire come ci fosse già grande interesse e come questo balzo di inizio anno sia dovuto alle tensioni geopolitiche. Il recente calo di 50 dollari, inoltre, è da correlare al boom messo a segno precedentemente. In altre parole, il trend di breve termine è in correzione e in frenata, ma quello di lungo termine è ancora impostato al rialzo”. 

Petrolio

Dove può andare la quotazione del petrolio? “Non c’è stata una escalation di tensioni – prosegue De Casa – ma attenzione perché il trend di fondo non mi pare abbia svoltato verso il ribasso. Quindi, certamente potrebbe rimangiare tutto, è possibile, ma al momento non vedo una discesa verso i 52 dollari. Vedo più probabile un contenimento di questo calo verso 58-59 dollari, e per questo ci sarebbe spazio per rivederlo al di sopra dei 60 dollari. Il petrolio sarebbe aiutato da un accordo a livello commerciale tra Usa e Cina e, quindi, uno scenario che spinge al rialzo le borse e può aiutare anche il petrolio”. 

Rame

Il rame è stato pesantemente influenzato dalle tensioni commerciali e dal rallentamento della produzione globale: “Non è cambiato molto rispetto all’anno scorso – afferma Vallotto – nel senso che resta in questa fascia compresa tra i 2.50 e i 2.90. Tutto resta collegato alla guerra commerciale e alla forte domanda della Cina. Vedremo se verrà ratificato un accordo. Al momento sembra voglia tornare nella parte alta del trading range, ma per vedere un rame positivo dovremmo vedere un sorpasso della resistenza a 3-3.10, ma siamo molto lontani da questo punto di vista

Soia

Altra materia prima colpita dalla guerra dei dazi è la soia e con l’accordo preliminare in molti hanno guardato al prezzo della soia con ottimismo: “La domanda proviene dalla Cina – dice Vallotto – attualmente al 30-35% di produzione interna. Il superamento del livello 9.60 sarebbe un input positivo dal punto di vista tecnico, ma facendo un’analisi molto precisa attendiamo che ci siano i prezzi in salita. In questo momento, tutto resta concentrato alla conclusione della fase due della guerra dei dazi”. 

Caffè

Il Future del caffè, dopo aver realizzato un quarto trimestre 2019 d’oro con un balzo del 50% dal minimo a 92,5 dollari al massimo di 138,4 dollari per bag, ha avviato una fase di forte correzione. Movimento che ha riportato i corsi sui 117 dollari. Quali sono state le ragioni dello storno? “Aspetterei qualche seduta laterale, un minimo d’accumulo e una ripartenza prima di prendermi un caffè – spiega De Casa – c’è un bel gap da chiudere sui 125 dollari e poi 132-133. I target possono essere ambiziosi ma la trendline positiva è stata messa in discussione, quindi attenderei perché vorrei un segnale forte di ripartenza che non si vede ancora“.

Platino

Palladio, uno dei protagonisti indiscussi del mercato delle materie prime, è arrivato a valere più delll’oro. Futuro brillante o si va verso uno storno? “Il palladio è un metallo estremamente acquistato anche grazie alle stringenti normative anti-inquinamento sia in Europa sia negli Stati Uniti, ma soprattutto in Cina dove appunto ci saranno ancor di più richieste per i catalizzatori auto. La spiegazione di questo rialzo consiste nel fatto che ci sono soltanto due player mondiali, Sudafrica e Russia, con il primo vittima di diverse problematiche come interruzioni di corrente, scioperi e quindi l’estrazione diventa particolarmente problematica. Chi la fa da padrone è la Norilsk Nickel, società russa e maggior esponente mondiale di palladio. Detto questo, tecnicamente possiamo vedere che il palladio resta in fortissimo ipercomprato e, forse, in questo momento entrare vorrebbe dire prendersi dei rischi elevati“.