L’asse Caltagirone-Del Vecchio prepara battaglia su Generali, verso terremoto nel board con ceo Donnet a rischio
Aria di cambiamenti all’interno di Generali con due dei principali investitori nell’assicuratore italiano che si alleano, una mossa potrebbe includere la sostituzione dell’amministratore delegato Philippe Donnet.
Da una parte, il magnate delle costruzioni Francesco Gaetano Caltagirone e il fondatore di Luxottica Leonardo Del Vecchio, che insieme possiedono circa l’11% di Generali, hanno raggiunto un accordo per lavorare insieme verso “una gestione più redditizia ed efficace” dell’assicuratore italiano. Il consiglio di amministrazione di Generali si riunisce il 27 settembre per discutere la presentazione di una lista di amministratori da sottoporre al voto degli azionisti il prossimo anno. Ma se la lista del consiglio non rappresenta una grande revisione nella gestione, i due magnati italiani potrebbero presentare una lista alternativa senza Donnet come CEO, come hanno detto fonti vicine.
Secondo l’accordo, Del Vecchio e Caltagirone si consulteranno a vicenda alla prossima assemblea generale degli azionisti e collaboreranno al rinnovo del consiglio. Il loro patto sarà aperto a tutti gli investitori che sostengono la loro visione di Generali.
I legami di Generali con Mediobanca
Alcuni degli investitori italiani di Generali – tra cui Caltagirone – hanno già spinto per cambiamenti nella governance dell’assicuratore e hanno criticato l’influenza di Mediobanca sulla compagnia. La battaglia su Generali ha anche avuto un effetto a catena in Mediobanca, il cui CEO Alberto Nagel sostiene Donnet. Caltagirone e Del Vecchio hanno alzato la posta aumentando le loro partecipazioni in Mediobanca, la più grande banca d’investimento italiana quotata in borsa. “Gli investitori si aspettavano una dichiarazione di guerra dopo le schermaglie dell’ultimo anno tra Generali, Mediobanca e i due magnati”, ha sostenuto Vincenzo Longo, market strategist di IG. “Non credo che questa mossa influenzi la strategia di Generali nel breve termine, ma potrebbe dare alle azioni un appeal speculativo”. Mentre Caltagirone, che è anche vice presidente di Generali, ha rifiutato di votare per approvare i risultati 2020, una mossa simbolica che sottolinea il suo disaccordo con alcuni dirigenti dell’assicuratore e i loro finanziatori, l’86enne Del Vecchio l’anno scors ha ottenuto l’approvazione della Banca Centrale Europea per raddoppiare la sua partecipazione in Mediobanca fino al 20% criticando il management di Mediobanca per essere troppo passivo nella ricerca di opportunità di crescita e per essere eccessivamente dipendente dai profitti di Generali. Del Vecchio vede la possibilità di far conoscere Generali come top player europeo con forti radici italiane.