Risparmio: il pantano subprime è alle spalle, ma per gli esperti la prudenza resta d’obbligo
Il pantano subprime è alle spalle, ma l’eco della crisi peggiore dalla Seconda Guerra mondiale ai giorni nostri non è ancora un ricordo sbiadito per la maggior parte degli investitori. E c’è chi come Sarah Arkle, Chief Investment Officer di Threadneedle ventila prudenza. “Nonostante la pubblicazione di dati migliori delle previsioni per il Pil statunitense nel quarto trimestre, le nostre previsioni di crescita rimangono inferiori alle stime in quanto continuiamo a credere che la prospettiva di crescita statunitense nel 2010 sarà al rialzo e sostenuta principalmente dalla ricostituzione delle scorte – spiega l’esperta – . Con la riduzione degli stimoli, una disoccupazione che rimarrà probabilmente elevata e la spesa pubblica sotto pressione, non prevediamo che l’attuale accelerazione economica possa essere mantenuta”. Secondo la money manager, un’entusiastica lettura dei dati del primo trimestre potrebbe distorcere la realtà, pertanto la via maestra resta quella di osservarli da vicino. Sul mappamondo finanziario a suo avviso per le economie occidentali la ripresa sarà fiacca, condizionata dalla riduzione dell’indebitamento dei governi e dei consumatori. Al contrario, i mercati emergenti resteranno i sorvegliati speciali perché “continuano a registrare straordinari livelli di crescita”. Operativamente parlando a suo avviso considerati gli attuali livelli dei prezzi, l’approccio complessivo agli investimenti deve essere un po’ cambiato. “Restiamo positivi sulle azioni, credendo che una tiepida ripresa dell’attività economica, un rimbalzo degli utili e continui aumenti della produttività consentano di realizzare ulteriori guadagni. Avendo guidato il mercato nel 2009, molte società cicliche e fortemente indebitate sono ora quotate a prezzi ottimali”, spiega il Chief Investment Officer di Threadneedle. Inoltre il 2010 sarà nel segno della selezione. “Un fattore determinante della performance di quest’anno sarà probabilmente costituito dalla selezione dei titoli, con ripercussioni sulle nostre previsioni settoriali globali, dove le posizioni sono relativamente cambiate rispetto agli standard storici. In gennaio le assicurazioni sono state riviste al ribasso toccando il livello neutro”, dice per fare un esempio. Pertanto dal momento che “il tema della reflazione degli asset, che ha influito sulla nostra selezione dei titoli in questo settore, risulta alquanto maturato, le nostre partecipazioni sono ora focalizzate su situazioni speciali, sulla crescita asiatica e su singoli titoli per i quali i timori dei mercati relativamente alla qualità degli strumenti ci appaiono esagerati”, conclude la Arkle.