Notizie Notizie Mondo La marea nera spaventa l’America: anche l’operazione Top Kill fallisce

La marea nera spaventa l’America: anche l’operazione Top Kill fallisce

31 Maggio 2010 08:39

Peggio di Katrina c’è solo la marea nera, che sta uccidendo il Golfo del Messico. BP ha sfidato la natura e adesso la natura ha deciso di ribellarsi. E l’America trema. Anche l’operazione Top Kill si è rilevata un buco nell’acqua. Quell’iniezione di fango e detriti, che sembrava essere riuscita in un primo momento a chiudere la falla di petrolio, è fallita. Anzi, poteva addirittura peggiorare la situazione perché caricava troppa pressione sul pozzo, c’è chi mormora ora.


E adesso siamo al punto da capo: alla multinazionale del petrolio non resta che tentare ancora di mettere una pezza su quella che per gli Stati Uniti d’America è la più grave catastrofe naturale della storia Usa. Con un unica certezza: si deve cambiare marcia. Stamattina BP ha annunciato che adotterà un nuovo approccio. Il nuovo tentativo, chiamato “lower marine riser package,” (LMRP) avrà però bisogno di diversi giorni per poter esprimere un verdetto.


Come spiegato ieri dal presidente americano Barack Obama, intervenuto ancora una volta sul disastro ambientale nel Golfo del Messico, il nuovo tentativo che verrà messo in atto per fermare la fuoriuscita di petrolio “è un approccio non privo di rischi, un metodo che non è mai stato sperimentato prima a quella profondità. Per questo non è stato tentato prima degli altri sistemi”.


All’annuncio del nuovo fallimento dei tentativi della BP di fermare il greggio Obama ha parlato di notizia “straziante”, anche se ha aggiunto di esservi preparato. “E’ anche importante ricordare che se da una parte speravamo che top kill funzionasse, dall’altra eravamo anche coscienti del fatto che esistevano significative possibilità che non lo facesse”. Ma in realtà alla Casa Bianca inizia a circolare l’ipotesi che per fermare la marea nera che sta uccidendo le coste della Louisiana potrebbero essere necessari almeno altri tre mesi.


A questa ipotesi ha accennato senza mezzi termini la principale consigliera del presidente Barack Obama per l’energia e il cambiamento climatico, Carol Browner, alla televisione Cbs. “Potrebbe riversarsi nel golfo del Messico fino ad agosto il petrolio che fuoriesce dalla piattaforma della Bp, e il governo si sta preparando al peggio”.

 

Come se non bastasse a tingere il quadro di tinte ancora più fosche sono quelle rivelazioni sbattute in prima pagina dal New York Times, secondo cui il colosso petrolifero era da mesi a conoscenza di una situazione critica. Se il gruppo sapeva dei problemi esistenti con la piattaforma Deepwater Horizon affondata a seguito dell’esplosione il 20 aprile scorso, perché non è stato fatto nulla per scongiurare il peggio? E’ l’interrogativo che oggi è senza risposta.