Notizie Notizie Italia Intesa SanPaolo scatta al rialzo, è regina di Borsa

Intesa SanPaolo scatta al rialzo, è regina di Borsa

Pubblicato 23 Gennaio 2023 Aggiornato 24 Gennaio 2023 10:13

Intesa SanPaolo regina di Borsa dopo le rassicurazioni diramate dalle stessa banca guidata da Carlo Messina, sulla sua capacità di rispettare i target relativi alla remunerazione degli azionisti.

L’istituto di credito italiano ha diramato nella serata di venerdì un comunicato, a seguito delle indiscrezioni stampa riportate dall’agenzia Bloomberg, che avevano fatto scivolare il titolo del 2% circa, a fronte dei buy scattati sulle azioni delle altre banche italiane.

Oggi rimonta dell’azione, che si conferma la migliore dei titoli scambiati sul Ftse Mib di Piazza Affari.

I rumor diffusi da Bloomberg, che avevano alimentato i dubbi sulla capacità di Intesa SanPaolo di onorare gli impegni presi sul fronte dividendi e buyback, avevano fatto riferimento a un possibile piano della banca volto a tagliare gli asset rischiosi per un valore di 20 miliardi di euro circa, al fine di rispettare i dettami della Bce.

Le indiscrezioni avevano ventilato anche l’ipotesi di una ‘synthetic securitization’.

Così Equita SIM oggi, nel fare il punto della situazione, riassumendo i rumor di venerdì scorso e il trend del titolo:

A seguito di indiscrezioni di Bloomberg secondo cui ISP starebbe conducendo operazioni di cessione di prestiti e altre attività per ridurre i propri RWA fino a 20 miliardi, a seguito di un approccio più stringente richiesto dal regolatore sui modelli interni, la società – attraverso un comunicato stampa – ha specificato che:

  • Le azioni di riduzione dei RWA attuate nel quarto trimestre sono relative a modifiche normative applicabili da inizio 2023.
  • A fine 2022, il CET1 di gruppo è atteso in area 13%, continuando a includere l’impatto del buyback da 1,7 miliardi (12.4% al terzo trimestre del 2022).
  • Successivamente (a seguito dell’applicazione delle modifiche normative) il CET1 è atteso mantenersi su livelli ampiamente superiori al target del 12% indicato a piano.

Equita ricorda che “nel corso dell’anno Intesa SanPaolo aveva già provveduto ad attuare operazioni di ottimizzazione dei RWA. In particolare la società aveva comunicato operazioni di protezione sul rischio di credito per 5.9 miliardi nei primi 9 mesi, a cui si aggiungerebbero – come rilevato da un articolo de Il Sole del 13/01 –cartolarizzazioni per ulteriori c.9bn”.

La SIM milanese ha così espresso la sua view su Intesa:

Giudichiamo il comunicato di Intesa SanPaolo positivamente, in quanto fornisce chiarezza sull’evoluzione della traiettoria di capitale e al tempo stesso dà ulteriore visibilità sulla capacità di difendere la remunerazione degli azionisti”.

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Intesa SanPaolo e banche italiane: i rumor sulla Bce

Va detto che, nella giornata di giovedì, il Sole 24 Ore aveva riportato alcune indiscrezioni, secondo le quali
la Bce avrebbe rilevato la presenza di problemi nei modelli di rischio di diverse banche italiane, portando così le stesse a tagliare gli asset al fine da preservare i cuscinetti di capitale.

Così riassumeva sempre Equita in una nota diffusa alla fine della scorsa settimana:

Secondo quanto riportato da Il Sole 24 Ore, la Vigilanza BCEa seguito di ispezioni condotte sugli istituti vigilatiavrebbe chiesto alle banche italiane una revisione ‘prudenziale’ dei modelli interni di rating sul rischio di credito. La revisione determinerebbe un aumento dei RWA, che – secondo i rumors – risulterebbe in impatti a livello di CET1 che oscillerebbero da un minimo di 20-30bps fino ad oltre 50bps”.

Nella nota che riportava le indiscrezioni del quotidiano di Confindustria veniva sottolineato che gli istituti, “al fine di minimizzare gli impatti sul capitale, avrebbero già intrapreso una serie di manovre correttive finalizzate ad ottimizzare i RWA”.

Equita SIM faceva notare anche allo stesso tempo che le banche italiane si caratterizzano per elevati livelli di capitale congiunti con una buona qualità dell’attivo (NPE Ratio medio < 4%), che ad oggi non sta ancora mostrando concreti segnali di deterioramento” e indicava che, “all’interno del settore”, continuava “a preferire quei nomi che, oltre ad avere buona esposizione ai tassi, si caratterizzano per minore rischiosità sul fronte del costo del credito e sono dotati di una elevata dotazione patrimoniale, che permette di contenere gli impatti di revisioni regolamentari”.

Venivano elencate le scelte tra i titoli bancari:

Tra le large cap i nostri nomi favoriti sono UCG, MB e BAMI (UniCredit, Mediobanca e Banco BPM), mentre CE (Credem) tra le mid-small”.

A proposito di questione dividendi e buyback, il tema è stato affrontato la scorsa settimana dal ceo dell’altra Big Bank dell’Italia, UniCredit, ovvero da Andrea Orcel, in occasione di diversi interventi a margine del World Economic Forum di Davos.

In un’intervista rilasciata a Bloomberg Television Andrea Orcel ha detto di ritenere che UniCredit possa avere spazio per erogare agli azionisti, sia sotto forma di distribuzione delle cedole che con operazioni di buyback, remunerazioni sugli utili del 2022 più alte di quelle del 2021.

In definitiva, le banche italiane verserebbero in condizioni migliori rispetto a quanto i rumor starebbero paventando.