Notizie Notizie Italia Intel e la grande scommessa in Germania. Ma la fabbrica di chip in Veneto?

Intel e la grande scommessa in Germania. Ma la fabbrica di chip in Veneto?

20 Giugno 2023 14:36

Accordo Intel-Germania per fabbrica di chip a Magdeburg. Ma la fabbrica di chip in Veneto che fine fa?

Intel sceglie la Germania: sarà qui, per la precisione a Magdeburg, che il colosso americano dei chip costruirà un sito per la produzione di semiconduttori, investendo più di 30 miliardi di euro, l’equivalente di 32,8 miliardi di dollari.

L’accordo è stato raggiunto dopo che Berlino ha deciso di coprire un terzo degli investimenti richiesti per la creazione dell’area, ergo per la realizzazione del progetto “Silicon Junction” di Magdeburg.

La notizia segue l’annuncio di qualche giorno fa di Intel, relativo all’altra intesa, quella raggiunta con la Polonia, per creare uno stabilimento di assemblaggio e test di semiconduttori a Miękinia, e va considerata nell’ambito del piano di espansione del gruppo di chip made in Usa in Europa.

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Tornando alla Germania la notizia dell’accordo, raggiunto nella giornata di ieri, lunedì 19 giugno 2023, è arrivata dopo l’incontro, a Berlino, tra il ceo di Intel Pat Gelsinger e il cancelliere tedesco Olaf Scholz.

Intel e la scommessa da 30 MLD: 1/3 da Berlino

Va ricordato che Intel aveva acquistato il terreno per la costruzione di due fabbriche di produzione di chip a Magdeburg, nel mese di novembre.

La società ha reso noto che la prima fabbrica dovrebbe avviare la produzione tra 4-5 anni.

“L’investimento in Germania rappresenta una espansione significativa della capacità produttiva di Intel in Europa ed è l’investimento più grande mai effettuato da una società straniera – ha commentato il ministro dell’economia tedesco Robert Habeck, che è anche vice cancelliere della Germania, in un comunicato stampa diffuso dall’Associated Press.

Prima della revisione della lettera di intenti che è stata firmata nella giornata di ieri, i piani avevano previsto un investimento complessivo di almeno 17 miliardi di euro. La cifra finale è passata a un valore superiore ai 30 miliardi: di questa somma, 1/3 sarà versato dal governo tedesco, per un valore di 9,9 miliardi di euro.

Che fine ha fatto il progetto di Draghi per il Veneto?

Visti i piani di espansione di Intel in Europa, e visto che ci troviamo in Italia, la domanda sorge spontanea. Il colosso dei chip degli States ha intenzione di puntare sull’Italia?

Soprattutto, che fine hanno fatto quei contatti che il governo uscente di Mario Draghi e Intel avevano avuto per la costruzione di una fabbrica di chip in Veneto, più precisamente nel comune di Vigasio, provincia di Verona?

“Exclusive: Italy and Intel pick Veneto as preferred region for new chip plant”: aveva annunciato in via esclusiva l’agenzia di stampa Reuters alla fine di settembre del 2022, parlando di un investimento di Intel in Italia, da considerare nell’ambito di un piano più ampio che era stato annunciato dal produttore americano di chip nel marzo del 2022, volto a investire fino a 80 miliardi di euro nel corso del decennio successivo, per espandersi e crescere in Europa.

Reuters aveva precisato che il governo Draghi ormai uscente aveva scelto Vigasio, nel nordest del Veneto, come sito per realizzare la costruzione di una fabbrica di chip.

Si parlava di un investimento iniziale di qualcosa come 4,5 miliardi di euro, e della possibilità di creare 1.500 posti di lavoro direttamente con la costruzione dell’impianto, e di altri 3.500 posti di lavoro considerando i fornitori e altri soggetti attivi nell’esecuzione del piano.

Le operazioni dell’impianto, che finora può essere considerato fantasma sarebbero iniziate, secondo le fonti, tra il 2025 e il 2027.

La frenata di Intel sulla gigafactory in Italia

Intel poi frenava, riportava sempre Reuters a gennaio di quest’anno.

L’Italia è ancora in gioco, così come altri paesi candidati…Decideremo entro l’arco di un anno”, così il ceo di Intel Gelsiger, secondo le indiscrezioni.

Il Sole 24 Ore, data 20 gennaio 2023, parlava di investimenti per la gigafactory in Veneto a rischio.

L’AD di Intel Pat Gelsinger, dal canto suo, affermava di aver parlato con la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, dopo che la stessa aveva manifestato tutto il suo entusiasmo per la realizzazione del piano.

Cosa aveva detto Giorgia Meloni sulla fabbrica di chip

“Intendo occuparmene personalmente già ai prossimi giorni, sentendo i vertici di Intel e valutare con loro necessità, attese, possibilità concrete di intervento del Governo italiano – aveva detto la premier Meloni nel corso della conferenza stampa di fine anno del 29 dicembre 2022 – Finalmente l’Europa si è mossa, con una dotazione importante, per chiudere un gap produttivo che ha reso l’industria continentale più fragile e dipendente dalle politiche di Paesi terzi”.

Giorni fa, in occasione dell’annuncio sullo stabilimento in Polonia, la stessa Intel è tornata a parlare dei suoi piani di investimento in Italia, senza dire tuttavia niente di nuovo.

“Intel continua a parlare con l’Italia su un possibile investimento nel paese”, ha detto il colosso dei chip venerdì scorso, dopo aver comunicato l’investimento, fino a $4,6 miliardi, nella nuova fabbrica di assemblaggio e di test in Polonia – Apprezziamo l’impegno del governo italiano a sviluppare un ecosistema microelettronico competitivo”, si legge nel comunicatob che Intel ha inviato direttamente a Reuters.

Tante parole sull’Italia, ma fatti zero. L’orgoglio tedesco

L’impegno di Intel è diventato reale invece in Germania, anche se l’accordo tra il colosso e Berlino dovrà superare la prova della Commissione europea, che dovrà accertare che l’intesa non violi le norme sulla concorrenza.

Intanto, il cancelliere tedesco Olaf Scholz gongola:

“Se tutti i piani di investimenti al momento considerati veranno realizzati, e noi stiamo lavorando affinché sia così, la Germania diventerà uno dei siti di produzione di semiconduttori a livello globale più importante“.

E il ministro dell’economia Robert Habeck ha definito l’accordo con Intel “un importante contributo alla crescente sovranità dell’Europa”.