Intesa Sanpaolo e Bper brindano con Piazza Affari, Bce e sussidi Usa fanno sperare. Atlantia la migliore a +8%

Giovedì con sentiment positivo sui mercati. Il Ftse Mib ha chiuso in buon rialzo (+1,47% a 17.011 punti) sulla scia della mossa di ieri della Bce e i riscontri migliori delle attese dai sussidi Usa che fanno sperare che il peggio sia alle spalle per il mercato del lavoro USA. Nella settimana terminata lo scorso 18 aprile, sono salite di 4,4 milioni di unità, portando il totale di chi è rimasto senza un lavoro per colpa del coronavirus COVID-19 a un livello superiore a 26 milioni di persone. Il numero dei lavoratori che hanno fatto richiesta per ottenere per la prima volta i sussidi di disoccupazione è però diminuito.
Il sentiment è sostenuto anche oggi dalla ripresa dei prezzi del petrolio, con il contratto WTI di giugno balzato fino a oltre +30% in area $18 al barile.
Banche in festa con sponda BCE
Giornata molto positiva per il settore bancario. Intesa Sanpaolo ha fatto la voce grossa chiudendo a +3,45%, precedendo di poco Bper (+3,36%) che ha digerito il via libera dell’assemblea di ieri a un aumento di capitale da 1 miliardo a servizio dell’acquisto di un pacchetto di 400-500 filiali che Intesa dismetterà nel caso in cui l’Ops su Ubi vada in porto.
Intanto ieri la Bce ha deciso che accetterà anche i bond sovrani e i corporate bond con rating “junk” a garanzia della liquidità che la Bce eroga a favore del sistema finanziario. Una sponda importante per paesi come l’Italia che potrebbero vedere il loro rating scendere sotto il livello investment grade.
Gli analisti di Equita stimano che le banche italiane quotate hanno un’esposizione verso la Bce, in gran parte rappresentata dal programma di liquidità Tltro, per circa 158 miliardi di euro. Le banche hanno 320 miliardi di ulteriori asset adatti per il rifinanziamento (al netto di un eventuale haircut, una possibile ristrutturazione del debito pubblico), di cui la maggior parte (circa 140 miliardi) rappresentati da titoli di stato domestici, che in caso di bocciatura a junk, spazzatura, da parte di tutte le agenzie di rating (ad un notch dal rating high yield solo per Moody’s, ad oggi) secondo le regole precedenti e senza deroghe ad hoc, non avrebbero potuto essere stanziati come collaterale.
ENI sale con petrolio, domani i conti
Tra le big di Piazza Affari continua il recupero di ENI (+1,48%) che segue il rally del petrolio in attesa dei conti trimestrali che verranno diffusi domani.
Leggermente meglio a +1,52% Saipem che ha diffuso i conti del primo trimestre 2020 con ricavi stabili e in linea con le attese. La società attiva nel settore dei servizi petroliferi ha annunciato stamattina i risultati dei primi tre mesi dell’anno che vedono il fatturato attestarsi a 2,172 miliardi di euro in linea rispetto al 2019 e la perdita per 269 milioni rispetto all’utile di 21 milioni del primo trimestre del 2019. Su base rettificata la perdita è stata di 9 milioni contro il risultato positivo di 29 milioni dell’analogo periodo nel 2019. Nel trimestre in esame l’Ebitda adjusted è sceso a 240 milioni contro i 274 milioni del corrispondente periodo nel 2019 (consensus Bloomberg a 253,4 milioni)
Telecom corre dopo cessione quota Inwit
Tra gli altri titoli rialzo del 3,7% di Telecom Italia che ha completato la cessione di 41,7 milioni di azioni di Inwit, pari a circa il 4,3% del capitale sociale, al prezzo di 9,60 euro per azione, con conseguenti proventi lordi per TIM pari a circa 400 milioni, che saranno utilizzati per ridurre la leva finanziaria. Vodafone ha venduto lo stesso numero di azioni nell’ambito del collocamento. Ad esito dell’operazione, la partecipazione di Vodafone e TIM diminuirà dal 37,5% ciascuno al 33,2%. Vodafone e TIM intendono mantenere il controllo congiunto e detenere una partecipazione paritaria del capitale sociale di INWIT. Ad esito dell’operazione il flottante di INWIT aumenterà di più di un terzo, a sostegno di una maggiore liquidità del titolo. Oggi è prevista l’assemblea di TIM.
Atlantia la migliore a +8%
Balzo di oltre +8% per Atlantia che si è riportata sopra i 14 euro. Secondo il Corriere della Sera il Mise sarebbe pronto al confronto interno al governo. Se i tempi lo permetteranno il processo si potrebbe chiudere entro giugno. Il tema della revoca della concessione non sarebbe più preso in considerazione, in favore del cambio del controllo di ASPI. I temi da definire sarebbero tre: il nuovo piano tariffario, inferiore al precedente; il piano di capex e una sanzione/risarcimento per il crollo del Ponte di Genova. Una volta trovato l’accordo con il governo, Atlantia dovrebbe cedere il 51% di ASPI ad un gruppo di investitori italiani guidati da F2i e da CDP, rimanendo come socio finanziario di minoranza F2i starebbe già lavorando sul dossier e CDP avrebbe avuto contatti con i vertici di Atlantia. Secondo il Corriere la valutazione di ASPI sarebbe fra 8-10 miliardi.