Tassi Fed appesi a numeri payrolls e disoccupazione. Con dati deboli Powell obbligato a tagliare?

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Banche centrali ancora una volta in primo piano. Se ieri la protagonista è stata la Banca centrale europea (Bce) di Christine Lagarde che ha dato in pasto al mercato l’atteso quarto taglio dei tassi del 2025, oggi si torna a guardare da vicino agli Stati Uniti, e in particolar modo ai dati sul mercato del lavoro Usa cruciali per le mosse future della Federal Reserve (Fed). Il rapporto sull’occupazione di maggio, che comprende i nonfarm payrolls (ovvero le buste paga nel settore non agricolo), il tasso di disoccupazione e la crescita dei salari, sarà utile all’istituto guidato da Powell per delineare lo scenario in vista delle prossime riunioni di politica monetaria e decidere quale direzione di marcia seguire sul fronte tassi.
Vediamo ora le previsioni sull’employment report e le potenziali ripercussioni nell’azione della Fed.
Nonfarm payroll e disoccupazione: cosa dice il consensus
Secondo il consensus degli analisti interpellati da Bloomberg, a maggio la variazione dei salari non agricoli dovrebbe attestarsi a +126mila rispetto a +177mila del mese precedente. Il tasso di disoccupazione è atteso stabile al 4,2%. La crescita annua dei salari medi orari dovrebbe, invece, rallentare al 3,7% dal precedente 3,8%. Su base mensile gli analisti si attendono un aumento dello 0,3%, contro il +0,2% del mese precedente. Un primo assaggio dal mercato del lavoro Usa è arrivato mercoledì scorso, con la pubblicazione del sondaggio ADP che ha chiuso il mese a quota +37mila contro le +60mila del mese di aprile (dato rivisto da +62mila). Il dato è stato ben al di sotto delle attese degli analisti che si attendevano +144mila.
“I dati che misurano l’attività (hard data) registreranno in tutta probabilità un indebolimento nei prossimi mesi, allineandosi ai soft data. Tuttavia, la variabile che può portare la Fed in gioco prima di quanto atteso dal mercato (il prossimo taglio è prezzato a settembre) è il mercato del lavoro – segnalano gli strategist di Mps Capital Services -. Un indebolimento interesserebbe uno dei due pilastri del mandato Fed e sarebbe difficile resistere alle pressioni di Trump per un taglio“.
Secondo gli esperti, il consensus si attende un insieme di numeri (126mila nuovi occupati e tasso di disoccupazione stabile al 4,2%) che disegnerebbero un mercato del lavoro in salute e cancellerebbe i timori suscitati dalla survey dell’ADP (solo 37mila nuovi posti di lavoro) e dei jobless claims, che anche ieri hanno registrato un moderato incremento (hanno avuto un ruolo i fattori stagionali che negli ultimi anni hanno sempre visto un aumento in questo periodo dell’anno).
Anche gli esperti di Barclays giudicano “cruciale” il rapporto sull’occupazione per valutare se l’incertezza commerciale sta iniziando a colpire l’economia reale. Secondo la view della banca UK “un’ulteriore delusione sui dati metterebbe certamente in discussione la ‘goldilocks mindset‘, ma una lieve debolezza finora si è rivelata un aspetto positivo per le azioni”. Infatti, a fronte delle persistenti preoccupazioni sulla sostenibilità del debito, ha messo un freno ai rendimenti a lungo termine e ha ravvivato le aspettative di un allentamento della Fed. Quindi ‘bad is good‘, la corsa al rialzo del mercato azionario continua e il momentum non accenna a invertirsi.
Fed, attesa per il meeting di giugno: lavoro Usa cruciale
La Federal Reserve tornerà a riunirsi tra meno di due settimane. In calendario il 17 e 18 giugno la due giorni di riunioni del FOMC, il braccio operativo della banca centrale Usa. Una riunione in cui è prevista anche la pubblicazione delle proiezioni macroeconomiche.
“Un rapporto più debole del previsto potrebbe ulteriormente alimentare le stime di un taglio dei tassi da parte della Federal Reserve prima o poi, se anche la crescita salariale rimane debole – commenta Ipek Ozkardeskaya, senior analyst presso Swissquote -. Un’altra sorpresa al rialzo rafforzerebbe l’ottimismo sul fatto che l’economia statunitense stia reggendo bene lo shock di Trump, e probabilmente rafforzerebbe il sentiment del mercato azionario”.
I future sui Fed Fund attualmente quotano circa una probabilità su tre di un taglio dei tassi a luglio. Questa probabilità – e il rendimento a due anni – sono gli elementi da tenere d’occhio per vedere come gli investitori digeriranno il rapporto odierno. Il rendimento a due anni degli Stati Uniti si attesta intorno al 3,90%, ben al di sotto del 4,40% registrato all’inizio dell’anno.
In ogni caso, la pressione sul dollaro statunitense probabilmente continuerà, in un contesto di aspettative di indebolimento della crescita statunitense e/o di una Fed accomodante.