Notizie Notizie Mondo Lira turca carta straccia con deliri Erdogan: Apple la mette ‘al bando’. Turchia a corto di iPhone, mentre l’inflazione fa quasi +20%

Lira turca carta straccia con deliri Erdogan: Apple la mette ‘al bando’. Turchia a corto di iPhone, mentre l’inflazione fa quasi +20%

25 Novembre 2021 15:37

Il popolo turco sta pagando l’ennesimo delirio del presidente Recep Tayyip Erdogan, che si è definito lui stesso, tempo fa, “nemico dei tassi di interesse” e che, ormai presa in ostaggio la banca centrale, ha reso la lira, ormai, una valuta carta-straccia. Carta straccia al punto da essere messa al bando da Apple.

Inflazione al 20% in Turchia ma per Erdogan la soluzione è tagliare continuamente i tassi: crash lira, messa al bando da investitiri e ora anche da AppleChe significa? Significa che, dopo il tonfo storico della moneta, precipitata l’altroieri fino a -15% nei confronti del dollaro Usa, il colosso dell’iPhone ha deciso di sospendere le vendite in Turchia in via temporanea.

La decisione è stata presa da Apple lo scorso 23 novembre, l’altroieri, dopo il crash della lira turca: i consumatori turchi che hanno cercato di acquistare gli iPhone e altri prodotti elettronici, come anche i Mac, hanno ricevuto un messaggio di errore andando nel sito locale del gigante.

Interrotta di colpo la vendita della maggior parte dei prodotti, con il messaggio “Not currently available”, ovvero “al momento non disponibile”, in base a quanto riportato da Reuters, ma anche in base alle testimonianze dirette postate sui social.

Il sito online di Apple ora funziona alla perfezione: peccato tuttavia che non si possano aggiungere i prodotti al carrello ed effettuare i pagamenti.

Erdogan parla di guerra di indipendenza economica, crash lira fino a -15%

Il tonfo della lira si è fatto più drammatico nella giornata di martedì, per l’appunto, quando la valuta è crollata fino a 13,45 nei confronti del dollaro Usa, scendendo per l’11esima sessione consecutiva, prima di ridurre il tonfo.

Il sell off è stato alimentato dalle dichiarazioni di Erdogan che, la sera prima, aveva difeso il taglio dei tassi annunciato la settimana scorsa dalla banca centrale turca, definendolo parte di “guerra di indipendenza economica.

Giovedì scorso la banca centrale della Turchia ha tagliato i tassi di ben 100 punti base, al 15%, portando a -400 punti base i tagli totali avviati dal mese di settembre, a fronte di una inflazione che si avvicina ormai al 20%.

Nel mese di ottobre, Erdogan aveva licenziato anche tre esponenti della Commissione di politica monetaria della banca centrale.

Nel marzo di quest’anno, la purga aveva fatto cadere invece direttamente la testa del banchiere centrale Naci Agbal, ‘colpevole’ di aver alzato i tassi per cercare di frenare l’inflazione galoppante del paese.

Risalendo agli eventi degli ultimi anni, diversi sono stati i casi in cui la banca centrale turca si è confermata semplice fantoccio del governo.

C’è stato in realtà qualche tentativo da parte del banchiere centrale di turno di rivendicare la propria indipendenza: come nel settembre del 2018, quando la CBRT (banca centrale turca per l’appunto) snobbò del tutto gli avvertimenti di Erdogan, alzando i tassi di interesse invece di abbassarli, mostrando così uno scatto di sussulto e di dignità e umiliando il presidente. In quell’occasione, i tassi vennero alzati dal 17,5% al 24%.

La banca era guidata dal governatore Murat Cetinkaya, che venne licenziato poi nel luglio del 2019, per non aver chinato la testa di fronte alla richiesta di Ankara di procedere a un taglio dei tassi di 300 punti base, e dopo aver alzato i tassi di ben 625 punti base fino al 24% nel settembre del 2018.

Il trend della lira turca dall’inizio di quest’anno rimane dir poco drammatico: la valuta ha visto andare in fumo il 42% del suo valore e, con un presidente che ha praticamente preso le veci della banca centrale, adottando tra l’altro non una politica monetaria restrittiva, di norma utilizzata per combattere la piaga dell’inflazione, ma ulteriormente espansiva, è più probabile che soffra ulteriori svalutazioni piuttosto che riacquisti la fiducia dei mercati.

Soltanto dall’inizio della scorsa settimana ha perso ben il 22%.

La consapevolezza della crisi, tra i turchi, è tale che un dipendente di un negozio Apple di Istanbul ha riferito che chi vuole acquistare i prodotti elettronici del gigante americano lo fa non solo per diletto, m per effettuare un investimento in un bene che considera di valore, come può essere l’iPhone.

La situazione economica è piuttosto surreale, i consumatori vanno alla ricerca di riserve di valore e si catapultano nei negozi”.

La crisi valutaria che ha colpito la Turchia è esplosa tra l’altro anche qualche giorno prima del Black Friday e diversi sono i consumatori che temono di non riuscire a trovare l’occasione che sognavano o/e di veder impennarsi i prezzi di ogni bene.