A febbraio gestori meno ottimisti sulle Borse europee, è Wall Street la preferita
Nonostante un inizio d’anno in frenata per le Borse internazionali, i gestori rimangono in generale fiduciosi e convinti che la situazione economico-finanziaria rimanga favorevole ai titoli azionari. E’ quanto emerge dall’ultimo sondaggio condotto da Morningstar, leader nella ricerca indipendente sugli investimenti. In particolare, per i money manager intervistati, le Borse europee potrebbero essere caratterizzate da un andamento laterale nei prossimi mesi, in quanto se da una parte le valutazioni dei titoli sono buone e i tassi di interesse bassi, dall’altra la crescita economica non è omogenea nell’area euro. Inoltre, c’è qualche preoccupazione per la fine degli incentivi nel settore automobilistico, “perché rende il Vecchio continente più dipendente dalle esportazioni, in particolare verso la Cina”. Così, il numero di gestori che prevede un apprezzamento nei prossimi sei mesi dei listini europei è sceso dall’87% di gennaio al 78,9%. Nel panorama internazionale, è la Borsa di New York a conquistare il cuore dei gestori italiani a febbraio. Secondo i dati raccolti dall’indagine, New York è la piazza preferita, con l’84% degli intervistati che si attende una crescita nei prossimi sei mesi, dieci punti percentuali in più rispetto a gennaio. Guardando invece verso le Borse d’Oriente i gestori italiani rimangono prudenti. Sebbene la piazza azionaria giapponese si sia mossa in controtendenza in questo inizio d’anno rispetto ai ribassi degli altri mercati mondiali, gli esperti rimangono cauti: il 47% prevede un rialzo dell’indice Nikkei nei prossimi sei mesi e il 42% si attende stabilità attorno agli attuali livelli. Più dubbi per il resto dell’area Asia-Pacifico dove “la forte presenza nei portafogli globali può rappresentare un rischio”. Secondo alcuni gestori, è meglio puntare sulle multinazionali che operano nel sub-continente. Rispetto al sondaggio di gennaio, la percentuale di coloro che prevedono un apprezzamento nei prossimi mesi delle Borse asiatiche è scesa dunque dal 61 al 52,6%.