Telecom all’eterna ricerca della svolta in Borsa, sponda da rumor Ipo data center

Seduta effervescente per Telecom Italia a Piazza Affari che sfrutta i rumor sulla possibile Ipo dei data center. Il titolo della maggior tlc italiana segna un rialzo del 2,45% a 0,519 euro, tra le migliori società dell’indice Ftse Mib che sale di circa l’1%. Il saldo da inizio anno di Tim è positivo di oltre il 5%, con un balzo del 18% circa dai minimi del 14 agosto.
Analisti vedono spazio per ulteriori rialzi
Attualmente il target price medio a 12 mesi indicato dal consensus Bloomberg è di 0,62 euro per azione: si tratta del 19% sopra la valutazione attuale del titolo Telecom Italia. Quanto alla view, 16 sono gli analisti che raccomandano l’acquisto (Buy), pari al 61,5% del totale, mentre 5 consigliano di mantenere le azioni in portafoglio (Hold) e 5 suggeriscono la vendita (Sell).
Ipo dei data center scalda il mercato
Telecom Italia starebbe valutando l’idea di separare le attività dei suoi 23 data center e quotarle in un secondo momento su Borsa Italiana. E’ quanto riportano le agenzie stampa Bloomberg e Reuters, secondo cui lo spin off e la successiva Ipo (prevista nel secondo semestre del 2020) consentirebbe al gruppo di ottenere circa un miliardo. In pratica, il piano replicherebbe quello che Telecom ha già effettuato con le sue torri wireless, trasformandole in una nuova società chiamata Inwit e poi quotata su Borsa Italiana nel giugno 2015. Tim non ha commentato tali indiscrezioni, ma alcuni analisti avrebbero già apprezzato l’operazione.
“Il rumour non è nuovo ed era già stato oggetto di domanda nell’ultima conference call di Tim” fanno notare gli analisti di Equita. Infatti, lo scorso luglio i rumors indicavano una potenziale cessione dei data center all’interno del piano di dismissione degli asset non più strategici del gruppo. Voci smentite in tale occasione direttamente dall’ad Luigi Gubitosi.
Secondo Equita, che consiglia il Buy con target price a 0,62 euro, “societarizzazione e cessione di una minoranza delle attività legate a data centers non sono ipotesi inverosimili visto l’interesse per l’asset, l’attenzione di Gubitosi per l’ottimizzazione del capitale e visto che nell’ultima call lo stesso Gubitosi aveva parlato di un obiettivo di ridurre il debito di 6 miliardi nel 2019-21”. A quanto risulta dagli analisti non ci sono numeri e metriche sul possibile perimetro degli asset da monetizzare. Per Equita, “se il piano si concretizzasse sarebbe però a nostro avviso una notizia positiva per Tim in quanto potrebbe emergere dell’extra valore rispetto ai multipli a cui tratta il titolo”.
Gli esperti di Mediobanca (rating Outperform con prezzo obiettivo a 0,76 euro) ritengono che “un accordo sui data center abbia senso”. Si confermerebbe così la visione dalla banca d’affari: “aprire il capitale a terzi potrebbe essere una soluzione molto interessante in termini di allocazione del capitale, in quanto qualsiasi forma in grado di rendere visibile il valore dell’asset dovrebbe essere un elemento positivo”.
Anche gli analisti di Banca Imi (rating Buy con prezzo obiettivo a 0,62 euro) danno lo loro view: “Vediamo positivamente la quotazione di una partecipazione di minoranza dei data center. Come abbiamo già visto con Inwit, questo permetterebbe alla società di manifestare il potenziale dell’asset (dando una maggiore valutazione in termini di multipli) contribuendo allo stesso tempo alla riduzione della leva finanziaria dell’azienda”.
Massimo Tononi esce dalla cerchia dei candidati alla presidenza
Nel frattempo, continuano a circolare le indiscrezioni riguardo a chi potrebbe diventare il nuovo presidente di Telecom Italia dopo le dimissioni di Fulvio conti di fine settembre. “In merito alle indiscrezioni di stampa che sono emerse ripetutamente in questi giorni riguardo al mio futuro professionale mi preme precisare di non aver ricevuto alcuna proposta per il ruolo di presidente di Tim. Desidero altresì chiarire che, pur riconoscendo la rilevanza della società e nutrendo grande stima per il suo management, non sarei comunque disponibile a ricoprire quell’incarico”. Sono le parole del presidente di Cdp, Massimo Tononi, in una nota personale diffusa all’Ansa, che afferma di non essere disponibile per la presidenza di Tim.
Il cda in programma per il 21 ottobre rischia dunque la fumata nera sul fronte del “dossier” presidenza.
Si sgonfia la pista in Brasile
La messicana America Movil non sarebbe in trattative con Telefonica e Tim per formulare un’offerta congiunta per gli asset della rivale brasiliana Oi. Lo ha riportato l’agenzia Reuters, citando il direttore delle comunicazioni della società messicana, Elias Ayub. Quest’ultimo avrebbe così smentito l’articolo del quotidiano Expansion, che nei giorni scorsi aveva parlato di negoziati in corso tra le compagnie telefoniche per mettere le mani sugli asset di Oi, il quarto operatore del Brasile, per poi spartirselo.
Allo stesso tempo, però la fonte interna ad America Movil non ha escluso l’interesse verso Oi.