Intel affonda a Wall Street dopo i conti e le previsioni sul 1Q23
Intel a picco a Wall Street dopo la pubblicazione dei risultati relativi al quarto trimestre del 2022 e un outlook sul primo trimestre del 2023 piuttosto deludente. Il titolo affonda del 7,5% a 27,84 dollari, annullando buona parte dei guadagni che aveva accumulato da inizio anno nell’ambito di un rally dei titoli di chip. Di seguito i dettagli sui conti, la guidance e i pareri degli analisti.
Fatturato ed EPS adjusted sotto le attese nel 4Q
Nel quarto trimestre del 2022 Intel ha realizzato ricavi per 14,04 miliardi di dollari, al di sotto dei 14,5 miliardi di fatturato stimati, segnando una flessione del 32% su base annua.
Per Intel si tratta del quarto trimestre consecutivo di calo del fatturato, in un contesto di frenata del mercato dei PC dopo il boom segnato durante il periodo più buio della pandemia Covid, quando i lockdown e le misure di restrizione stay at home hanno indotto i consumatori ad aumentare la spesa per pc, sostenendo la domanda di chip di Intel.
Inferiori alle attese le vendite nei segmenti Client Computing (in calo del 36% a 6,63 mld vs 7,42 attesi) e Network & Edge (2,06 miliardi vs 2,21), mentre sono andate meglio del previsto le unit datacenter e AI (4,30 miliardi contro 4,05 attesi, ma in flessione del 33%) e Accelerated Computing Systems & Graphics (247 milioni vs 203,4), oltre a Mobileye (565 milioni vs 435,1) e Intel Foundry Services (319 milioni vs 191,5).
Il margine lordo rettificato si attesta al 43,8% (stima 45%), mentre il margine operativo rettificato è pari al 4,3% (consensus 7,22%). Il trimestre si è chiuso con una perdita netta di 664 milioni di dollari, rispetto agli utili di 4,62 miliardi dello stesso periodo del 2021. L’EPS rettificato si attesta a 10 centesimi, a fronte di una stima pari a 0,19 dollari.
Le previsioni tetre sul 1Q 2023
Nel primo trimestre di quest’anno, Intel prevede una perdita netta rettificata di 15 centesimi per azione, la prima stima di perdita da decenni.
Il fatturato è atteso tra i 10,5 e gli 11,5 miliardi di dollari. La società stima inoltre una discesa del margine lordo, la percentuale di vendite rimanenti dopo aver dedotto i costi di produzione, al 39%. La previsione implica un calo di 14,1 punti rispetto allo stesso periodo di un anno fa e più di 10 punti in meno rispetto a quello del rivale più prossimo di Intel, ovvero AMD.
I dati si confrontano con le attese degli analisti che segnalavano un utile netto di 25 centesimi, ricavi per 13,96 miliardi e un margine lordo del 45,5% nel primo trimestre dell’anno.
La società rimane comunque impegnata a offrire un dividendo competitivo, secondo quanto dichiarato dal Chief Financial Officer Dave Zinsner.
La view del Ceo di Intel
L’amministratore delegato di Intel, Pat Gelsinger, in carica dal 2021 per rilanciare l’azienda, ha affermato: ” “Chiaramente, i risultati finanziari non sono quelli che speravamo”, ricordando però che “siamo nel corso di un viaggio pluriennale. Continueremo ad affrontare le sfide a breve termine mentre ci sforziamo di rispettare i nostri impegni nel lungo periodo”.
Secondo il piano di Gelsinger, Intel mira ad accelerare l’introduzione di nuove tecnologie di produzione, aumentandola ad un ritmo mai tentato prima nei semiconduttori. L’azienda ha anche in programma di costruire nuove fabbriche negli Stati Uniti e in Europa, spostando la concentrazione della produzione lontano dall’Asia.
Gelsinger sta tentando di trasformare Intel in qualcosa di più di un produttore a contratto, gestendo il lavoro in outsourcing per altre società e sfidando il colosso Taiwan Semiconductor Manufacturing Co.
Per rimettersi in carreggiata, però, l’azienda ha bisogno che i produttori di computer smaltiscano rapidamente le scorte di inventario e tornino a ordinare componenti. Questo allenterebbe la pressione sulle finanze di Intel, messe alla prova dagli ambiziosi piani per aggiornare la tecnologia produttiva.
Quest’anno Gelsinger prevede vendite di PC tra 270 milioni e 295 milioni, decisamente al di sotto del milione di unità al giorno che lui stesso aveva annunciato nel 2021. Per far fronte a questo rallentamento del mercato, Intel ha già annunciato un taglio dei costi. Tre mesi fa, ha affermato che le riduzioni del personale, la spesa più lenta per nuovi impianti e altre misure restrittive si tradurranno in un risparmio di 3 miliardi di dollari quest’anno. Tale cifra aumenterà fino a $ 10 miliardi all’anno entro la fine del 2025.
Analisti sorpresi in negativo dall’outlook di Intel
Gli ultimi risultati e prospettive sono “molto deboli” secondo Wells Fargo, che sottolinea anche la mancanza di previsioni sul full year, ad aumentare ulteriormente l’incertezza.
Anche Morgan Stanley afferma che “l’entità della debolezza della guidance è piuttosto sorprendente”, malgrado fosse nell’aria una prospettiva debole sugli utili.
Fitch pone l’accentro sul fatto che riconquistare quote di mercato e riportare i margini di profitto nella fascia media del 50% “non sarà un’impresa da poco”.
Diversi broker hanno abbassato i rispettivi target price sul titolo in scia ai conti e alle prospettive sotto le attese. Tra questi Bernstein (underperform), che ha tagliato il prezzo obiettivo da 23 a 20 dollari, JP Morgan (underweight) da 32 a 28 dollari, Credit Suisse (neutral) da 28 a 25 dollari.
Intel resta un passo indietro rispetto ai peers
I risultati deludenti di Intel rimarcano il suo divario con i rivali. Il fatturato totale nel 2022 è stato inferiore a quello di TSMC, il produttore di chip taiwanese che rifornisce molti dei concorrenti di Intel e consente ad alcuni clienti di progettare i propri componenti. Ma Intel, un tempo dominante, è rimasta indietro anche rispetto a Samsung Electronics in termini di vendite.
L’industria dei computer sta subendo un reset dopo il boom della pandemia. Le consegne di PC sono diminuite del 16% nel 2022 e scenderanno nuovamente a soli 260 milioni quest’anno rispetto ai quasi 350 milioni del 2021.
Intel domina ancora il mercato dei processori utilizzati nei server, con una quota superiore al 70%. Ma la sua presa su questo mercato è svanita. Negli ultimi anni, infatti, l’azienda è stata lenta nell’introduzione di nuovi prodotti e rivali come AMD hanno guadagnato terreno. Inoltre, alcuni clienti stanno sviluppando chip interni per sostituire i processori Intel.