Inflazione Usa sotto le attese, salgono chance tagli Fed entro settembre

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Segnali di rallentamento dall’inflazione statunitense a maggio. L’indice dei prezzi al consumo ha registrato un aumento su base mensile inferiore alle attese (+0,1% sia per la componente headline, sia per quella core), mentre il dato core ha rallentato al 2,8% su base annua. Ecco tutti i dettagli e la reazione dei mercati.
Inflazione core sotto le attese al 2,8%
A maggio i prezzi al consumo hanno registrato un +0,1% rispetto ad aprile, rispetto al +0,2% previsto dagli analisti. L’indice Cpi core, che esclude le componenti più volatili (energia e alimentari) mostra a sua volta un aumento dello 0,1%, a fronte del +0,3% mediamente previsto dagli analisti interpellati da Bloomberg (nessuno dei quali aveva anticipato un incremento così contenuto).
Su base annua, l’inflazione headline si attesta al 2,4%, in linea con il consensus e in lieve aumento dal +2,3% di aprile, e il dato core è stabile al 2,8%, mentre gli economisti si attendevano un’accelerazione al 2,9%.
Da valutare le singole componenti dell’inflazione al consumo, insieme ai dati di domani sui prezzi alla produzione, per le implicazioni in termini di inflazione di fondo, aspettando i dati di fine mese sul core Pce.
Futures azionario Usa in rialzo, scendono rendimenti bond
La reazione immediata dei mercati al report sull’inflazione è stata positiva, con i futures sull’S&P 500 e sul Nasdaq 100 in rialzo dello 0,3-0,4% rispetto al precedente andamento flat. Sull’obbligazionario, i rendimenti dei Treasury a due anni sono scesi di circa 7 punti base al 3,95% mentre il decennale è in calo di circa 3 bp al 4,43%.
I contratti swap sui tassi di interesse hanno visto la probabilità di un taglio da parte della Fed entro settembre schizzare al 75% rispetto al 60% della giornata precedente. Ciò significa che gli operatori vedono più probabile una riduzione dei costi di finanziamento, da parte della banca centrale di Washington, alla luce dell’inflazione più moderata. In ogni caso, non sono attese mosse nella riunione della prossima settimana, in calendario il 18 giugno.
In precedenza, i mercati hanno accolto con sostanziale freddezza l’annuncio di Trump sull’intesa con la Cina sui dazi. Il post social del presidente, infatti, parla da un lato di “accordo concluso”, citando in particolare temi come le terre rare e l’accesso degli studenti alle università, ma afferma al tempo stesso che servirà l’approvazione finale sua e del suo omologo cinese Xi Jinping.