Notizie Notizie Mondo Ipo: nel 2022 crollano del 45% a causa del contesto difficile di mercato e tensioni geopolitiche

Ipo: nel 2022 crollano del 45% a causa del contesto difficile di mercato e tensioni geopolitiche

28 Dicembre 2022 14:39

Dopo un 2021 da record, quest’anno il mercato mondiale delle IPO ha subito una decisa inversione di tendenza. L’Initial Public Offering (IPO) ricordiamo che è il processo attraverso il quale una società privata diventa pubblica e quindi si quota in borsa in modo che le sue azioni possano essere acquistate da tutti gli investitori. Quest’anno le IPO sono diminuite del 45% per quanto riguarda il numero di operazioni; mentre sono diminuiti del 61% i capitali raccolti. Questo è ciò che emerge dall’ultimo report di Ernst & Young Global che si focalizza su quelli che sono stati i trend delle IPO nel 2022. Nel dettaglio, nel 2022 sono state realizzate 1.333 IPO, con una raccolta complessiva di 179,5 miliardi di dollari.

Il mercato non ha favorito le IPO

Dal report emerge anche che nell’anno in corso sono diminuite le medie delle operazioni e questo a causa della riduzione delle valutazioni e della scarsa performance del mercato azionario; uno scenario complesso che non ha certamente favorito il lancio di IPO di grandi dimensioni.

L’attività di IPO nel mondo è stata impattata dall’aumento della volatilità del mercato e da altre condizioni di mercato sfavorevoli, oltre che dalla performance negativa di un certo numero di IPO quotate dal 2021.

“L’anno record registrato nel 2021 per le IPO, ha lasciato il posto ad una forte riduzione delle IPO nel 2022 prevalentemente attribuibile alle incertezze e alla crescente volatilità connesse alle tensioni geopolitiche internazionali, alle criticità dello scenario energetico, all’aumento dell’inflazione e all’accelerazione nella crescita dei tassi di interesse che hanno caratterizzato il contesto macroeconomico fin dai primi mesi del 2022″. Commenta Paolo Aimino, IPO e Capital Markets Leader di EY in Italia.
“L’indebolimento dei mercati azionari, delle valutazioni e delle performance post-IPO ha ulteriormente scoraggiato l’interesse degli investitori. Mentre la pipeline continua a crescere, molte aziende aspettano il momento giusto per rilanciare i loro progetti di IPO. È interessante osservare come, con la crescente liquidità del mercato, gli investitori, meno avversi al rischio, favoriscano le aziende più resilienti e con i migliori fondamentali, insieme a quelle attive nell’implementazione dei programmi ESG.”

Forte calo di IPO da fondi venture capital

L’andamento delle IPO da parte di fondi di private equity e venture capital ha subito un brusco calo, rispettivamente del 77% e del 93% per numero e raccolta. Anche la maggior parte delle SPAC (Special Purpose Acquisition Companies) quotate a partire dalla fine del 2020 stanno raggiungendo la loro “finestra” temporale di due anni e devono ora puntare alla fusione con una società target o restituire i proventi dell’IPO ai loro investitori.

IPO in aumento rispetto al 2019

Sebbene questi numeri complessivi rappresentino un netto calo rispetto al 2021, le operazioni di IPO globali hanno comunque registrato un aumento del 16% in termini di numero rispetto al 2019, anno precedente alla pandemia Covid-19.
Nonostante il quadro appena descritto, ci sono stati alcuni settori e alcune regioni che hanno ottenuto risultati apprezzabili. A tal proposito, il settore tecnologico ha mantenuto la propria leadership in termini di volume, con il 23% delle operazioni, mentre il settore dell’energia ha prevalso in termini di raccolta, registrando il 22% nel 2022.

Tra le mega IPO quotate in borsa (definite come quelle che hanno raccolto oltre 1 miliardo di dollari) la raccolta media del 2022 è stata superiore del 45% rispetto a quella del 2021, sulla scia di una forte valutazione per le mega IPO in ambito energetico che hanno avuto luogo quest’anno.

IPO in America ai minimi dal 2008

L’attività di IPO nelle Americhe è scesa a livelli mai visti dalla crisi globale del 2008, registrando i minimi degli ultimi 13 anni in termini di volumi e degli ultimi 20 anni in termini di raccolta; i mercati hanno risentito della volatilità e delle politiche intraprese per combattere l’inflazione.
Sia il numero di IPO che la raccolta hanno subito una forte picchiata: 130 operazioni che hanno raccolto 9 miliardi di dollari, con un calo rispettivamente del 76% e del 95% rispetto all’anno precedente. La maggior parte delle IPO americane (69%) è avvenuta nelle borse statunitensi.

L’Asia rappresenta il 67% della raccolta delle IPO mondiali

Nel mercato dell’area Asia-Pacifico si sono registrate 845 IPO per un totale di 120,6 miliardi di dollari, rappresentando il 63% delle operazioni e il 67% dei fondi raccolti a livello globale nel 2022. La Cina continentale è in procinto di stabilire un altro record di raccolta annuale di capitali entro la fine del 2022.

L’attività delle IPO nell’area EMEIA (Europe, Middle East, India and Africa) è diminuita del 53% e del 55% rispettivamente per numero e raccolta, registrando 358 IPO che hanno raccolto 49,9 miliardi di dollari. Anche se l’attività di IPO in Europa è diminuita del 78% a causa delle tensioni geopolitiche, l’area del Medio Oriente e Nordafrica (MENA) ha registrato un aumento del 115% in termini di raccolta grazie alle grandi IPO nel settore dell’energia e in altri settori, insieme all’iniziativa avviata dal piano di privatizzazione dei governi. In EMEIA si sono inoltre realizzate 5 delle 10 principali IPO di quest’anno.

In questo contesto, le IPO sui mercati italiani hanno registrato un trend simile a quello globale, consuntivando una contrazione del numero di quotazioni del 47% e dei capitali raccolti del 46%, con 26 IPO, che hanno raccolto circa 1.400 milioni di euro. Inoltre, nel 2022 le IPO in Italia hanno riguardato prevalentemente società di medio-piccole dimensione, a esclusione di un paio di operazioni di grandi dimensioni concluse nella prima parte dell’anno.

Prospettive per il 2023: focus sugli ESG

In vista del 2023, si profila in prospettiva una significativa pipeline in ambito di IPO. Anche se non si prevede un aumento nell’attività di IPO nel primo trimestre, sembrano esserci condizioni favorevoli affinché ci sia un rilancio nella seconda metà dell’anno.
Per fare in modo che il mercato delle IPO torni a essere più attivo, sono necessarie una serie di condizioni, quali un’aspettativa positiva e una ripresa dei rendimenti dei mercati azionari; una riduzione dell’inflazione e la fine dei rialzi dei tassi d’interesse, l’allentamento delle tensioni geopolitiche e la diminuzione degli effetti della pandemia sull’economia globale.
In quest’ottica, molte società che intendono effettuare un’IPO adotteranno ancora l’approccio “wait-and-see”, pianificando anticipatamente le attività necessarie in attesa della finestra di mercato più opportuna.

Dal momento che esiste una correlazione positiva tra la performance del prezzo delle azioni post-IPO delle società e la comunicazione delle loro strategie ambientali, sociali e di governance (ESG), gli investitori guarderanno sempre più con attenzione verso l’ambito ESG delle società.