Le operazioni di buy-out spopolano in Europa
Record di operazioni di buy-out in Europa. Questo tipo di investimento, secondo cui le azioni ordinarie di una società sono acquisite per la maggior parte da un gruppo di manager, che assumono il doppio ruolo di azionisti/imprenditori, ha riscosso un gran successo nel primo semestre del 2007 nel Vecchio continente. Un magic moment confermato dai dati diffusi dal Cmbor, il centro analisi sulle operazioni di buy-out realizzate nel Vecchio continente, fondato da Deloitte e da Barclays private equity, che ha messo in evidenza un valore totale pari a 91,8 miliardi di euro, in crescita del 15% rispetto allo stesso periodo del 2006.
Se si guarda all’Italia, si osserva che sono concluse 18 operazioni di buy-out/buy-in. E come è accaduto nel resto d’Europa, per questo tipo di operazioni sono state le aziende familiari a farla da padrona con una percentuale pari al 67%. Così Elio Milantoni, partner di Deloitte Financial advisory services, commenta questa tendenza nel Belpaese. Nonostante il buon umore per questi risultati, Milantoni ha anche frenato gli entusiasmi, aggiungendo che “è difficile che questo andamento prosegua in modo identico anche nel secondo semestre”.
“L’Europa continentale – spiega Emanuele Cairo, managing e director e responsabile per l’Italia di Barclays private equity – continua a essere il luogo dove si concludono il maggior numero di operazioni”. Secondo Cairo, se si prendono in considerazione le strategie di uscita emerge che i secondary buy-out hanno prevalso, rappresentando la metà dei way out in termini numerici e 8 delle prime 10 operazioni in termini di valore.