La crisi delle criptovalute contribuisce a far brillare l’oro. Ecco i 4 fattori chiave per il 2023
E’ stata un’annata difficile anche per l’oro che da inizio anno ha attraversato diverse fasi e contesti di mercato: da gennaio ad inizio marzo è passato da 1.790 a 2.050 dollari l’oncia, per poi iniziare a perdere valore fino a 1.600 dollari l’oncia e attestarsi nelle ultime settimane sui valori di inizio anno (1.800).
Alla luce di questo andamento, sempre più investitori si stanno domandando quali potrebbero essere le prospettive future per l’oro.
Quali sono i fattori che potrebbero far alzare il prezzo dell’oro?
Secondo Marco Mencini, Senior Portfolio Manager Equity di Plenisfer Investments, sarebbero quattro i fattori principali che hanno influenzato e continueranno a incidere sui prezzi dell’oro. In particolare:
1) Politiche monetarie
Il rialzo dei tassi di interesse portato avanti dalla banca centrale statunitense e da quella europea ha certamente esercitato una forte influenza ribassista sull’oro. Nonostante sia considerato storicamente il classico bene rifugio in situazioni di forte instabilità geopolitica ed inflazione crescente, nei mesi scorsi, il rialzo dei tassi ha reso l’oro meno appetibile rispetto ai titoli di Stato. Per questo motivo saranno da monitorare con attenzione le prossime mosse delle banche centrali.
2) Andamento del dollaro
Nel 2022 l’euro si è indebolito fortemente nei confronti del dollaro tanto che da inizio anno il major cross si trova ancora in calo di quasi l’8%. L’apprezzamento del dollaro americano ha penalizzato il prezzo dell’oro che viene tipicamente acquistato in tale valuta; ma nelle ultime settimane la tendenza del cambio è cambiata, con un euro che è tornato a mostrare i muscoli nei confronti del dollaro e questo sta sostenendo l’attuale rialzo del prezzo dell’oro.
Come osserva Marco Mencini, “a generare la debolezza del dollaro sono le aspettative di una FED progressivamente meno aggressiva nella politica di rialzo dei tassi“. In tal senso, secondo gli analisti di Plenisfer “l’attuale fase di rialzo dei tassi di interesse potrebbe concludersi nella prossima primavera. A questa fase di rialzo dei tassi potrebbe seguire una fase più ‘attendista’ durante la quale la banca centrale americana monitorerà gli effetti sulla lotta all’inflazione delle proprie politiche monetarie prima di effettuare ulteriori aumenti”.
3) La crisi delle criptovalute
Da circa due anni si è diffusa, anche tra alcuni investitori istituzionali, la convinzione che le criptovalute potessero affermarsi come un asset class alternativa all’oro, ma negli ultimi mesi lo scenario è nuovamente mutato e si è riaffermata la valenza puramente speculativa delle criptovalute, soprattutto alla luce della crisi in atto nel settore.
Il mercato delle criptovalute dopo aver raggiunto nel 2021 il picco del loro valore a circa tremila miliardi di dollari di capitalizzazione totale, ha visto progressivamente ridurre il proprio valore scendendo, dopo il recente default della piattaforma di exchange crypto FTX, sotto gli 800 miliardi (grafico sotto).
L’attuale crisi delle criptovalute ha riportato l’attenzione sul “lingotto” che è tornato ad assolvere pienamente la funzione di bene rifugio con conseguente apprezzamento del proprio valore.
4) Acquisti di oro da parte delle banche centrali
Un altro fattore che potrebbe supportare il rialzo del prezzo dell’oro sono gli acquisti di riserve auree da parte delle banche centrali, che sono stati particolarmente ingenti nei periodi di incertezza, come quello attuale. A riguardo, secondo l’ultimo rapporto del World Gold Council (WGC), si stima che, nel solo terzo trimestre del 2022 sono stati acquistati quasi 400 tonnellate di lingotti nel mondo, arrivando a toccare livelli di accumulo che non si vedevano da circa 50 anni e quindi anche questo aspetto sarà certamente da monitorare.
Andamento del prezzo dell’oro: analisi tecnica
Situazione grafica in via di miglioramento per l’oro, che dopo aver raggiunto il minimo di periodo a quota 1.618 dollari l’oncia, si è appoggiato al supporto statico a 1.620 $ prima di invertire la tendenza, infatti, dal recente minimo si trova in rialzo di quasi il 12%. In particolare, il quadro tecnico è migliorato dopo il superamento al rialzo e con volumi in aumento della resistenza a quota $1.680, livello da cui transitano anche la trendline ribassista (resistenza dinamica) e la media mobile a 50 periodi.
Ma non solo, l’oro è riuscito a superare al rialzo anche i livelli di resistenza prima a quota $1.721 e poi in area $1.750.
Dal punto di vista operativo, ecco che in caso di proseguimento degli acquisti sul bene rifugio, il breakout dell’area di resistenza a $1.790, livello da cui transita anche la fondamentale media mobile a 200 periodi potrebbe condurre i prezzi verso il primo target situato a $1.830. Al contrario, in caso di ritorno della debolezza sul metallo giallo, un ritorno dei prezzi sotto il supporto a $1.721 potrebbe peggiorare la situazione tecnica dell’oro che ricordiamo essere in via di miglioramento perlomeno da inizio novembre.
Trend dell’oro a 5 anni
Sotto vediamo il grafico di medio periodo dell’oro e, nonostante il calo da inizio anno, il trend principale degli ultimi 5 anni mostra comunque una dinamica rialzista.