Italia: immatricolazioni ancora in calo a marzo, -35,6% per il Gruppo Fiat
Immatricolazioni ancora in calo. Il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti poco fa ha annunciato che nel mese da poco conclusosi la Motorizzazione ha immatricolato 138.137 autovetture, il 26,7% in meno rispetto al marzo 2011, durante il quale ne furono immatricolate 188.495. Il dato segna un peggioramento rispetto a febbraio, quando il saldo era risultato negativo del 18,7%. A marzo sono inoltre stati registrati 391.863 trasferimenti di proprietà di auto usate, l’8,22% in meno rispetto al corrispondente periodo 2011. Il primo trimestre si chiude quindi con 406.907 immatricolazioni, -21% rispetto al Q1 2011.
“L’effetto della crisi congiunturale, l’aumento continuo del prezzo dei carburanti, la forte crescita delle assicurazioni RC Auto, l’assenza di credito alle imprese, unito alle mancate consegne per lo sciopero delle bisarche è stato un mix letale che ha inciso pesantemente sul mercato dell’auto”, ha commentato Jacques Bousquet, Presidente dell’ Unrae, l’Associazione delle Case automobilistiche estere in Italia.
“Con un mercato che crolla del 21% – continua Bousquet- anche l’auto pagherà un tributo in termini di posti di lavoro, perché verrà a mancare in molte Concessionarie la massa critica di sostentamento per vendita e assistenza”. L’Unrae ha confermato la stima secondo cui quest’anno circa 350 Concessionari chiuderanno, con una perdita complessiva di circa 10.000 addetti.
Tornando ai risultati, il Gruppo Fiat ha immatricolato 35.942 veicoli, -35,6% rispetto al marzo 2011. La quota di mercato del Lingotto passa al 26,02%, contro il 28,31% di febbraio ed il 29,61% di un anno fa. Per quanto riguarda i singoli brand, Fiat in marzo ha immatricolato quasi 25 mila vetture e la quota è del 18 per cento.
“Nel peggior marzo degli ultimi 32 anni -si legge in una nota diffusa dal Lingotto- Fiat Group Automobiles ha immatricolato in Italia quasi 36 mila vetture, ottenendo una quota del 26 per cento”. Tra le cause della contrazione troviamo lo sciopero dei bisarchisti. “Il risultato di Fiat Group Automobiles è stato fortemente condizionato dal prolungato fermo nazionale dei servizi di trasporto delle autovetture a mezzo bisarche, che ha creato forti disagi nel settore automotive, con conseguenti ritardi nelle consegne delle vetture ai clienti”. Rispetto alla concorrenza, la quota di mercato del Gruppo “è stata fortemente influenzata dal fatto che FGA producendo in Italia ha dovuto chiudere in più occasioni i propri impianti produttivi”.
Il cattivo risultato di Fiat Group era già stato preannunciato dall’Ad Marchionne che qualche giorno fa in occasione di un incontro organizzato da Italia Futura aveva definito il mercato dell’auto a marzo “orribile”, pronosticando un calo dei volumi in Italia “di circa il 40%”. In relazione ai risultati di marzo il manager aveva precisato “che non è solo colpa delle bisarche”.
Fiat in precedenza aveva rilevato come lo sciopero dei servizi di autotrasporto , “ha danneggiato tutto il settore dell’automotive in Italia e particolarmente Fiat Group Automobiles che nelle ultime settimane è stata costretta in più occasioni a ridurre o a fermare l’attività produttiva nei vari stabilimenti italiani”. “Il danno economico è stato molto elevato non solo per l’azienda e i suoi dipendenti, ma anche per i concessionari e per le aziende dell’indotto”. La sospensione dello sciopero “non eviterà tuttavia ulteriori fermate produttive necessarie per smaltire il gran numero di automobili parcheggiate all’interno degli stabilimenti”.
E le previsioni per i prossimi mesi non lasciano spazio all’ottimismo. L’Unrae ha confermato “una tendenza (non una previsione) da 1.370.000 vetture a fine 2012 e già con 107.852 vendite in meno rispetto all’anno scorso”. Anche perché, ha dichiarato Bousquet, “i consumatori hanno davanti ostacoli insormontabili: le famiglie italiane dovranno superare l’impatto dell’addizionale IRPEF di fine marzo, l’aumento ICI / IMU a giugno, l’aumento dell’IVA a settembre. Inoltre, restano ancora non risolti i temi della fiscalità delle auto aziendali, della stretta creditizia su Concessionarie e Imprese, nonché l’inefficacia del superbollo nel generare risorse per lo Stato, tributo che anzi ha innescato una spirale perversa sulle auto a maggior gettito di IVA”.
Da un primo scambio di informazioni tra Unrae e Anfia, “la raccolta ordini in marzo si è attestata a circa 154.000 contratti, in flessione di oltre il 17% rispetto ad un anno fa”. “Per l’auto, è scacco matto”, conclude l’Unrae.