Notizie Dati Macroeconomici Inflazione Usa: dopo Ppi e Powell focus su Cpi per tagli tassi Fed

Inflazione Usa: dopo Ppi e Powell focus su Cpi per tagli tassi Fed

15 Maggio 2024 09:00

La pubblicazione del rapporto di aprile sull’inflazione degli Stati Uniti in calendario oggi, 15 maggio, sarà l’evento clou di questa settimana sui mercati finanziari. Gli analisti prevedono un rallentamento dei prezzi al consumo; tuttavia, per convincere la Fed a tagliare i tassi entro l’estate, serviranno ulteriori conferme dai prossimi dati macro, a partire dal Pce core in uscita a fine mese. Ieri, intanto, i prezzi alla produzione hanno fornito segnali in chiaroscuro, con una variazione complessiva superiore alle attese ma anche alcuni dettagli confortanti. Il Presidente della Fed, Jerome Powell, ha ribadito la retorica di tassi ancora elevati, affermando che la banca centrale statunitense dovrà essere paziente in attesa di ulteriori prove di frenata dell’inflazione.

Le stime sull’inflazione Usa di aprile

I dati di consensus sull’indice dei prezzi al consumo di aprile, raccolti da Bloomberg, indicano una crescita attesa dello 0,4% su base mensile, in linea con quella registrata a marzo. Anno su anno è previsto un rallentamento marginale, dal 3,5% al 3,4%.

Il dato core, che non tiene conto delle componenti più volatili dell’inflazione (alimentari e prezzi energetici) è stimato in aumento dello 0,3% congiunturale – contro lo 0,4% del mese precedente – e del 3,6% tendenziale, in frenata rispetto al 3,8% di marzo.

Atteso un aumento dei prezzi alimentari

I prezzi del settore alimentare manterranno probabilmente elevata l’inflazione headline. In particolare, gli aumenti del 20% dei salari minimi nei fast food della California dovrebbero spingere verso l’alto i costi per mangiare fuori casa, che pesano all’incirca per la metà nel paniere dei prezzi alimentari.

Per quanto riguarda i costi energetici, secondo Bloomberg è previsto un incremento dell’1,3% su base mensile, per un contributo di 9 punti base al rialzo complessivo. All’interno di questo settore, i prezzi della benzina sono verosimilmente aumentati del 3,0%, solo parzialmente controbilanciati dal calo dei costi dell’elettricità e del gas naturale.

Anche assicurazioni e servizi medici continuano a esercitare pressioni sui prezzi. Per contro, dai dati dovrebbe emergere una diminuzione dei prezzi delle auto usate (-0,5%), oltre ad un lieve rallentamento della crescita nella componente relativa ai servizi abitativi.

Focus anche sul Pce core

Una volta resi noti i prezzi al consumo, l’attenzione si sposterà soprattutto sul deflatore Pce core, l’indicatore di inflazione preferito dalla Fed per le sue decisioni di politica monetaria, in uscita il 31 maggio.

Secondo gli analisti di Bloomberg, c’è la possibilità che l’indice possa mostrare una lettura più robusta rispetto al Cpi del 15 maggio. Questo perché il Pce core e il cosiddetto indice “supercore” (che esclude anche la componente degli alloggi) comprendono il calcolo dei prezzi per mangiare fuori, rimossi invece dal Cpi core.

Dall’altro lato, la correzione del mercato azionario nel mese di aprile dovrebbe riverberarsi sulla componente di servizi finanziari del Pce core, che hanno un peso superiore al 7%.

Prezzi produzione in aumento, ma componenti chiave stabili

Ieri sono stati pubblicati i dati sui prezzi alla produzione di aprile, che hanno evidenziato un incremento dello 0,5% rispetto a marzo, al di sopra dello 0,3% previsto dagli analisti. Tuttavia, la rilevazione del mese precedente è stata rivista da +0,2% a -0,1%.

Su base annua, l’indice è cresciuto del 2,2%, in linea con le attese, mentre la lettura del mese precedente è stata corretta al ribasso, da +2,1% a +1,8%.

Oltre a queste revisioni, c’è un altro elemento positivo per gli economisti, ossia l’allentamento dei prezzi in diverse categorie che concorrono a determinare il Pce Core. Ad esempio, il costo delle cure ospedaliere ambulatoriali è diminuito dello 0,1% e le tariffe aeree sono calate del 3,8%. Modesto aumento per i prezzi delle cure mediche, mentre i servizi di gestione del portafoglio hanno registrato un rincaro del 3,9%.

Per contro, i costi complessivi dei servizi sono aumentati dello 0,6% (il massimo da luglio) e rappresentano quasi i tre quarti dell’aumento complessivo del PPI. I prezzi delle merci, invece, sono cresciuti dello 0,4% a causa del caro carburante.

Per tagli tassi Fed l’inflazione deve scendere

È difficile che l’indice dei prezzi al consumo da solo possa alterare significativamente le aspettative sui tassi di riferimento della Federal Reserve. A guidare le decisioni della banca centrale americana, in vista della prossima riunione dell’11-12 giugno, saranno anche i dati sul Pce core di fine maggio e il successivo report sull’inflazione Cpi, in uscita proprio il 12 giugno. Letture particolarmente deboli potrebbero alimentare le attese per una riduzione dei costi di finanziamento nelle riunioni di luglio o, più probabilmente, settembre.

Il presidente Jerome Powell ha suggerito due possibili scenari che potrebbero portare a tagli anticipati dei tassi: una moderazione dell’inflazione verso il target del 2%, indipendentemente dal mercato del lavoro, oppure un inatteso indebolimento di quest’ultimo.

Gli ultimi dati sull’occupazione negli USa hanno lievemente rinvigorito le speranze di un abbassamento del costo del denaro a settembre, anche se i future sui Fed Funds prezzano interamente un intervento in tal senso soltanto a novembre. L’allentamento complessivo scontato dai trader è pari a 44 punti base, quindi 1-2 tagli, nel corso del 2024. Un ribasso entro settembre vede al momento una probabilità intorno all’84%.

Powell: “Tassi elevati più a lungo di quanto pensassimo”

Il presidente della Federal Reserve, Jerome Powell, è intervenuto ieri sostenendo la necessità di mantenere ancora i tassi elevati e affermando che alla Fed serviranno più prove di discesa dell’inflazione prima di abbassare il costo del denaro.

“Pensiamo all’effetto di ciò che stiamo facendo sulle condizioni finanziarie in generale e sull’economia”, ha detto Powell martedì, durante un evento ad Amsterdam. “Tutte queste cose ci portano a credere, in questo momento, che la politica è restrittiva e probabilmente ci vorrà più tempo per avere la certezza che l’inflazione scenda verso il target del 2%. Pensiamo sia semplicemente una questione di restare in questa posizione più a lungo”, ha aggiunto.

Powell si aspetta che l’inflazione diminuisca su base mensile, ma i dati sui prezzi nel primo trimestre hanno scalfito la sua fiducia, a causa della “mancanza di ulteriori progressi”. “Non ci aspettavamo che questa fosse una strada agevole”, ma finora i numeri sono risultati “più alti di quanto qualcuno si aspettasse”. Pertanto, “dovremo essere pazienti e lasciare che la politica restrittiva faccia il suo lavoro”, ha concluso Powell.