Notizie Notizie Mondo Inflazione, i dati di Italia e Germania “giustificano” la linea dura della BCE

Inflazione, i dati di Italia e Germania “giustificano” la linea dura della BCE

22 Febbraio 2023 15:22

In Italia la pressione sui prezzi si allevia a gennaio, in Germania risale ma segue comunque le attese. Segnali che l’inflazione dell’Eurozona è solida e persistente, e che giustificano in qualche modo la politica monetaria aggressiva della BCE, la quale dovrebbe attuare almeno altri due rialzi nel 2023. Ad analizzare dati e prospettiva è Federico Vetrella, Market Strategist di IG Italia.

I dati dell’Italia

Nel Belpaese l’Istat (Istituto Nazionale di Statistica) ha diffuso i dati relativi all’inflazione nel mese di gennaio. L’indice dei prezzi al consumo indica un rallentamento al +10% su base annuale (stime preliminari al +10,1%) rispetto al +11,6% a/a del mese precedente. Su base mensile l’incremento è stato pari al +0,1% contro stime ferme al +0,2%. A livello armonizzato, invece, il CPI è sceso al +10,7% a/a (più delle attese ferme al +10,9% a/a) rispetto al +12,3% a/a di dicembre mentre mese su mese è calato del -1,5%.

L’Istat comunica che la flessione del CPI è dovuta principalmente al calo dei prezzi dei beni energetici regolamentati (da +70,2% a -12%) e alimentari non lavorati (da +9,5% a +8%) i cui effetti sono stati però parzialmente controbilanciati dall’accelerazione dei prezzi nei beni durevoli (da +6,4% a +6,8%) e in quelli non durevoli (da +6,1% a +6,7%). L’inflazione di fondo, che esclude i beni energetici e gli alimentari freschi, è salita al +6% a/a rispetto al +5,8% a/a precedente. Quella al netto dei soli beni energetici è rimasta stabile al +6,2% a/a.

I risultati tedeschi

Questa mattina Destatis (Statistisches Bundesamt) ha rilasciato i dati sull’inflazione in Germania nel mese di gennaio che sono risultati in crescita rispetto al mese precedente ma in linea con le previsioni. Il CPI (Consumer Price Index) su base annuale è salito al +8,7% mentre il dato di dicembre è stato rivisto al +8,1%. Su base mensile l’incremento è stato del +1% rispetto al -0,8% precedente. L’inflazione armonizzata ha invece indicato un aumento al +9,2% a/a in calo rispetto al +9,6% a/a di dicembre mentre mese su mese l’incremento è stato del +0,5%.

L’evoluzione possibile

I dati sull’indice dei prezzi al consumo in Germania e Italia indicano che l’inflazione rimane più solida delle previsioni del mercato. In Germania le pressioni inflazionistiche continuano a rimanere elevate a causa dei prezzi elevati di energia e alimentari mentre la crescita del CPI si è estesa anche ad altre categorie di beni. In Italia, invece, il calo dell’inflazione è dovuto alla riduzione dei prezzi delle materie prime energetiche nonostante i dati abbiano evidenziato un leggero aumento nella componente di fondo, indice che le pressioni sui prezzi si sono trincerate all’interno dell’economia. Alla luce di ciò, gli atteggiamenti aggressivi della Banca Centrale Europea restano del tutto giustificati. Il Governatore Christine Lagarde ha più volte ribadito la volontà dell’istituto di Francoforte di continuare ad alzare i tassi di interesse per frenare la crescita dell’inflazione e riportarla intorno al +2% a/a, livello considerato non deleterio per l’economia.

Secondo l’esperto di IG, i dati di oggi sono indice che la lotta contro le pressioni inflazionistiche è tutt’altro che vinta e questo potrebbe portare ad ulteriori tensioni sui mercati finanziari. La BCE proseguirà con un rialzo dei tassi di interesse almeno per le prossime due riunioni per poi valutare un eventuale stop in modo da osservare gli effetti sull’economia.