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Inflazione Usa, Pce core conferma stime ma Fed aspetta job report

27 Settembre 2024 14:50

I numeri di agosto sul core Pce statunitense, la misura dei prezzi preferita dalla Fed per monitorare l’inflazione e ponderare le decisioni di politica monetaria, confermano le previsioni con una lieve accelerazione al 2,7% su base annua, anche se la variazione mensile (+0,1%) è leggermente al di sotto delle attese (+0,2%). I dati non dovrebbero spostare sensibilmente le valutazioni della banca centrale, che nell’ultimo incontro ha optato per un taglio dei tassi di interesse di 50 punti base. L’attenzione si sposta ora sul rapporto relativo al mercato del lavoro, in uscita venerdì prossimo.

Inflazione Pce core +2,7% a/a nel mese di agosto

Ad agosto l’indice Pce (personal consumer expenditures) ha riportato un aumento dello 0,1% rispetto a luglio, in linea con le stime, e una crescita del 2,2% su base annua, in rallentamento rispetto +2,5% registrato a luglio e al di sotto delle attese (+2,3%).

Per quanto riguarda la componente core, che esclude i prezzi alimentari ed energetici in quanto più volatili, i dati mostrano un incremento congiunturale dello 0,1% (consensus +0,2%) e un +2,7% rispetto ad agosto 2023, in lieve accelerazione dal +2,6% di luglio ma in linea con le previsioni degli analisti.

Fra gli altri dati, la spesa reale (corretta per l’inflazione) è salita di un modesto 0,1%, come anticipato dagli esperti, contro il +0,4% del mese precedente.

Gli altri dati sull’economia Usa

Il rapporto odierno arriva dopo quello di ieri sul Pil, che ha confermato la crescita del secondo trimestre al 3,0% malgrado la prevista revisione al ribasso al 2,9%, dopo il +1,6% del primo trimestre.

Inoltre, l’aggiornamento annuale completo del Bureau of Economic Analysis ha mostrato un’economia statunitense più resiliente dopo la pandemia, con un aumento medio del 5,5% del prodotto interno lordo corretto per l’inflazione dal secondo trimestre del 2020 al 2023, rispetto al 5,1% precedentemente comunicato.

Il core Pce del secondo trimestre ha registrato una crescita del 2,8% rispetto ai primi tre mesi dell’anno.

Per quanto riguarda gli altri dati, le richieste iniziali di disoccupazione sono risultate inferiori alle aspettative (218 mila vs 223 mila unità), mentre le richieste in corso, che tracciano la velocità di rientro nel mercato del lavoro, sono rimbalzate oltre le stime a 1,834 milioni.

Le implicazioni per la Fed e la reazione dei mercati

La lettura soft dell’inflazione Pce core dovrebbe dissipare le preoccupazioni di rischi immediati al rialzo per l’inflazione. Come sottolineato da Francesco Pesole, forex strategist di ING, “il recente spostamento dell’attenzione della Fed sul lato occupazionale del suo mandato significa che i mercati sono meno sensibili alle notizie sull’inflazione”.

Il focus è dunque rivolto soprattutto al job report della prossima settimana e la porta rimane aperta per un taglio di 50 punti base in una qualsiasi delle prossime due riunioni.

In seguito alla pubblicazione dei dati, calano i rendimenti dei Treasury (-4 bp per decennale e biennale) e il dollaro, in scia alla prospettiva di una Fed ancora sulla buona strada per ridurre sensibilmente il costo del denaro nei prossimi mesi. Tuttavia, resta aperto il dibattito sull’entità del prossimo ritocco, da 25 o 50 punti base.