Notizie Notizie Mondo L’AI innesca la brama di nucleare: occhio al boom di questi tre titoli (tra cui Oklo di Sam Altman)

L’AI innesca la brama di nucleare: occhio al boom di questi tre titoli (tra cui Oklo di Sam Altman)

28 Ottobre 2024 14:19

I colossi tecnologici si danno al nucleare per autoprodursi le grandi quantità di energia necessarie per alimentare i nuovi data center di intelligenza artificiale (AI). Amazon e Google questo mese hanno annunciato importanti investimenti in progetti in mini-reattori nucleari (SMR) nel tentativo di bilanciare i loro obiettivi climatici con la crescente domanda di energia dei loro data center e anche Larry Ellison di Oracle intende costruire un data center alimentato da SMR.

Nucleare in formato small 

Una vera e propria rinascita del nucleare per far fronte all’aumento della necessità di energia dovuto allo sviluppo dell’AI. Goldman Sachs stima che il consumo energetico globale dei data center

crescerà del 160% entro il 2030, trainato dalla domanda dell’intelligenza artificiale. L’Agenzia internazionale per l’energia atomica indica invece che la produzione di energia nucleare in Nord America potrebbe raddoppiare entro il 2050.

L’energia nucleare, che è praticamente priva di emissioni di carbonio e fornisce elettricità 24 ore al giorno, è diventata sempre più attraente per l’industria tecnologica nel tentativo di ridurre le emissioni e di aumentare l’intensità energetica. Il mese scorso anche Microsoft ha raggiunto un accordo per riavviare le operazioni presso la centrale energetica di Three Mile Island, il sito del peggior incidente nucleare americano nel 1979.

Sam Altman gioisce, boom per la sua Oklo

Le mosse di Google e Amazon hanno acceso i riflettori sulle azioni della società che producono mini-reattori nucleari modulari (SMR). Tra queste spicca Oklo, sostenuta da Sam Altman, il ceo di OpenAI, che a ottobre segna un balzo di oltre il 140%. Sam Altman risulta detenere, stando ai dati risalenti a giugno, il 2,6% nella società, oltre ad essere il presidente di Oklo dopo averne ricoperto il ruolo di ceo per tre anni.

E’ proprio con Oklo che Google ha stretto un accordo questo mese per sviluppare piccole centrali nucleari modulari negli Stati Uniti.

Tra gli azionisti di Oklo, quotata da pochi mesi a Wall Street e con un valore di mercato che è arrivato a 2,3 mld di dollari, figurano anche Cathie Wood e Peter Thiel.

Oklo sta progettando i piccoli reattori nucleari modulari (SMR), in grado di produrre energia più economica, più veloce e più sostenibile rispetto agli impianti nucleari tradizionali. Oklo stima che i suoi impianti – il primo dovrebbe essere attivo dal 2027 –  non dipenderebbero dall’acqua come refrigerante. “L’opportunità è così enorme che ci sarà un buon numero di persone che avranno successo”, ha detto il ceo di Oklo Jacob DeWitte. Citi stima un boom del mercato SMR potrebbe fino a 300 miliardi di dollari entro il 2040.

Non solo Oklo, altri titoli del mini-nucleare e l’Etf Uranium 

La voglia di mini-reattori nucleari ha innescato l’exploit anche di NuScale (+400% Ytd) e Nano Nuclear Energy, salite rispettivamente del 60% e del 35% questo mese. Tra le aziende che stanno sviluppando SMR figura anche TerraPower di Bill Gates (non quotata). Ad oggi nessuno SMR è stato implementato negli Stati Uniti e i lunghi processi di licenza significano che la redditività non arriverà nel breve.

Oklo, ad esempio, ha segnato una perdita netta di 53 milioni di dollari per i primi sei mesi dell’anno dai 9 milioni di rosso dell’analogo periodo dell’anno precedente.

NuScale, che beneficia di uno stretto rapporto con Fluor, un’importante società di ingegneria, approvvigionamento e costruzione che è l’azionista di maggioranza di NuScale Power, ad oggi non ha ancora generato alcun fatturato materiale oggi, in quanto non ha ancora venduto alcun mini-reattore.

Due di questi titoli. Oklo e NuScale, sono compresi nel Global X Uranium Etf, tornato nei pressi dei massimi storici con un +42% nell’ultimo mese. Il titolo di maggior peso di questo Etf è Cameco con una quota di oltre il 23% dell’intero paniere composto da 51 titoli legati al business nucleare.