Italia: S&P’s conferma rating ma riduce stime di crescita. Fondo Atlante potrebbe non bastare
Dopo il +0,8% registrato nel 2015, il Pil italiano crescerà dell’1,1% nell’anno corrente e dell’1,3% il prossimo. Questa la stima diffusa oggi dall’agenzia di rating Standard & Poor’s. Le nuove previsioni sono inferiori al +1,3/+1,4 per cento precedentemente atteso, “a causa -riporta la nota di presentazione dello studio- di un minore ‘effetto traino’ dal 2015 alla luce del rallentamento dell’attività economica nella seconda parte dell’anno e del deterioramento delle prospettive di crescita nelle maggiori economie mondiali”.
L’inflazione è destinata a restare bassa sia a causa di “fattori esterni, come le dinamiche legate al petrolio e agli effetti da queste innescate” e sia “alla debolezza dell’economia“. Dal +0,1% del 2015, la crescita dei prezzi nel 2016-17 è vista allo 0,2 e all’1,2 per cento.
Giudizio positivo per le recenti iniziative, come la creazione del Fondo Atlante, “per sostenere le banche italiane e ridurre l’alto livello di crediti in sofferenza” anche se si tratta di misure, rileva il team guidato da Marko Mrsnik, “che potrebbero non bastare”.
In questo contesto, l’agenzia ha così confermato la valutazione di lungo e breve termine sul nostro Paese a “BBB-/A-3”. Il giudizio è sostenuto da “un’economia ricca e diversificata” e dal fatto che il governo “sta gradualmente implementando diverse importanti riforme strutturali”. Tra i fattori negativi troviamo l’alto livello di debito pubblico e l’accoppiata di crescita economica fiacca e ridotta competitività “che minano la sostenibilità dei conti pubblici”.
L’outlook sul rating è “stabile” poiché S&P’s ritiene che l’esecutivo continuerà ad implementare quelle riforme strutturali e di bilancio che finiranno per “stabilizzare, e inizieranno a ridurre, l’alto livello di debito/Pil”.