Borse europee-Wall Street: chi vince? Goldman Sachs presenta i pro e i contro: occhio a fattori ESG e dollaro
L’azionario made in Europe riuscirà mai a fare meglio di Wall Street? E’ un interrogativo che di tanto in tanto si ripresenta, e che in determinate fasi dei mercati porta gli analisti a sfornare report vari su chi vincerà nel confronto Borse Ue-Wall Street. Di norma, riguardo alla borsa Usa, il timore è che ci sia sempre qualche bolla pronta a ripresentarsi periodicamente e a esplodere.
Non per niente, il termine multipli di bolla è utilizzato con una certa frequenza. Certo, è anche vero che l’euforia spesso non risparmia neanche l’azionario europeo, tornato di recente sotto i riflettori, tanto che Barclays ha scritto che questo potrebbe essere il momento dell’Europa.
Nelle ultime ore ha detto la sua anche Goldman Sachs, con un report dedicato ai due mercati.
“Fino a quando la crescita globale continuerà a migliorare e le condizioni assicurate dalla politica garantiranno il loro sostegno, riteniamo che l’Europa possa sovraperformare – hanno scritto gli analisti, ricordando che “il team di asset allocation ha rivisto al rialzo il rating sull’azionario europeo a overweight“, guardando a un arco temporale di tre mesi. Questo, appunto, nel breve.
Ma nel lungo termine?
“Siamo meno convinti che l’Europa possa riuscire a sovraperformare in un arco di più lungo periodo”, hanno avvertito gli analisti di Goldman Sachs – aggiungendo, tuttavia, che le differenze tra le regioni diminuiranno”.
D’altronde, 1) in Europa i settori e i titoli growth stanno diventando sempre più diffusi; la regione batte tutti per quanto riguarda l’ESG, ovvero la finanza sostenibile; 3) l’impegno verso l’area euro mostrato dai politici e dalle autorità di mercato ha fatto scendere il rischio relativo dell’Europa (rispetto ad altre aree).
Allo stesso tempo, il gap in termini di crescita dell’eps rimane impressionante, se si considera che, come ricorda Goldman Sachs, l’utile per azione Usa è salito in media dell’87% dal precedente picco, rispetto ad appena il +2% in Europa. E’ vero però che “la Borsa Usa non ha – secondo gli esperti – scontato del tutto il rischio rappresentato dalle elezioni presidenziali. Inoltre, un azzeramento del taglio delle tasse lanciato dall’amministrazione Trump nel 2017 sforbicerebbe l’eps di 11 pp. Infine, il debito negli Stati Uniti sta salendo, se si considera che il ratio debito/equity è pari al 90% (esclusa la componente dell’hi-tech), rispetto al 70% in Europa”.
Questi appena elencati sono tutti rischi al ribasso che potrebbero frenare Wall Street. E’ vero, però, che gli Stati Uniti stanno assistendo a stimoli fiscali potenti (che potrebbero essere, tra l’altro, estesi)”.
Qualcuno potrebbe ribattere che forse l’azionario europeo è più conveniente rispetto a quello made in Usa. Goldman risponde:
“Si, ma di poco. L’Europa è più conveniente del 18% se si considera il rapporto P/E, ma la differenza viene dimezzata quando si tengono in considerazione alcune differenze di settori”. Inoltre, “i flussi dei fondi di investimento mostrano un costante sell in Europa da parte degli investitori stranieri, dal 2015”.
E’ vero anche, però, che il dollaro sta scendendo e, di norma, “l’azionario europeo tende a sovraperformare gli Stati Uniti (in termini di dollari), quando il dollaro scende. Di conseguenza, un dollaro debole potrebbe anche incoraggiare gli investitori globali a diversificare i loro portafogli. Riguardo all’Europa, gli strategist di Goldman Sachs consigliano di puntare sui titoli delle società attive nel settore infrastrutture (GSSTFISC) e in quello delle rinnovabili (GSSBRNEW). “