Notizie Dati Macroeconomici Inflazione Ue sotto target 2% a maggio, strada spianata per nuovo taglio. Giovedì il Bce day

Inflazione Ue sotto target 2% a maggio, strada spianata per nuovo taglio. Giovedì il Bce day

3 Giugno 2025 11:30

L’inflazione dell’eurozona ha frenato a maggio, riportandosi nuovamente sotto l’asticella del 2%. Un dato preliminare che finisce dritto dritto sul tavolo del consiglio direttivo della Banca centrale europea (Bce) che si riunisce giovedì 5 giugno, ma che di fatto sembra spianare ancora di più la strada per un nuovo taglio dei tassi da parte dell’istituto guidato da Lagarde. Una mossa che da tempo molti analisti danno per assodata.

Il dato preliminare di maggio pubblicato dall’Eurostat mostra un aumento dell’1,9% rispetto a un anno fa, in calo dal 2,2% di aprile e al di sotto della stima mediana del 2% del consensus Bloomberg. Su base core, quindi al netto delle voci volatili come alimentari ed energia, il Cpi è sceso al 2,3% su base annua, mentre le pressioni nel settore dei servizi, ambito attentamente monitorato, si sono notevolmente raffreddate.

Prezzi in frenata e nuovo taglio alle porte

L’inflazione nell’Eurozona è diminuita più del previsto a maggio, scendendo al di sotto del target del 2% della Banca Centrale Europea e rafforzando così la “richiesta” di un ulteriore abbassamento del costo del denaro. Nel dettaglio, il dato preliminare di maggio dei prezzi al consumo registra un aumento dell’1,9% rispetto a un anno fa, in calo rispetto al 2,2% di aprile e al di sotto della stima mediana del 2% del consensus Bloomberg. Su base core, quindi al netto delle voci volatili come alimentari ed energia, il Cpi è sceso al 2,3%. La tendenza al calo dei prezzi era già emersa nelle letture degli ultimi giorni da parte di alcune delle principali economie della zona euro, tra cui la Germania.

È la prima volta in otto mesi e solo la seconda da metà 2021 che l’inflazione headline non ha superato il target. A seguito dell’invasione dell’Ucraina da parte della Russia nel marzo del 2022 e della successiva crisi energetica, ha raggiunto il livello record del 10,6% nell’ottobre 2022. Questi attesi dati arrivano alla vigilia della riunione della Bce sui tassi che culminerà con l’annuncio di giovedì pomeriggio. “Con l’inflazione sotto controllo e le tensioni commerciali tra il presidente Donald Trump e l’Europa che offuscano le prospettive economiche, un altro taglio di un quarto di punto del tasso sui depositi, al 2%, è quasi scontato“, indicano da Bloomberg.

Il tasso di inflazione nell’eurozona è diminuito notevolmente a maggio, principalmente a causa del calo dell’inflazione dei servizi dal 4% al 3,2%. Questo riporta l’inflazione al di sotto del target Bce del 2% per la prima volta da settembre dello scorso anno. Nel complesso, l’inflazione si aggira intorno al target da un po’ di tempo e le previsioni della Bce indicano un’inflazione a medio termine vicina all’obiettivo da tempo”, segnala l’economista di ING Bert Colijn indicando che “i recenti sviluppi della guerra commerciale hanno finora avuto un impatto al ribasso sull’inflazione nell’eurozona. I prezzi globali delle materie prime sono diminuiti, l’euro si è rafforzato rispetto al dollaro, l’incertezza ha frenato l’attività economica nell’eurozona e la Commissione europea si è finora astenuta dall’introdurre dazi di ritorsione contro gli Stati Uniti, che avrebbero comportato un aumento dei prezzi”.

Palla ora passa a Lagade & Co: giovedì il Bce day

Ormai è solo questione di giorni per la quarta riunione del 2025 della Bce. Le attese sono per un nuovo taglio dei tassi, l’ottavo da quando è iniziato un anno esatto fa (giugno 2024) il ciclo di allentamento. Grande attesa per le nuove proieizioni macroeconomiche che saranno comunicate con la decisione di politica monetaria che verrà annunciata alle 14:15.

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Un taglio ulteriore a giugno, ma c’è spazio per una pausa a luglio. Sembra essere questa l’ipotesi che si fa largo con maggiore insistenza tra economisti, analisti ed esperti di mercato. Un’ipotesi sostenuta anche da Annalisa Piazza, Fixed Income Research Analyst di MFS Investment Management.

Le attese sono per un taglio dei tassi di interesse di 25 punti base al 2%, riportando la politica monetaria al centro del suo “intervallo” neutrale. “Una mossa del genere è completamente scontata dal mercato. Pertanto, solo un cambiamento nella comunicazione, in senso più espansivo, potrebbe portare a un movimento sui mercati – afferma Piazza -. Con il Consiglio direttivo più fiducioso che l’inflazione stia progredendo verso il suo obiettivo, la crescita dei salari in fase di normalizzazione (con qualche scossone dovuto ad alcuni effetti negoziali una tantum), i rischi per la crescita orientati al ribasso nel medio termine, un ulteriore allentamento della politica monetaria è pienamente giustificato. La nostra previsione è che il mantra della dipendenza dai dati verrà ribadito per ora”. Sul fronte delle nuove stime,  MFS Investment Management si attende che il Pil dell’Eurozona si attesterà allo 0,8% nel 2025 e nel 2026, tenendo conto di una parte dell’impatto negativo dell’incertezza commerciale e della mancanza di una ripresa consistente della spesa privata.

Cosa succederà dopo il meeting di giugno? “Crediamo che la dipendenza dai dati continuerà ad essere il fattore chiave per le decisioni di politica economica, con la piccola avvertenza che i tassi di riferimento saranno più “neutrali” rispetto a prima, quindi l’ostacolo per attuare ulteriori tagli consecutivi è elevato – aggiunge -. Prevediamo una pausa nella riunione di luglio (a meno che non ci siano segnali di miglioramento nei negoziati sui dazi) e un ulteriore allentamento a settembre e forse nel quarto trimestre, con tassi terminali all’1,5%. I mercati stanno attualmente scontando due tagli nei prossimi 6 mesi e tassi terminali intorno all’1,65%”.

Non solo tassi, ma attenzione anche alla direzione del mercato: la view di ING

Come di consueto seguirà la conferenza stampa della presidente Christine Lagarde che illustrerà le decisioni del consiglio e commenterà le nuove stime. Secondo Carsten Brzeski, global head of macro di ING, le domande non verteranno solo sui tassi ma anche sulla direzione del mercato.

“La conferenza stampa di giovedì potrebbe essere più interessante di quanto abbiamo visto di recente. Non solo perché ci aspettiamo domande sulla storia del WEF e sulle ambizioni personali di Lagarde di vivere in una casa vista lago, ma per gli indizi su cosa potrebbe succedere in futuro – argomenta l’esperto -. A meno che le tensioni commerciali non tornino con prepotenza, il nostro sospetto è che la Bce preferisca attenersi a un approccio attendista durante l’estate”. E aggiunge: “Ci vorrà un po’ più di tempo per capire se gli attuali movimenti disinflazionistici siano solo episodi isolati o se segnalino una tendenza più ampia. Allo stesso tempo, maggiore sarà la resilienza dell’economia dell’Eurozona, maggiore sarà la preoccupazione della Bce per il potenziale impatto inflazionistico degli stimoli fiscali tedeschi nel 2026 e oltre. Siamo quindi molto curiosi di saperne di più sulla famosa direzione di marcia, sia per la Bce che per Christine Lagarde“.