Notizie Notizie Italia Italia non fa compiti Ue, pagherà dazio con manovra bis e manovra d’autunno monstre?

Italia non fa compiti Ue, pagherà dazio con manovra bis e manovra d’autunno monstre?

8 Maggio 2019 09:11

Manovra bis e manovra d’autunno a livelli monstre? Mentre il vicepremier leghista Matteo Salvini tira dritto, snobbando le previsioni economiche primaverili della Commissione europea e il peggioramento dell’outlook su Pil, debito, deficit italiani e continuando a sognare con ostinata determinazione la flat tax, alcuni quotidiani fanno i conti sulle possibili nuove stangate che attendono l’Italia.

Le parole che il vicepresidente della Commissione Ue Valdis Dombrovskis rilascia a La Stampa riportano sotto i riflettori il rischio di una manovra bis:

“Bruxelles gela il governo – scrive il quotidiano torinese – Investimenti in picchiata. Italia maglia nera nell’Ue”. La Commissione europea “boccia nuovamente l’Italia: ultima nella classifica della crescita (scesa allo 0,1% nel 2019) e in quella degli investimenti (unico Paese dell’Eurozona con segno negativo: -0,3%). In fondo alla graduatoria pure per il tasso di disoccupazione (che torna a salire al 10,9%)”.

In questo contesto, il falco Dombrovskis, numero due della Commissione europea dopo Jean-Claude Juncker, preme per l’attivazione, da parte dell’esecutivo, di interventi urgenti.

“Bisogna tornare con urgenza a politiche di bilancio prudenti» avverte in un colloquio con La Stampa. Il vicepresidente della Commissione europea sottolinea il concetto di “urgenza”, lasciando intendere che servono interventi nell’immediato. Torna così a farsi strada l’ipotesi di una manovra bis . L’ex premier lettone non entra nel dettaglio di quelle che potrebbero essere le prossime mosse di Bruxelles, ma lancia un messaggio molto chiaro al governo giallo-verde: «L’attuale strategia delle politiche di bilancio non sostiene la fiducia e non porta al risultato desiderato». Dunque è necessario un cambiamento di rotta. La sua analisi della situazione parte dal contesto europeo, che nonostante tutto «sta mostrando resilienza di fronte a un ambiente esterno meno favorevole, comprese le tensioni commerciali». Ma lungo lo Stivale le cose sono un po’ diverse: «Oltre ai fattori esterni – continua – vediamo che in Italia l’incertezza politica sta penalizzando la crescita”.

Ancora Dombrovskis:

«La crescita dell’occupazione che si interrompe, oltre al debito pubblico e al deficit che dovrebbero aumentare sensibilmente, partendo da un livello già elevato». Con un quadro simile sarebbe quindi necessario intervenire: «Queste cifre sottolineano l’urgenza di ritornare a politiche di bilancio prudenti e di rilanciare misure che sono davvero in grado di migliorare la crescita»”.

Manovra d’autunno: si parte da 35 miliardi

Del rischio di una manovra, in questo caso della manovra d’autunno, parla l’articolo del Sole 24 Ore:”Conti, effetto deficit: la manovra di base parte da 35 miliardi”, che paventa una manovra d’autunno del valore monstre fino a 40 miliardi di euro.

Almeno 35-40 miliardi da trovare – scrive il quotidiano di Confindustria – per recuperare le mancate correzioni del deficit degli ultimi due anni e gestire gli aumenti di Iva e accise già messi nei conti”.

Una cifra imponente – scrive Il Sole nell’articolo firmato da Marco Rogari e Gianni Trovati – che da sola supera di slancio il valore dell’ultima manovra ancor prima di mettere mano a qualsiasi intervento aggiuntivo”.

Una cifra che viene spiegata nel modo seguente: 23,5 miliardi sono “le risorse da recuperare per evitare gli aumenti di Iva e accise nel 2020”; 3 miliardi sono le “spese indifferibili, cioè le uscite obbligatorie che accompagnano ogni manovra”; 12 miliardi sono “le correzioni sul deficit ereditate dal passato e che devono essere almeno in parte recuperate”; 4 miliardi “la correzione del deficit per il 2020 prevede già 2 miliardi a cui ne serviranno almeno altri due”.

A questo punto, viste le elezioni europee di fine maggio, il giudizio sull’Italia viene rimandato ai primi di giugno, come ha confermato ieri lo stesso Commissario Ue agli Affari economici Pierre Moscovici, che non ha risparmiato qualche battuta su quella sorta di “rilancio keynesiano” di cui il governo M5S-Lega si era fatto tanto portatore lo scorso autunno.

Sarà infatti a giugno che la Commissione – che il governo M5S-Lega spera esca con un volto più morbido dopo il voto – pubblicherà le raccomandazioni per ogni paese.

Ma il Sole scrive come la partita vera sarà la manovra d’autunno, quella che definirà i nuovi assetti di spese e entrate per l’anno 2020.

Detto questo, per Salvini le cose sono molto più semplici degli scenari foschi che vengono presentati:

La flat tax “c’è nel contratto di governo, è un’esigenza per non crescere dello zero virgola. I Paesi che la applicano crescono ben più di noi. Per me prima si fa meglio è, è chiaro che bisognerà stringere i denti e tirare la cinghia all’inizio ma nel breve e nel medio periodo i risultati ci sono ovunque. Chiunque voglia davvero battere l’evasione fiscale non lo fa solo con le manette ma abbassando le tasse. Tutto il resto sono chiacchiere, ma io la porto già domani in Cdm (oggi per chi legge). Non so se saranno tutti presenti, perché credo che Tria e Moavero siano impegnati all’estero, però il tema è urgente”.

Peccato però che oggi in CdM verrà affrontato anche il caso Siri: e potrebbero essere dolori, per il governo.

Ieri il vicepremier M5S Luigi Di Maio è stato chiaro:  “Faccio un ultimo appello alla Lega, faccia dimettere Siri prima di arrivare al Consiglio dei ministri”.

Perché per combattere contro la corruzione “non bastano le leggi, serve la reazione della politica, che passa per prese di posizione chiare, decise e unitarie su questi temi”.

Ma è difficile, se non impossibhile, che Salvini molli Siri. E dunque, in questa situazione già fragile per i conti pubblici italiani si innesta anche la crisi di governo.