Italia: Istat, crescita del Pil attesa sopra il punto percentuale nel 2016
Dopo il +0,8% registrato nel 2015, nell’anno corrente il Prodotto interno lordo italiano metterà a segno un incremento in termini reali dell’1,1%. Questa la stima contenuta nel report “Le prospettive per l’economia italiana nel 2015-2017” pubblicato oggi dall’Istituto nazionale di statistica.
“Le prospettive di breve termine suggeriscono una prosecuzione della ripresa dei ritmi produttivi, con un rafforzamento atteso nel secondo semestre”, si legge nel report.
La stima preliminare del Pil per il primo trimestre 2016 (+0,3%) “ha confermato, seppure con intensità moderata, il proseguimento della fase espansiva dell’economia italiana avviatasi agli inizi dell’anno precedente”.
L’Istat stima che i fattori che hanno finora sostenuto la ripresa, come le quotazioni a sconto dei prodotti energetici, tassi di interesse ai minimi storici e il graduale miglioramento della fiducia tra gli operatori “sono attesi produrre i loro effetti anche nell’anno corrente”.
Atteso un contributo positivo dalla domanda interna, +1,3%, mentre domanda estera netta e variazione delle scorte dovrebbero frenare l’incremento del Pil per un decimo di punto percentuale ciascuna. “La progressiva ripresa della spesa delle famiglie residenti registrata nel corso del 2015 (+0,9% in media d’anno), è attesa consolidarsi nel 2016” (stimata a +1,4%) e la dinamica positiva dell’occupazione e l’incremento delle retribuzioni, in un contesto di decisa riduzione dei prezzi, “dovrebbero sostenere il potere d’acquisto delle famiglie”.
La ripresa degli investimenti, che nel 2015 hanno messo fine alla fase di contrazione iniziata nel 2008, è destinata a continuare (+2,7%) grazie al rafforzamento delle attese sull’andamento dell’economia e del miglioramento delle condizioni del mercato del credito.
il tasso di disoccupazione è stimato in calo all’11,3% mentre per quanto riguarda i prezzi, il tasso di crescita del deflatore della spesa delle famiglie nel 2016 è stimato appena superiore allo zero per il terzo anno consecutivo (+0,2%). “La dinamica dei prezzi non dovrebbe discostarsi da quella attuale fino ai mesi estivi; dall’autunno si concretizzerebbe una inversione di tendenza, che riporterebbe il tasso tendenziale su valori più sostenuti verso la fine dell’anno, anche se ancora inferiori all’1%”.