Tassi Bce: dall’atteso taglio a giugno al dilemma per le prossime mosse

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Manca una settimana esatta alla quarta riunione del 2025 della Banca centrale europea (Bce)
. Esattamente un anno fa, nel giugno 2024, la Bce ha annunciato il primo taglio dei tassi dopo una lunga fase di politica restrittiva.
Le attese per giugno sono per una nuova sforbiciata (la quarta consecutiva nel 2025 e l’ottava dal giugno 2024 quando è iniziato il ciclo di allentamento). Anche gli analisti di Barclays hanno ribadito in un recente report la loro view: l’Eurotower taglierà i tassi di 25 punti base a giugno, mantenendo invariata la sua comunicazione di politica monetaria. Attesa, invece, una pausa nel meeting di luglio, anche se la riunione resta ancora “live”.
Arrivano alcune indicazioni sulle prossime possibili mosse da parte del governatore della Banca di Francia e membro del consiglio direttivo della Bce, Francois Villeroy de Galhau, che ha parlato di inflazione ma anche dell’imminente riunione.
Villeroy guarda a inflazione e annuncia il prossimo taglio
Il condizionale resta d’obbligo fino all’annuncio ufficiale della Bce che pubblicherà il 5 giugno alle 14:15 il comunicato ufficiale con le decisioni di politica monetaria. Certo è che il mercato dà ormai per scontata da qualche tempo la nuova sforbiciata del costo del denaro tra 7 giorni. Aspettative avvalorate ieri dall’intervento del funzionario francese Francois Villeroy de Galhau a Backseat che, ripreso da Bloomberg, ha dichiarato che “forse ci saranno altri tagli nelle prossime settimane” e ha aggiunto che “non si attendono una ripresa dell’inflazione in Europa”.
La Bce sembra pronta a ridurre i tassi per l’ottava volta in questo ciclo di allentamento, quando si riunirà a giugno. Se il meeting di giugno è ormai un affare fatto, stanno iniziando a emergere alcune divergenze su come procedere nei mesi successivi. Due i temi che dividono: crescita e inflazione. Da una parte ci sono alcuni funzionari che ritengono che l’economia della zona euro avrà bisogno di sostegno a causa della crisi commerciale guidata dagli Stati Uniti, dall’altra altri temono le minacce inflazionistiche future.
In un recente intervento il funzionario olandese Klaas Knot ha messo in guardia da “notevoli sfide” per l’inflazione derivanti dall’attuale shock tariffario. Mentre le pressioni sui prezzi potrebbero attenuarsi nel breve periodo, secondo Knot le prospettive a medio termine su cui si concentra la Bce appaiono “più ambigue”.
Tagli tassi: le attese per il 2025
Se il taglio di giugno è sul tavolo, le prossime mosse, come detto, non sono così chiare al momento.
In generale, gli analisti stimano altri due tagli di un quarto di punto percentuale dei tassi entro la fine dell’anno, portando il tasso sui depositi all’1,75%. In un nuovo report firmato dagli economisti di Barclays Mariano Cena e Saadalla Nadra-Yazji, vengono ribadite le attese di un taglio di 25 pb a giugno. “Il Consiglio direttivo abbasserà i tassi di 25 punti base nella riunione del 5 giugno, portando il tasso sui depositi al 2%, in risposta alle previsioni aggiornate di inflazione e crescita e all’evoluzione delle considerazioni sul rischio”, indicano gli esperti che non si attendono modifiche e variazioni nella comunicazione. Per la riunione di luglio le attese di Barclays sono di una pausa sul fronte taglio dei tassi, ma considerano la riunione “live”.
Occhi puntati anche sulle previsioni (aggiornate trimestralmente, ultimi dati disponibili quelli di marzo), con l’attesa di revisioni al ribasso della crescita a breve termine e del profilo dell’inflazione headline, a seguito delle crescenti tensioni e incertezze commerciali, dei prezzi dell’energia più bassi e di un euro più forte. Più nel dettaglio, per quanto riguarda l’attività economica, gli esperti della banca UK parlano di “una ripresa infinitamente ritardata”. E spiegano: “È probabile che la Bce ribadisca che le basi per una ripresa trainata dai consumi rimangono intatte, sostenute dall’aumento dei redditi reali, dal calo dell’inflazione e dall’allentamento delle condizioni monetarie”. “Tuttavia, dovrà tenere conto del deterioramento delle prospettive di crescita e dell’aumento delle frizioni commerciali – segnalano da Barclays -. Ci aspettiamo che le proiezioni degli esperti (grafici sottostanti: figure 1 e 2) mostrino una media annua per il 2025 invariata allo 0,9%, ma che la crescita del 2026 venga rivista di 0,2 punti percentuali all’1%. Con una crescita per il 2027 che potrebbe restare invariata all’1,3%”.
Il caso Lagarde (risolto) e quello di Kazimir (appena scoppiato)
E mentre si attende il nuovo verdetto sui tassi, le indicazioni sulle prospettive della politica monetaria della zona euro e le nuove proiezioni macroeconomiche, ci sono anche altre indicazioni di natura diversa che ruotano attorno all’istituto centrale europeo. Tra queste, i recenti rumors (già smentiti) di un addio anticipato della presidente Christine Lagarde per guidare il Wef, ma anche la notizia che Peter Kazimir, governatore della National Bank of Slovakia e membro del Consiglio direttivo della Bce (il suo mandato scade il 1° giugno), è stato dichiarato colpevole di corruzione da un tribunale slovacco e condannato a pagare una multa di 200mila euro.