Intelligenza Artificiale fa esplodere domanda di elettricità: big tech puntano sul nucleare
Il boom dell’Intelligenza Artificiale sta rivoluzionando il mondo della tecnologia ma anche quello dell’energia. I “modelli” di AI, basati sull’analisi di enormi banche dati, richiederanno un numero sempre maggiore di data center (secondo alcune stime il doppio di quelli attuali solo negli Stati Uniti) generando quindi un fabbisogno energetico senza precedenti e le grandi aziende high-tech, come Amazon, Microsoft e Google hanno recentemente indicato la via maestra per soddisfarlo: il nucleare.
- Google, Amazon, Microsoft sulla via del “bring your own power”
- Una domanda di energia e di data center in continua crescita
- Mini reattori nucleari modulari, il futuro dell’energia?
- Anche giapponese Ubitus, legata a Nvidia, punta su atomo
- Intelligenza artificiale continua a far volare i produttori di chip
Google, Amazon, Microsoft sulla via del “bring your own power”
Questa settimana, come riportato da Associated Press, sia Google che Amazon hanno annunciato partnership con società del settore energetico per acquistare energia prodotta da reattori nucleari modulari che verranno sviluppati nei prossimi anni.
Kairos Power, partner di Google, prevede di attivare il suo primo reattore entro il 2030, a cui ne seguiranno altri entro il 2035.
Amazon dal canto suo ha annunciato mercoledì una serie di investimenti analoghi per oltre 500 milioni di dollari in tre diversi progetti, dalla Virginia allo stato di Washington, in partnership con le società Dominion, X-Energy ed Energy Northwest.
Il mese scorso, Constellation Energy ha annunciato di voler riattivare la sua centrale nucleare di Three Miles Island dopo aver stretto un accordo di fornitura ventennale per alimentare i data center di Microsoft.
Queste mosse sono parte di una più ampia strategia green che i tre colossi high-tech si sono impegnati a intraprendere per ridurre la loro impronta ambientale con l’impiego di tecnologie non inquinanti, avendo già investito in energia solare ed eolica.
Una domanda di energia e di data center in continua crescita
Secondo la International Energy Agency (IEA) il consumo totale di energia elettrica dei data center potrebbe superare i 1000 terawattora ora nel 2026, oltre il doppio rispetto al 2022. Un terawattora è sufficiente per fornire energia a circa 70.000 abitazioni in un anno.
“L’Intelligenza Artificiale sta guidando un aumento significativo nell’ammontare di data center e di energia richiesti sulla rete”, ha detto ad AP Kevin Miller, vice direttore generale per i data center globali di Amazon Web Services, la sussidiaria di Amazon responsabile dei suoi data center. “Vediamo le nuove tecnologie nucleari come elementi chiave ed essenziali”.
Negli Stati Uniti ci sono attualmente circa 2.700 data center, controllati principalmente da giganti del tech, che nel 2022 hanno consumato oltre il 4% dell’elettricità complessiva negli Stati Uniti. Secondo l’ente di ricerca non profit Electric Power Research Institute, questa percentuale salirà al 9% entro il 2030.
Già adesso la rete elettrica statunitense è sotto sforzo e un peso crescente lo avranno sempre di più le esigenze dell’AI. Una singola ricerca su ChatGPT, ad esempio, utilizza quasi dieci volte l’elettricità di una normale ricerca su Internet.
Mini reattori nucleari modulari, il futuro dell’energia?
I reattori nucleari modulari sono in grado di generare circa un terzo dell’energia di un reattore tradizionale e, secondo le società produttrici, si possono costruire più rapidamente e a costi inferiori. Per la segretaria all’Energia statunitense Jennifer Granholm, queste tecnologie “avranno un ruolo enorme nella risoluzione del puzzle” di come allontanarsi dalle energie fossili facendo fronte contemporaneamente all’aumento di domanda di elettricità. Il suo ministero, ha aggiunto, stanzierà 900 milioni di dollari per contribuire allo sviluppo di questi reattori.
Granholm, parlando ad un evento di Amazon in Virginia, si è anche congratulata con la società per il suo sforzo di “BYOP”, o “bring your own power”.
I mini reattori sono ancora in fase di sviluppo, nessuno di essi è ancora in grado di contribuire alla rete elettrica americana ma i primi modelli potrebbero diventare operativi entro il 2030. Notizie come queste, investimenti di grossi nomi del settore, possono velocizzarne il percorso di diffusione.
Anche giapponese Ubitus, legata a Nvidia, punta su atomo
La tendenza “BYOP” si sta diffondendo anche al di fuori degli Usa. Riporta Bloomberg come la società con base a Tokyo Ubitus K.K., di cui Nvidia è investitore, sia in cerca di un terreno per costruire un nuovo data center in Giappone, con la condizione che si trovi nelle vicinanze di una centrale nucleare.
Ubitus è un’azienda specializzata in infrastrutture via cloud per videogiochi e il suo nuovo data center servirà soprattutto per l’AI. “A meno che non si trovi un’energia migliore, più efficiente ed economica, il nucleare è ancora la nostra opzione più competitiva in termini di costi e di adattamento dell’offerta”, ha detto il CEO Wesley Kuo.
Intelligenza artificiale continua a far volare i produttori di chip
Ieri la straordinaria performance trimestrale di Taiwan Semiconductor Manufacturing Company (TSMC) ha mandato segnali di ottimismo nel settore dei semiconduttori, sul fatto che la domanda per l’Intelligenza Artificiale sia solida e persistente.
TSMC, basata a Taiwan, produce chip disegnati sia da Nvidia che dalla rivale Advanced Micro Devices, che vengono utilizzati principalmente nei data center al servizio di software AI come ChatGPT o Anthropic. TSMC, come riporta Yahoo Finance, ha registrato nel terzo trimestre, un aumento di utili del 54% rispetto allo stesso trimestre dello scorso anno, e ha migliorato le sue previsioni per l’intero anno fiscale. Questo dovuto principalmente a “una domanda relativa all’AI estremamente robusta”, ha detto il CEO C.C. Wei.
Questo ha fatto volare le azioni del settore. Nvidia è salita fino al 3% durante le contrattazioni, toccando anche un massimo assoluto intraday, AMD è cresciuta dell’1,3%, per poi chiudere in pareggio, mentre Broadcom ha terminato con un guadagno del 2,7 per cento.
Le azioni TSMC sono salite del 9,8%, spingendo la capitalizzazione di mercato complessiva oltre il trilione di dollari.