Che ne sarà delle banche nel 2030: sei scenari di trasformazione
Come cambierà nei prossimi anni il retail banking? Difficile avere una visione chiara oggi considerando i profondi cambiamenti che stanno attraversando il mondo bancario in questi anni, a partire da quello tecnologico. Gli esperti della Exton Consulting hanno ipotizzato sei gli scenari di trasformazione entro il 2030, basati sulla mobilità bancaria e sulla quota di mercato dei nuovi attori. In quello peggiore (La guerra dei 30 anni), la previsione è una riduzione della clientela del 16% per le banche tradizionali e un corrispondente -42% (da 27,8 miliardi del 2018 a 16,1 miliardi del 2030) del Margine di intermediazione (MINTER).
Il retail banking è nel mezzo di una rivoluzione digitale, normativa e concorrenziale e un piano strategico triennale, come comunemente praticato, non è sufficiente per pensare a tali trasformazioni.
Le sfide delle banche tradizionali
Quattro le principali sfide che le banche tradizionali dovranno affrontare: il pricing, la fidelizzazione (oggi mal sfruttata), il marketing digitale (per compensare il calo di consulenti) e il percorso cliente (reattività, fluidità e semplicità dell’esperienza cliente). Secondo lo studio della Exton Consulting, si prevede, tra il 2023 e il 2025, un’accelerazione del crollo del numero di clienti che utilizzeranno una banca tradizionale come principale (fino a -10 milioni circa nel 2030). Le perdite di entrate bancarie nette da chiusure di agenzie sono stimate in 3,6 miliardi di euro.
Cambierà anche il tipo di clientela, con una migrazione di quella più giovane, che scenderà dal 20% attuale a circa il 15%, e una crescita di quella con più di 64 anni (dal 34% al 45%).Lo studio rivela che nel 2018 il numero di clienti di banche online e neobanks ha superato in Italia i 4,2 milioni. Vi sono, da un lato, le banche online (Fineco, ING, Hello Bank, CheBanca!) con il 40% dei clienti che le considera come principali. Dall’altro, le neobanche (N26, Revolut, Hype…) che hanno conquistato oltre 1,5 milioni di clienti. Numeri in costante e rapida crescita.
Sei le questioni critiche da affrontare: come limitare l’erosione dei clienti? Quale nuovo modello di revenue e di servizio? Quale modello di relazione? Quale modello operativo di business? Quale architettura IT? Come rendere l’organizzazione più agile e trasformare le risorse umane?.
Lo studio “Banking 2030” inoltre tiene conto dell’andamento dei trend sociali ed economici nei prossimi dieci anni. Sia per il costante invecchiamento della popolazione italiana, con circa il 30% di abitanti che nel 2030 avrà oltre 65 anni, sia per la trasformazione del lavoro, con una crescita degli autonomi e una forte spinta verso la robotizzazione, anche per effetto della rapida evoluzione tecnologica (AI, blockchain, RPA, big data, ecc.).
Retail banking: i sei scenari futuri
Guardiamo ai sei scenari di trasformazione del retail banking, con diverse ipotesi sulla mobilità bancaria e sulle quote di mercato dei nuovi operatori.
1) Il contenimento – bassa crescita della mobilità bancaria e bassa penetrazione dei nuovi attori;
2) Il Gattopardo – accelerazione della mobilità bancaria, ma con una limitata penetrazione dei nuovi attori;
3) La lavatrice – esplosione della mobilità bancaria tra i diversi attori tradizionali, con una bassa penetrazione dei nuovi attori;
4) La spaccatura – divisione del mercato tra banche online/neobanks e clienti fedeli alle banche tradizionali;
5) Le invasioni barbariche – forte crescita dei nuovi attori che beneficiano dell’aumento della mobilità bancaria;
6) La guerra dei 30 anni – esplosione della mobilità bancaria di cui beneficiano i nuovi attori. Solo i clienti più anziani restano nelle banche tradizionali.