Investimenti: le migliori opportunità sbocciano ancora sui mkt Emergenti
L’appeal dei mercati emergenti non si appanna. Come spiega Enzo Puntillo, capo del team Fixed Income di Swiss and Global Asset Management di Julius Baer, “le opportunità di investimento in questa area sono ancora notevoli, in primo luogo per la presenza di forti differenze di valutazione, in molti casi anomale, fra i diversi Paesi”. Secondo il money manager la crisi sta accelerando le differenze fra i tassi di crescita degli Emergenti rispetto a quelli sviluppati. “Questi paesi hanno un livello di crescita economica notevolmente superiore e che ha già recuperato una parte consistente del vigore pre-crisi”, nota Puntillo.
“Inoltre – puntualizza – il bilancio fiscale è quasi in pareggio, contrariamente a quello dei Paesi sviluppati, che continuano ad accumulare deficit di bilancio. Ne consegue che il debito pubblico totale dei Paesi Emergenti resta particolarmente limitato (mediamente intorno al 35-40%), mentre cresce vertiginosamente nei Paesi sviluppati (circa il 105% del PIL)”.
Fra i rimedi all’attuale crisi si parla dunque spesso della necessità di un riequilibrio fra Paesi creditori (Cina in particolare) e debitori cronici (Stati Uniti in primis, per l’appunto). Questo processo sta avvenendo? A giudicare da alcuni parametri, sembrerebbe ancora allo stadio iniziale, sostiene l’esperto.
In particolare il dato di bilancia commerciale statunitensi, dopo il recupero degli ultimi mesi ha ricominciato a peggiorare in maniera consistente; il rapporto fra consumi e PIL USA si è addirittua issato su nuovi massimi, superando il 70% e se da un lato il tasso di risparmio delle famiglie statunitensi è aumentato a partire dal 2008, lo stesso non si può dire del deficit di bilancio statale, utilizzato per finanziare l’uscita dalla crisi.
Dunque operativamente come comportarsi? In concreto – segnala l’esperto – mediamente il differenziale di rendimento dei Paesi Emergenti è di circa 300 punti base, ma lo spettro di valutazioni va dallo spread dei Paesi con rating BBB, sotto i 200 punti, fino ad arrivare ai 700 punti dei Paesi aventi merito di credito B. Quindi meglio saper scegliere e fare una attenta selezione dei titoli.