Notizie Dati Macroeconomici Inflazione Usa, core Pce accelera a sorpresa. Caos dazi frena i consumi

Inflazione Usa, core Pce accelera a sorpresa. Caos dazi frena i consumi

28 Marzo 2025 14:41

A febbraio l’inflazione statunitense misurata dal core Pce registra un’accelerazione al 2,8% su base annua, mentre la domanda interna mostra segnali di debolezza, in un contesto di dazi e incertezze che frenano i consumi. Ecco i dati e le implicazioni per la politica monetaria della Fed.

Inflazione core Pce sale al 2,8%, spesa reale per consumi +0,1%

A febbraio l’indice core della spesa per consumi personali al netto di alimentari ed energia (Pce core), la metrica di inflazione preferita dalla Federal Reserve, ha registrato un incremento su base annua del 2,8%, rispetto al 2,7% del consensus. La rilevazione di gennaio è stata rivista da 2,6% a 2,7%. Su base mensile emerge un incremento dello 0,4%, superiore allo 0,3% delle attese e del mese precedente.

L’indice Pce che include energia e alimentari segna un aumento congiunturale dello 0,3% e una crescita annua del 2,5%, entrambi in linea con le aspettative.

L’inflazione dei beni (esclusi cibo ed energia) è cresciuta dello 0,4% per il secondo mese, segnando il maggior incremento consecutivo dal 2022. I prezzi dei servizi core — escludendo abitazioni ed energia — hanno registrato una crescita simile.

Nel frattempo, la spesa personale corretta per l’inflazione ha messo a referto un modesto aumento dello 0,1%, meno dello 0,3% previsto, pur segnando un’inversione di tendenza dopo il -0,6% di gennaio (corretto dal -0,5% inizialmente rilevato).

Pericolo stagflazione per gli Usa?

I dati mostrano un’inflazione persistentemente elevata, ben al di sopra del target della Fed fissato al 2%. Per contro, i consumi rimangono deboli, in uno scenario che rischia di assomigliare sempre più a quello di una stagflazione, ossia un quadro economico caratterizzato da alta inflazione e crescita stagnante.

Ieri il Pil degli Usa ha mostrato un’espansione del 2,4% nel quarto trimestre, ma i dazi di Trump stanno frenando la fiducia di imprese e consumatori, alimentando lo spettro di una possibile recessione nella prima potenza mondiale.

Le prospettive sulle prossime mosse della Fed

Anche le proiezioni economiche più recenti della Fed, pubblicate nella riunione della settimana scorsa, riflettono queste preoccupazioni, con una crescita stimata più lenta e un’inflazione più elevata. Il presidente Jerome Powell ha cercato di minimizzare i rischi, parlando di un’inflazione “transitoria”, ma altri membri del board si sono mostrati più prudenti.

In ogni caso, la posizione della banca centrale rimane attendista. Le previsioni implicite nel mercato dei future indicano una probabile pausa ad aprile e continuano a prezzare due tagli nel corso del 2025 (in linea con il dot plot dei funzionari), anche se non è escluso un terzo intervento, con la prima riduzione pienamente scontata per luglio.

La reazione dei mercati dopo l’inflazione core Pce

In seguito alla pubblicazione dei dati, il mercato azionario statunitense ha aperto in lieve calo, con l’indice S&P 500 a -0,3% e il Nasdaq a -0,6%.

I rendimenti dei Treasury sono rimasti in ribasso rispetto alla sessione precedente, con il decennale al 4,3% e il biennale al 3,96%.

Sul forex, il cambio euro/dollaro scambia in area 1,08, in aumento dopo il report sull’inflazione, mentre il dollaro/yen arretra a 150,6.