Notizie Asset Class Indici e quotazioni Effetto COVID e tassi a zero, oro +17% da inizio anno. Flussi boom negli ETF garantiti dall’oro fisico

Effetto COVID e tassi a zero, oro +17% da inizio anno. Flussi boom negli ETF garantiti dall’oro fisico

24 Giugno 2020 08:57

Buy scatenati sull’oro, bene rifugio per eccellenza, che testa nuovi massimi, grazie al boom di acquisti che stanno interessando in queste ore soprattutto gli ETF garantiti dall’ oro fisico. Gli investitori decidono sempre più di rifugiarsi nell’asset considerato tra i più sicuri al mondo, scommettendo su un contesto in cui a predominare saranno i tassi di interesse ultra-bassi o negativi e, di conseguenza, i deprezzamenti delle valute.

Non per niente, tra i fattori che stanno facendo salire la febbre sull’oro, c’è sicuramente il calo del dollaro, che un titano del mondo della finanza come l’ex Morgan Stanley Stephen Roach, vede crollare fino a -35%.

Febbre oro: boom di flussi negli ETF in tempi di COVID-19
Three .9999 fine gold bars, 400 troy ounces or 28 lbs each, with a combined value of more than USD 2 million, are displayed at the Bureau of Engraving and Printing (BEP) August 27, 2012, in Washington, DC. AFP PHOTO/Paul J. Richards (Photo credit should read PAUL J. RICHARDS/AFP/GettyImages)

E così, dietro la spinta di diversi fattori, il contratto sull’oro con scadenza ad agosto, che è quello al momento più attivo sul Comex di New York, ha testato nelle ultime ore un record a $1,786.10 l’oncia, valore massimo dall’ottobre del 2012, dunque in otto anni, e in rialzo del 17% dall’inizio del 2020.

L’ultima volta che i prezzi dell’oro si posizionarono al di sopra della soglia dei $1.800 – a cui le quotazioni si stanno avvicinando – fu nel settembre del 2011: quell’anno, il metallo finì però per fare dietrofront, per chiudere a $1.565 l’oncia.

A fare da assist al bene rifugio per eccellenza è la paura di una seconda ondata di casi di coronavirus e, dunque, di conseguenti lockdown e di un’economia che, in tutto il mondo, farà fatica a riprendersi dalla pandemia da coronavirus COVID-19.

I dati già confermano il trend rialzista della domanda di oro.

Il World Gold Council ha riportato lo scorso venerdì che flussi massicci pari a 27,3 tonnellate di oro (l’equivalente di 974.000 once che, ai prezzi odierni, valgono più di $1,7 miliardi), si sono riversati negli ETF garantiti da oro fisico.

L’ETF del mercato più grande al mondo – ovvero l’ SPDR Gold Shares o GLDha ricevuto la fetta più grande, pari a 23,1 tonnellate o 742.492 once, in coincidenza con la scadenza delle opzioni sul GLD di giugno.

Gli analisti delle principali banche d’affari confermano la view bullish sull’oro:

Goldman Sachsleggi la nota –  prevede che la domanda di investimenti in oro salirà, “scatenata dalla paura” . Di conseguenza, le stime a tre, sei e 12 mesi sono state riviste al rialzo rispettivamente a $1.800, $1.900 e $2000, dai precedenti outlook, rispettivamente di $1.600, $1.650 e $1.800. Goldman Sachs ha confermato anche la raccomandazione long sul metallo fino a dicembre di quest’anno.

Alzate anche le previsioni sui prezzi dell’argento, attesi a tre, sei e 12 mesi rispettivamente a $19, $21 e $22 all’oncia, rispetto ai precedenti $13,50, $14 e $15 all’oncia. Il Dollar Index continua intanto a oscillare al minimo in più di una settimana, a 96,61 circa.

Bullish sull’oro sono anche gli analisti di Bank of America, che ad aprile hanno reso noto di stimare per l’oro un balzo in 18 mesi a $3000 l’oncia, nella convinzione che “i tassi di interesse Usa e nel resto del mondo ‘rimarranno molto bassi per molto tempo”.

“Al di là dei fondamentali della domanda e dell’offerta di oro, la repressione finanziaria è tornata su scala straordinaria – hanno detto gli esperti – in Usa e nella maggior parte delle economie del G-10, i tassi rimarranno pari o al di sotto dello zero per un periodo di tempo molto lungo, visto che le banche centrali cercheranno di far salire l’inflazione al di sopra dei loro target”.

C’è poi anche Credit Suisse, che intravede una resistenza a un livello superiore a $1.921, con le resistenze successive individuate in corrispondenza di $2000 e successivamente a $2075-80. Il livello di supporto è fissato a $1.660 l’oncia.