Italia: crescita a ritmo moderato, ma segnali di debolezza e possibile rallentamento nel breve
L’Italia cresce a ritmo moderato, trainata dai consumi delle famiglie e da un miglioramento degli investimenti. Tuttavia all’orizzonte si vedono segnali di debolezza, che suggeriscono un possibile rallentamento nei prossimi mesi. E’ ciò che emerge dalla nota mensile sull’economia italiana elaborata dall’Istat. “L’economia italiana continua a crescere con un ritmo moderato, caratterizzato dal consolidamento del contributo positivo della domanda interna (…). Il principale motore della crescita è costituito dai consumi ai quali si accompagna anche un miglioramento degli investimenti”. Tuttavia, a questi risultati positivi registrati nel primo trimestre dell’anno si affiancano alcuni segnali di debolezza nelle aspettative delle imprese e negli ordinativi del settore manifatturiero. L’indicatore composito anticipatore dell’economia italiana ha segnato un ulteriore calo, suggerendo il rallentamento nel ritmo di crescita dell’attività economica nel breve termine.
Le imprese
Nell’industria in senso stretto, alla crescita robusta del valore aggiunto nel primo trimestre (+1,2% rispetto al trimestre precedente) si sono accompagnati segnali contrastanti provenienti dagli ordinativi (-1,4% la variazione congiunturale del primo trimestre) e dal clima di fiducia che, in lieve diminuzione a maggio, continua ad oscillare sui livelli di inizio anno. Sempre a maggio si segnala il peggioramento dei giudizi sulle attese dell’economia per tutti i principali raggruppamenti economici.
Le famiglie
Nel primo trimestre del 2016 la spesa delle famiglie residenti è cresciuta su base congiunturale allo stesso ritmo del trimestre precedente (+0,3%). Gli aumenti più rilevanti si sono registrati nella spesa in beni non durevoli (+0,7%) e in quelli durevoli (+0,5%, in rallentamento rispetto ai trimestri precedenti) mentre le spese per i servizi sono risultate più deboli (+0,2%). Nell’ultimo mese risultano in peggioramento le valutazioni sul clima economico e, in misura più lieve, sul clima futuro.
Il mercato del lavoro
Ad aprile il tasso di disoccupazione ha ripreso ad aumentare (11,7%, un decimo in più rispetto a marzo), come effetto dell’evoluzione della componente femminile: il tasso di disoccupazione delle donne è infatti cresciuto di cinque decimi di punto rispetto a marzo, toccando quota 12,8%. Contemporaneamente, il tasso di disoccupazione maschile ha proseguito la discesa, raggiungendo ad aprile il 10,8%, un decimo di punto in meno rispetto al mese precedente. A maggio, le aspettative formulate dagli imprenditori sulle tendenze dell’occupazione per i successivi tre mesi risultano in miglioramento nei servizi a fronte di un complessivo peggioramento negli altri settori.
L’inflazione e i prezzi
L’inflazione al consumo rimane negativa, ma il ritmo di caduta annua dei prezzi risulta in attenuazione. In base alle stime preliminari, in maggio l’indice per l’intera collettività nazionale ha registrato una variazione tendenziale negativa dello 0,3%, dopo il -0,5% di aprile. Sul piano congiunturale i rincari hanno interessato le voci maggiormente volatili e a più alta frequenza d’acquisto (alimentari non lavorati, carburanti e tabacchi). Al netto dell’energia l’inflazione è positiva e in lieve aumento anche se il quadro complessivo è di sostanziale stabilità. In assenza di mutamenti sostanziali dello scenario internazionale, l’inflazione dovrebbe rimanere appena negativa o vicino allo zero ancora nei mesi estivi con un possibile recupero a partire dall’autunno.