Per Intesa Sanpaolo & co. si fa dura, incubo maxi-tagli Bce. Consensus 3° trimestre e view analisti sul titolo

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Tutto pronto per la nuova tornata di trimestrali delle banche di Piazza Affari. Si comincia settimana prossima con Intesa Sanpaolo (31 ottobre), mentre per le altre big italiane bisognerà attendere la settimana successiva.
Bce taglia, per le banche adesso sarà più dura
Dopo i primi riscontri contrastanti arrivati in Europa da Deutsche Bank e Barclays, la prima italiana a svelare i conti del terzo trimestre sarà Intesa Sanpaolo. I conti della maggiore banca italiana, che nelle scorse settimane si era anche momentaneamente issata come prima banca dell’area euro per valore di mercato, arriveranno giovedì 31 ottobre, come di consueto verso le ore 13. Per le altre big bancarie del Ftse Mib bisognerà attendere la settimana successiva con le trimestrali di Unicredit, Banco Bpm e Bper tutte condensate il 6 novembre, mentre il giorno dopo toccherà a Banca Mps.
I primi tagli dei tassi da parte della Bce inizieranno a farsi sentire sui conti delle banche, reduci da profitti record negli ultimi anni grazie all’effetto tassi che ha fatto lievitare i margini di interesse. A inizio mese Morgan Stanley ha declassato le banche europee da “attractive” a “in-line”, citando proprio il calo dei tassi delle banche centrali, abbinato ai deboli riscontri economici, che peseranno sul reddito netto da interessi.
La preview dei conti di Intesa Sanpaolo
Il consensus Bloomberg indica per Intesa Sanpaolo un rallentamento della crescita dei ricavi a +3% a 6,58 miliardi nel terzo trimestre proprio in virtù del calo del NII (net interest income, reddito netto da interessi). L’utile netto rettificato è indicato a 2,24 mld, con stime di consensus in lieve contrazione (-2,6%) nelle ultime quattro settimane. Il rapporto cost/income potrebbe essere appena superiore al 40% nel trimestre chiuso al 30 settembre, anche se è previsto un picco nel quarto trimestre.
Gli analisti di Banca Akros nelle scorse settimane hanno diffuso la preview sui conti di Intesa e si aspettano un altro trimestre solido. L’utile netto è atteso in crescita del 18% a 2,25 miliardi grazie a minori rettifiche di valore su crediti. Attesa solida anche la situazione patrimoniale con un CET1 ratio in miglioramento di 20 pb su base trimestrali al 13,7%. I ricavi sono visti in crescita del 3,4% a 6,6 miliardi nonostante il calo del margine di interesse a 3,86 miliardi. A fare da contraltare sono le commissioni nette, attese in crescita del 6,3% a 2,22 miliardi e i proventi assicurativi pari a 0,4 miliardi.
Gli analisti ritengono inoltre che la qualità dell’attivo rimarrà resiliente finché l’economia italiana manterrà una dinamica positiva. Considerando i primi 9 mesi dell’anno, l’utile netto dovrebbe raggiungere i 7 miliardi di euro, a soli 1,5 miliardi di euro dal target minimo di 8,5 miliardi di euro per l’intero anno.
A luglio Intesa aveva alzato le prospettive di utile netto per il 2024 e per il 2025 a oltre 8,5 miliardi di euro.
La vera sfida è sul 2025
Il terzo trimestre indubbiamente agirà da termometro sulla capacità di Intesa Sanpaolo di macinare corposi utili anche in futuro e rispettare le attese per il 2025. Per il prossimo anno il mercato si attende dalla banca guidata da Carlo Messina un utile netto di quasi 9 miliardi che potrebbe essere messo a rischio dall’evoluzione dei tassi, con la Bce che ha già apportato tre tagli da giugno a ottobre e tra gli operatori aumentano le scommesse che a dicembre potrebbe arrivare una sforbiciata “jumbo” da 50 punti base. Ad oggi le ipotesi sui tassi di Intesa non sembrano più conservative. La sua capacità di convertire i depositi in asset in gestione sarà cruciale per compensare un NII più debole”, sottolinea il team banche di Bloomberg Intelligence, che fa un accenno anche al rischio politico “che potrebbe limitare la portata del buyback, nonostante il suo sano CET1 ratio e la mancanza di ambizione M&A”.
Tra gli analisti tanti buy nonostante il +47% ytd
Tra gli analisti prevale nettamente i giudizi positivi (21 “buy”, 5 “neutral” e nessun “sell”) con prezzo obiettivo a 4,39 euro, ossia un potenziale upside di oltre il 12% rispetto ai prezzi attuali.
Da inizio anno Intesa è balzata in avanti del 47% con capitalizzazione arrivata al livello record di 70 miliardi di euro e ricucendo le distanze dalle big europee Bnp Paribas e Santander, sorpassare brevemente nelles scorse settimane per poi tornare terza potenza Ue per market cap.