Notizie Dati Macroeconomici Inflazione risale in Germania e Francia, domani tocca all’eurozona

Inflazione risale in Germania e Francia, domani tocca all’eurozona

4 Gennaio 2024 15:08

I dati sui prezzi al consumo della Germania e della Francia sono tornati a segnalare un’accelerazione dell’inflazione a dicembre, come previsto dalla Bce nell’ultima riunione del 2023. Domani riflettori puntati sugli analoghi dati relativi all’Italia e soprattutto alla zona euro, con focus sulle possibili ripercussioni in termini di politica monetaria.

I prezzi al consumo in Germania accelerano a dicembre

In Germania, secondo la lettura preliminare di dicembre, l’indice dei prezzi al consumo ha registrato un incremento dello 0,1% su base mensile, meno del +0,2% previsto dagli analisti, dopo la flessione dello 0,4% messa a segno nel mese di novembre. Su base annua si riscontra un’accelerazione dal 3,2% al 3,7%, in linea con le attese.

Il dato armonizzato, che rende i parametri confrontabili fra diversi Paesi della zona euro, mostra un aumento congiunturale dello 0,2% (consensus +0,3%, novembre -0,7%) e un balzo dal 2,3% al 3,8% su base tendenziale, seppur al di sotto del 3,9% stimato dagli analisti.

Il dato acquisito dell’inflazione per l’intero 2023 è pari al 6,0%.

Cosa ha fatto aumentare l’inflazione in Germania

Gran parte del processo disinflazionistico in Germania, così come nell’intera zona euro, è stato determinato da “effetti base favorevoli, una normalizzazione delle catene di approvvigionamento e prezzi energetici più bassi”, come spiegato da ING.

A dicembre, dunque, “la ripresa dell’inflazione complessiva è stata principalmente il risultato di un’inversione degli effetti base sui prezzi dell’energia e dell’introduzione di massimali sui prezzi energetici nel dicembre dello scorso anno”. Gli aiuti statali una tantum per le bollette del gas e del teleriscaldamento hanno depresso i costi energetici alla fine del 2022, generando un anno dopo l’aumento tendenziale emerso dai dati odierni.

Rispetto a novembre, sono scesi soltanto i prezzi del gasolio da riscaldamento e degli alcolici, mentre sono aumentati per il secondo mese consecutivo i prezzi dei generi alimentari.

Cpi in aumento anche in Francia

Lieve risalita per l’inflazione anche in Francia nell’ultimo mese del 2023. La stima flash del Cpi di dicembre evidenzia un incremento dello 0,1% rispetto a novembre, meno del +0,2% previsto dagli analisti, dopo la flessione (-0,2%) del mese precedente. Anno su anno, l’inflazione ha accelerato dal 3,5% al 3,7%, a fronte di un dato atteso stabile.

Su base armonizzata, l’indice ha registrato una crescita congiunturale dello 0,1% (consensus +0,3%, novembre -0,2%) e uno sviluppo tendenziale del 4,1%, in linea con le attese, rispetto al 3,9% del mese precedente.

Le stime sull’inflazione dell’Eurozona

Domani Eurostat diffonderà i dati relativi all’inflazione della zona euro. Secondo quanto riportato da Bloomberg, gli analisti si aspettano un aumento mensile dello 0,2% (dopo il -0,6% di novembre) e una risalita al 3,0% anno su anno (dal 2,4%). Il Cpi core, che traccia l’andamento dei prezzi al consumo al netto di alimentari ed energetici, è però previsto in rallentamento dal 3,6% al 3,4%.

Attesi domani anche dati italiani, mentre in Spagna l’inflazione armonizzata è rimasta stabile al 3,3%.

Le implicazioni per la Bce

Nel corso dell’ultima riunione del 2023, la Bce ha mantenuto un approccio cauto sull’inflazione, anticipando una parziale accelerazione a dicembre prima di proseguire il percorso di discesa evidenziato nei mesi precedenti. I responsabili di politica monetaria continuano a monitorare soprattutto le dinamiche salariali, in un anno chiave per le negoziazioni di nuovi accordi sugli stipendi nel sistema dell’eurozona.

I risultati di questi processi saranno fondamentali per determinare il percorso dei tassi di interesse. Al momento i mercati monetari scommettono su una riduzione complessiva di almeno 150 punti base nel 2024, ovvero sei tagli da 25 punti base ciascuno. Le proiezioni più recenti dell’Eurotower, però, mostrano che l’inflazione tornerà al 2% solo nella seconda metà del 2025, suggerendo una certa cautela nell’allentare eccessivamente la politica monetaria. L’economia della regione potrebbe evidenziare una lieve recessione nell’ultima parte del 2023, dinamica che favorirebbe una discesa dei prezzi.

Ecco la visione degli esperti di ING sui dati odierni:

“Questa nuova accelerazione dell’inflazione rafforza la decisione di mantenere una mano molto ferma e di non affrettarsi a prendere decisioni in merito ai tagli dei tassi. Manteniamo la nostra previsione di un primo intervento a giugno.”