Notizie Notizie Italia La spallata di Enel ai green bond: la nuova via delle SDG-Linked solleva qualche dubbio

La spallata di Enel ai green bond: la nuova via delle SDG-Linked solleva qualche dubbio

Pubblicato 9 Ottobre 2019 Aggiornato 10 Ottobre 2019 10:57

Il mercato dei green bond potrebbe presto subire una metamorfosi.  Enel ha aperto la strada all’emissione di obbligazioni mirate e dedicate al raggiungimento di determinati obiettivi. In gergo vengono definite obbligazioni “SDG-Linked” (Sustainable Development Goals). Il gruppo energetico italiano Enel è passato da obbligazioni verdi  a questo nuovo strumento il cui andamento è collegato agli Obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite (OSS). Secondo i termini degli accordi relativi agli SDG, Enel sarà libera di spendere i fondi raccolti a propria discrezione, anche per la generazione di elettricità alimentata a carbone o gas.

Secondo quanto riporta il sito Renovables.com, l’International Financing Review (IFR) ritiene che il piano di Enel pone incertezza sul mercato obbligazionario verde nel suo insieme, con alcuni investitori verdi che sottolineano che il nuovo format contraddice i principi fondamentali relativi alla responsabilità e alla trasparenza sugli standard di rendicontazione.

Enel apre la strada con il primo bond SDG

Il bond SDG-linked di Enel è stato collocato sul mercato USA a settembre presso investitori istituzionali socialmente responsabili (SRI), tramite la controllata olandese Enel Finance International. La multinazionale energetica italiana ha piazzato con successo un bond senior da 1,5 miliardi di dollari riscuotendo dal mercato una risposta per oltre 4 miliardi di domande e portando l’emittente a chiudere l’operazione con un vantaggio economico di 20 bps rispetto alla guidance iniziale per l’emissione Enel Finance International N.V. scadenza 10 settembre 2024 (codice Isin USN30707AM05). Il prezzo è stato fissato a 99,879% con rendimento effettivo a scadenza pari a 2,676%.

Enel intende collocare a breve anche un’obbligazione SDG denominata in Euro.

Tasso legato a obiettivi sostenibilità

Caratteristica peculiare del bond SDG-Linked piazzato il mese scorso da Enel è il tasso d’interesse applicato che rimarrà invariato fino a scadenza, ma potrebbe diventare step up, cioè progressivo di anno in anno qualora Enel non fosse in grado di raggiungere gli obiettivi economici sostenibili prefissati entro il 2021. In particolare, l’incremento sarà di 25 bps sulla cedola, a decorrere dal primo periodo di interesse successivo alla data di pubblicazione dell’assurance report del revisore contabile. L’emissione obbligazionaria “sostenibile” riflette l’impegno di Enel, primo operatore privato a livello mondiale per capacità installata rinnovabile, a contribuire al raggiungimento dell’obiettivo SDG 7.2, ovvero “aumentare considerevolmente entro il 2030 la quota di energie rinnovabili nel mix energetico globale”.

Perché al mercato piacciono i SDG-Linked bond

Visto il successo, Enel si appresta quindi a collocare un altro bond SGD-Linked denominato in euro anche in Europa. Ma perché piacciono agli investitori questi tipi di prestiti obbligazionari? In parte la risposta è insita nella maggiore attenzione che il mondo della finanza sta riservano all’economia sostenibile. La difesa del clima e dell’ambiente è sicuramente tema attuale e godrà di sempre maggiore  attenzione da parte di chi investe capitali. Per il resto, invece, i bond SGD-Liked, obbligano l’emittente a rispettare determinati obiettivi prestabiliti a sostegno dell’economia verde, pena la corresponsione di maggiori interessi a chi ha prestato soldi con tale scopo. Presto o tardi, quindi le società dedite alle emissioni di green bond dovranno adattarsi alla nuova tipologia di domanda del mercato, diventata più esigente, strutturando obbligazioni green con interessi condizionati al raggiungimento di determinati obiettivi in un arco temporale ben definito. Allo scopo Enel sta per abbandonare il programma dei green bond così come lo aveva intrapreso con le precedenti tre emissioni verdi che avevano portato in cassa 3,5 miliardi di euro, per orientarsi verso la nuova struttura SGD.