Notizie Europa Lettera Ue a Roma: ‘manovra non rispetta regola taglio debito’. Commissione ora teme Italia Viva di Renzi?

Lettera Ue a Roma: ‘manovra non rispetta regola taglio debito’. Commissione ora teme Italia Viva di Renzi?

22 Ottobre 2019 09:52

L’Ue ha paura delle richieste di stravolgere la manovra, che arrivano soprattutto dal leader di Italia Viva Matteo Renzi e dal numero uno del M5S Luigi Di Maio? Sembra proprio così.

Arriva intanto la lettera della Commissione europea, firmata dal commissario agli Affari economici Pierre Moscovici e dal vicepresidente della Commissione Ue, Valdis Dombrovskis:

“La manovra non rispetta la regola della riduzione del debito”, si legge nel testo. Ancora, la Commissione Europea “prende nota della richiesta dell’Italia nel documento programmatico di bilancio di fare uso della flessibilità prevista dal braccio preventivo del patto di stabilità per tenere conto dell’impatto sul bilancio di eventi eccezionali. La Commissione Europea, e più avanti il Consiglio, condurranno una valutazione accurata dell’applicazione” della flessibilità, “considerando i criteri di eligibilità“.

Roma è già pronta a rispondere entro la giornata di domani, mercoledì 23 ottobre.

Della questione si occupa un articolo de La Repubblica pubblicato oggi: “Governo, c’è posta per te” è il titolo di apertura del quotidiano: “L’Unione europea scrive all’Italia: attenti a non stravolgere in Parlamento le misure già decise”.

Mentre da altre fonti si apprende che l’invio della lettera è solo pro-forma e che il dialogo che sta avvenendo tra Roma e Bruxelles è all’insegna della totale trasparenza, La Repubblica fa notare che la preoccupazione della Commissione è, per l’appunto, che la legge di bilancio venga stravolta nei suoi contenuti dalle ambizioni (o gara di populismo?) del leader di Italia Viva e del numero uno del M5S.

Le tensioni che sono emerse nelle ultime settimane hanno visto infatti protagonisti soprattutto gli attacchi dei due o, comunque, degli esponenti dei due partiti, con l’ex Pd e ora esponente di Italia Viva, Maria Elena Boschi per esempio, che ha anche accusato il Partito Democratico di star diventando il partito delle tasse.

Nell’articolo di La Repubblica si legge che l’Europa è disponibile a dare l’ok alla legge di bilancio. “A patto però che non venga stravolto in Parlamento sotto la spinta di Luigi Di Maio e Matteo Renzi. Questo il vero timore che si respira nella capitale dell’Unione, dove in queste ore vengono monitorate con grande attenzione e una certa preoccupazione le polemiche scatenate dai leader di M5S e Italia Viva”.

L’Ue non dovrebbe invece mettere in discussione sia l’impianto che i saldi della manovra.

“La richiesta di informazioni europea è quasi un atto dovuto – spiega La Repubblica – visto che il ministro Roberto Gualtieri ha disegnato una manovra oltre i limiti delle regole della zona euro con un deterioramento del saldo strutturale dello 0,1% anziché una sua correzione dello 0,6%. Quel 2,2% “espansivo” di deficit accettabile solo grazie a un’ampia dose di flessibilità che Bruxelles deve ancora accordare. In tutto 14 miliardi di tolleranza, pari a uno 0,7% del rapporto tra deficit e Prodotto interno lordo. Tuttavia nel dialogo informale tra il Tesoro e il Berlaymont la situazione appare in discesa e il via libera alla flessibilità a portata di mano”.

Il leader di Italia Viva si è messo in evidenza nelle ultime ore con alcune richieste come il no alla sugar tax. Al Tg 2 Renzi è stato anche abbastanza chiaro nel suo intento di dare battaglia, in Parlamento, alle tasse contenute nella legge di bilancio (proprio ciò che teme la Commissione, ovvero che il Parlamento stravolga quanto deciso dall’esecutivo).

“Oggi la manovra ha aspetti positivi come il mancato aumento dell’Iva e qualche tassa di troppo come la sugar tax o balzelli per le partite Iva – ha detto l’ex premier ex PD – Daremo battaglia in Parlamento e sono pronto a scommettere che queste tasse verranno eliminate dal lavoro dei parlamentari”.

Non per niente proprio le recenti tensioni – che sono state per ora risolte con il vertice di maggioranza di ieri sera – hanno riportato i tassi sui BTP a 10 anni all’1%. E le tensioni hanno visto protagonisti proprio loro due: Matteo Renzi e Luigi Di Maio.