Italia alle prese con boom nuove emissioni di BTP anti-COVID. Ma non ci sarà esodo 2018
Quante saranno le nuove emissioni di BTP che il Tesoro italiano dovrà lanciare, per rimettere in moto l’economia colpita dalla crisi COVID? Un articolo recente di Bloomberg ha fatto un po’ di conti, ricordando che il debito italiano, pari a 1,7 trilioni di euro, è il più grande in Europa, e che non c’è alcun dubbio sul balzo notevole che interesserà il rapporto debito-Pil: un balzo stimato dal 135% a oltre il 150%. Eppure Bloomberg, nell’articolo firmato da Marcus Ashworth, non la vede così tragica visto che, così come viene rilevato, “l’Italia ha sempre beneficiato di un livello elevato dei risparmi delle famiglie, con molti investitori retail che investono sul debito governativo domestico, che presenta rendimenti relativamente alti; e anche le banche italiane sono grandi detentori del debito”.
Certo, “questi fattori da soli non sarebbero sufficienti a prevenire il ripetersi dell’esodo di mercato che colpì i bond italiani nel maggio del 2018, quando la coalizione dei populisti di Lega e M5S salì al potere. E’ per questo che l’attuale governo italiano sta spingendo così tanto per una risposta Ue più forte, che include l’allentamento delle condizioni apposte al MES, o anche ESM, Meccanismo europeo di stabilità, Fondo salva-stati” e, aggiungeremmo noi, sui coronabond (soprattutto).
Il punto, però, è che “con la Bce che sta facendo già di tutto per mantenere bassi i costi di finanziamento italiani, la nazione può riuscire ad affrontare questa tempesta”.
Tra l’altro, l’Italia “offre tuttora rendimenti molto più attraenti rispetto a quelli del resto dell’Europa (almeno nell’ambito della carta considerata più liquida)”.
Detto questo, quante nuove emissioni di debito saranno necessarie per raccogliere finanziamenti anti-Covid, sostanzialmente per affrontare l’emergenza non solo sanitaria, ma anche economica?
Secondo Imogen Bachra, strategist dei tassi europei di NatWest Markets intervistato da Bloomberg, nel 2020 le “nuove emissioni di debito (su base lorda) dovrebbero balzare da 250 miliardi a 400 miliardi. Ma no problem: “la Bce si accollerà gran parte di questo debito attraverso il suo programma di Quantitative easing, il che significa che le condizioni per le emissioni, probabilmente, non cambieranno molto”.
NatWest crede che i conti pubblici italiani potrebbero perfino migliorare, a seconda di quanto potente sarà il bazooka anti virus sfornato dall’Ue.
Se si considera il possibile aiuto del MES e di altri organismi, e “dopo aver considerato gli acquisti significativi della Bce, il flottante del debito che il mercato potrebbe dover assorbire nel corso di quest’anno potrebbe essere inferiore rispetto a quello dello scorso anno”.
Detto questo, il rischio che il sentiment nei confronti della carta italiana subisca un forte deterioramento è, secondo Marcus Ashworth, sempre dietro l’angolo, così come il rapporto crescente del debito-Pil “dovrà essere prima o poi risolto, e ciò può avvenire solo con una crescita (del Pil) sostenuta”.
Tornando alle nuove emissioni di debito, oggi il Sole 24 Ore scrive che “prima della diffusione del virus il Tesoro avrebbe dovuto emettere, secondo le stime degli analisti, una cifra vicina ai 250 miliardi di euro: 200 miliardi circa per rinnovare titoli in scadenza e l’ammontare restante di nuove emissioni per coprire il fabbisogno netto. Ora però questi numeri sono destinati drammaticamente ad aumentare e le proiezioni medie raccolte da Consensus Forecast indicano per il nostro Paese un indebitamento totale pari a 111,7 miliardi di euro, che in genere viene finanziato attraverso l’emissione di titoli a medio/lungo termine per l’80-85 per cento”.
Il quotidiano di Confindustria scrive che, “secondo le stime appena riportate e ragionando per l’intero anno 2020, il totale delle emissioni nette riviste per fronteggiare la minaccia coronavirus potrebbe dunque avvicinarsi ai 100 miliardi, con punte per gli scenari più pessimistici di oltre 150 miliardi: una montagna di denaro in cerca di compratori”.
“Nel complesso, calcolano gli analisti di UniCredit, la Bce potrebbe arrivare a riacquistare fra i 109 e i 131 miliardi di BTp, coprendo quindi un valore molto simile a quanto richiesto dalle emissioni extra che si potrebbero presentare quest’anno”.