Notizie Notizie Italia MPS: analisti divisi su appeal da M&A anche con maxi-cessione Npl, rischio stangata per lo Stato

MPS: analisti divisi su appeal da M&A anche con maxi-cessione Npl, rischio stangata per lo Stato

9 Ottobre 2019 16:46

Il Tesoro stringe i tempi con Bruxelles sul nodo crediti deteriorati di MPS, passaggio necessario (ma forse non sufficiente) per rendere la banca appetibile in ottica M&A. I tempo stringere in vista dell’importante scadenza di fine anno (entro cui lo Stato deve indicare come intendere ridurre la quota di controllo) per tracciare il futuro della banca senese.

Proposta del Tesoro sugli Npe al vaglio finale dell’UE

La proposta di via XX Settembre sarebbe al vaglio finale dell’UE. Il Sole 24 Ore riprende la questione dello spin-off degli NPE ad Amco (ex SGA) dettagliando come la versione finale dell’operazione prevedrebbe il trasferimento del 70-80% di NPL ed UTP (circa 11 mld) rispetto ad un’ipotesi iniziale della totalità del portafoglio. Il prezzo di cessione sarebbe il valore di libro (46 cents) ma verrebbe previsto un meccanismo di compensazione per Amco da parte degli azionisti di Banca MPS. “Sembra di capire che la compensazione sia legata al fatto che il transfer price risulterebbe vicino al valore di libro e questa ipotesi sarebbe stata ritenuta distorsiva della concorrenza da parte dei consulenti della Commissione”, rimarcano gli esperti di Equita che ipotizzando la vendita di 11,5 mld di NPE (prezzo di 30 cent per gli NPE e 50 per gli UTP) l’NPE ratio scenderebbe da 16,6% a 5,0% e il CET1 da 11,9% a 11,1%.

“L’operazione faciliterebbe in maniera determinante anche scenari di aggregazione perché garantirebbe la diluzione dell’NPE ratio a qualsiasi altra banca che si candidasse ad un deal e migliorando la redditività della banca aumenterebbe la generazione di cassa facendo leva sui 2,3 mld di DTA attualmente off-balance e non computate nel CET1”, conclude Equita.

De-risking condizione necessaria per ogni futuro ragionamento di M&A

Gli analisti di Mediobanca Securities ribadiscono che il de-risking è una condizione necessaria per rendere Mps più attrattiva, specialmente in un contesto di possibile consolidamento del settore e specialmente nel caso di coinvolgimento di banche di medie dimensioni quali UBI Banca e Banco BPM. Al momento Mps ha un Npe ratio lordo del 14,6%, mentre Ubi è al 9,2% e Banco Bpm al 9,7%.

Più cauta Fidentiis che rimarca come il deconsolidamento di 14 miliardi euro degli Npe al valore di bilancio vedrebbe la Commissione europea contraria e anche con la cessione di 10 miliardi di crediti deteriorati ad Amco, la banca senese risulterebbe ‘scarsamente o per nulla interessante’ dal punto di vista di uno scenario M&A con nessuna banca che si avvicinerebbe a Mps se non ci sarà una qualche copertura dai rischi legali (almeno 5 miliardi di euro).

Il Tesoro, che detiene il 68% di MPS, è entrato a un prezzo di 7 euro e ai valori attuali segna una perdita potenziale di oltre 4 miliardi.