Notizie Indici e quotazioni Le Borse prendono fiato dopo la corsa, Piazza Affari tenta il recupero con le banche

Le Borse prendono fiato dopo la corsa, Piazza Affari tenta il recupero con le banche

23 Febbraio 2016 10:08
Le principali Borse europee riprendono fiato dopo la corsa di ieri, aprendo in territorio negativo in scia alla debolezza del prezzo del petrolio e dei listini asiatici. Da Francoforte, a Londra e a Parigi, i listini del Vecchio continente segnano ribassi intorno al mezzo punto percentuale. Piazza Affari oscilla sopra e sotto la parità: dopo un -1% in avvio, l’indice Ftse Mib ha tentato il recupero grazie alle banche, segnando un rialzo dello 0,45%, per poi tornare sotto la parità e poi risalire ancora. In questo momento l’indice guida della Borsa di Milano segna un +0,11% muovendosi in area 17.523 punti.
Petrolio in primo piano, serve azione comune all’interno dell’Opec
Il petrolio rimane la variabile prevalente che orienta al momento l’umore degli operatori. Dopo il recupero di ieri, la giornata si è aperta con un nuovo calo dell’oro nero. Secondo Abdalla Salem El-Badri, segretario generale dell’Opec, l’organizzazione dei paesi esportatori di petrolio, il congelamento sulla produzione di petrolio provvisoriamente concordato da quattro nazioni del cartello Opec può essere il primo passo di una serie di mosse volte a contrastare la discesa dei prezzi. “Si tratta di un primo passo per vedere cosa possiamo raggiungere. Se sarà un successo, forse in futuro potremmo farne altri”, ha rimarcato El-Badri. La scorsa settimana Arabia Saudita, Russia, Qatar e Venezuela si sono accordati per frenare la crescita della produzione di petrolio ai livelli di fine gennaio. Accordo subordinato alla partecipazione anche degli altri grandi Paesi produttori di petrolio.
L’Ifo tedesco ancora in calo, campanello d’allarme?
Se il dato sul Pil tedesco ha confermato le aspettative, segnando nel quarto trimestre una crescita dello 0,3% rispetto al periodo precedente e dell’1,3% su base annua, non si può dire lo stesso sull’Ifo. L’indice che misura la fiducia degli imprenditori tedeschi si è attestato a febbraio a 105,7 punti, in deciso ribasso rispetto ai 107,3 punti di gennaio e sotto le attese pari a 106,8 punti. Si tratta del terzo calo consecutivo e la lettura più bassa dal gennaio 2015. A pesare sull’umore delle imprese tedesche le turbolenze sui mercati e i rinnovati timori sulla crescita dei mercati emergenti, in particolare della Cina. “L’indice Ifo di oggi invia un forte campanello d’allarme per l’economia tedesca: la vita facile e spensierata come “isola felice” sembra volgere al termine – commenta Carsten Brzeski, analista di ING – Per il momento, la solida attività interna dovrebbe evitare sorprese negative. La crescita dell’attività del settore pubblico, dei consumi e dell’edilizia potrebbe schermare l’economia tedesca da turbolenze esterne, ma non è una strategia per la crescita sostenibile nel medio periodo”. 
Nel pomeriggio dagli Stati Uniti arriveranno i numeri relativi prezzi delle abitazioni, la fiducia dei consumatori e le vendite di case esistenti, stimati tutti in rallentamento. 
Brexit, anche Fitch è preoccupata
Oggi Mark Carney, governatore della Bank of England, terrà un discorso sull’outlook, che potrebbe dare spunti sulla sempre più calda questione della Brexit, la cosiddetta uscita della Gran Bretagna dall’Unione europea, che verrà messa al voto il prossimo 23 giugno. Intanto le agenzie di rating hanno lanciato un avvertimento. Dopo Moody’s, ieri anche Fitch ha avvertito che una possibile Brexit creerebbe nell’immediato perturbazioni in quasi tutti i settori e rischi significativi anche nel lungo termine. “I lunghi negoziati e l’incertezza sul futuro accesso delle imprese britanniche ai mercati dell’Unione europea in vista del prossimo referendum sull’adesione all’Ue (Brexit) peserebbero sulla fiducia e ritarderebbero le decisioni di investimento. Ciò avrebbe un costo economico a breve termine, anche se l’impatto preciso è incerto”, ha detto Fitch nella nota diffusa ieri sera.