Italia, nel 2016 crescita debole. E ora attenzione alla voce debito (Mazziero)
“L’Italia resta un Paese fermo, dove i privati non consumano e non investono, mentre la classe politica vive in un mondo parallelo pensando più a campagne elettorali che a riforme strutturali”.
E’ questo il lapidario commento di Maurizio Mazziero a margine del Quaderno di ricerca, XXV Osservatorio trimestrale, pubblicato questa mattina dalla Mazziero Research.
Il Bel Paese, dopo una crescita debole nel 2016, tornerà sotto i riflettori internazionali sul fronte conti pubblici dopo che l’anno passato ha visto il debito crescere di 45 miliardi, una lettura peggiore rispetto ai 35,6 miliardi del 2015, aggravato dai 20 miliardi destinati ai salvataggi bancari. “Peggio andrà nel primo semestre del 2017 con un incremento del debito che stimiamo ragguardevole” sottolinea l’analista.
Un cauto ottimismo, invece, arriva dai dati di entrate e uscite, il cui rapporto appare più bilanciato, sebbene il saldo rimanga ancora negativo, con le spese che superano il gettito in ingresso.
“La crescita resta fragile e insufficiente, i progressi trimestrali sono minimali e il PIL resta al di sotto del 7,5% rispetto ai livelli pre-crisi del 2008; buona la produzione industriale che mostra una tendenza crescente da circa un anno.”
Mazziero nella sua ricerca sottolinea l’importanza della dinamica inflattiva e le preoccupazioni legate al mondo del lavoro: “L’inflazione inizia a crescere, spinta più da cause esterne che da una ripresa dei consumi; la disoccupazione, cessati gli effetti benefici del Jobs Act, ristagna intorno al 12%, mentre quella giovanile è nuovamente oltre il 40%”.
Venendo infine al debito pubblico: la stima a gennaio 2017 da parte della Mazziero Research vede lo stock di debito tornare a salire in maniera preoccupante balzando a 2.248 miliardi (dato ufficiale atteso il prossimo 15 marzo 2017) mentre a giugno il debito dovrebbe essere compreso tra 2.290 e 2.311 miliardi di euro. In questo caso la pubblicazione ufficiale sarà diffusa a metà agosto 2017.