Notizie Notizie Italia Lavoro, allarme Ocse: Italia penultima per occupazione giovanile, boom dei ”Neet”

Lavoro, allarme Ocse: Italia penultima per occupazione giovanile, boom dei ”Neet”

27 Maggio 2015 09:49

Il tasso di occupazione dei giovani tra i 15 e i 29 anni in Italia è diminuito di circa il 12% passando tra il 2007 al 2013 dal 64,33% al 52,79%, il secondo peggior dato tra i Paesi Ocse, dietro solo alla Grecia (48,49%), contro una media dell’area al 73,7%. Meglio di noi fanno Spagna (58,1%) e Slovacchia (66,9%), mentre l’Olanda è in testa alla classifica con l’81,7% dei giovani occupati. E’ quanto emerge dal Rapporto Ocse su giovani e occupazione basato su dati 2012-2013. 

 
Allarmanti i dati sui cosiddetti “Neet”, ossia i giovani non occupati nè iscritti a scuola o in apprendistato, che in Italia sono pari al 26,09% degli under 30, quarto dato più elevato tra i Paesi Ocse. All’inizio della crisi nel 2008, erano il 19,15%, quasi 7 punti percentuali in meno. Nell’insieme dei Paesi Ocse, i giovani Neet erano oltre 39 milioni a fine 2013, più del doppio rispetto a prima della crisi. Tra i giovani Neet italiani, il 40% ha abbandonato la scuola prima del diploma secondario superiore, il 49,87% si è fermato dopo il diploma e il 10,13% ha un titolo di studi universitario. La percentuale di Neet è più elevata tra le femmine (27,99%) che tra i maschi (24,26%). I governi, esorta l’Ocse, devono fare di più per dare ai giovani un buon inizio per la loro vita lavorativa e aiutarli a trovare lavoro.
 
L’Ocse evidenzia come il 31,56% dei giovani italiani svolga un “lavoro di routine”, che non richiede l’utilizzo di competenze specifiche, e il 15,13% abbia un’occupazione che comporta uno scarso apprendimento legato al lavoro. Il nostro Paese è in particolare quello con la più elevata percentuale di giovani tra i 16 e i 29 anni che non hanno alcuna esperienza nell’uso del computer sul posto di lavoro, con il 54,3%, a fronte di una percentuale di giovani che non usano mai il computer ferma al 3%.
 
All’Italia spetta il primato anche di Paese Ocse con la maggior percentuale di giovani in età lavorativa (16-29 anni) e adulti (30-54) con scarse competenze di lettura, rispettivamente il 19,7% e il 26,36%. Il Belpaese ha inoltre la percentuale più elevata di persone con scarse abilità in matematica tra gli adulti, il 29,76%, e la seconda tra i giovani in età lavorativa, il 25,91%, dietro agli Usa (29,01%). In generale, riferisce la tabella Ocse per la misurazione dell’ “occupabilità” dei giovani, il nostro Paese è al di sotto della media per le competenze dei giovani, i metodi di sviluppo di queste competenze negli studenti e la promozione del loro utilizzo sul posto di lavoro. L’Italia è invece seconda tra i paesi Ocse per percentuale di giovani under 25 che hanno abbandonato la scuola prima di aver terminato le superiori, e non stanno seguendo un altro tipo di educazione, il 17,75%, dietro la Spagna con il 23,21%. L’abbandono scolastico, rileva l’Ocse, ha un impatto significativo rilevante sul livello di competenze: se si considera per esempio la matematica, la percentuale di persone con competenze insufficienti è del 58,5% tra chi non ha terminato le superiori, e scende al 27,7% per chi ha ottenuto un diploma.